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Agenzia Radicale - 16 novembre 1964
Agli Elettori Radicali

SOMMARIO: Volantino diffuso come supplemento al numero 103 della "Agenzia radicale" in prossimità delle elezioni amministrative del 22 novembre 1964. Contiene il testo di un appello della Direzione del partito radicale che invita a votare per il PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). "Una spontanea convergenza si è verificata quasi ovunque fra i due partiti", si afferma. Essa rispecchia la posizione "attuale" del partito radicale, che ha come obiettivo fondamentale "il rinnovamento della sinistra italiana e la ricostruzione della sua unità per creare una chiara alternativa di potere alla Democrazia Cristiana".

Condizione prima ed essenziale per raggiungere l'obiettivo è "l'abbandono della tendenza illusoria della sinistra italiana a cercare collaborazione e dialoghi con le forze cattoliche organizzate nella DC". Il principale ostacolo su questa strada è la "divisione e lacerazione della sinistra". Questa deve rimuovere l'ostacolo rinnovandosi profondamente e rifiutando la logica del frontismo. Per i radicali, oggi, il PSIUP è il partito della sinistra che più "afferma questa volontà di contrapposizione frontale al mondo cattolico".

(AGENZIA RADICALE N. 103, 16 novembre 1964)

La competizione elettorale amministrativa del 22 novembre trova anche questa volta i radicali italiani largamente presenti in diversa forma nei capoluoghi, nelle città, nei centri minori. La grande maggioranza delle sezioni e delle federazioni del Partito Radicale ha raggiunto accordi elettorali con le federazioni del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. In molte città candidati radicali sono presenti nelle liste del P.S.I.U.P.; in altre le sezioni radicali appoggiano dall'esterno le liste di questo partito.

Pur avendo la Direzione del Partito Radicale affidato alla autonomia delle federazioni e delle sezioni la conclusione di accordi elettorali con le altre forze della sinistra, una spontanea convergenza si è verificata quasi ovunque fra i due partiti. Riteniamo che essa rispecchi la posizione attuale del Partito Radicale e la funzione che esso intende assolvere nell'ambito della sinistra italiana.

L'OBIETTIVO FONDAMENTALE DEI RADICALI RESTA QUELLO DI SEMPRE: IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA ITALIANA E LA RICOSTITUZIONE DELLA SUA UNITA' PER CREARE UNA CHIARA ALTERNATIVA DI POTERE ALLA DEMOCRAZIA CRISTIANA.

Prima condizione per la realizzazione di questo obiettivo è l'abbandono della tendenza illusoria ma ricorrente nella sinistra italiana a ricercare collaborazioni e dialoghi con le forze cattoliche organizzate nella D.C. Sono venti anni di vita politica democratica a dimostrare che questa collaborazione è impossibile in condizioni di dignità e comporta per le forze della sinistra, che di volta in volta la tentano, la rinuncia a obiettivi fondamentali della loro battaglia democratica e socialista. Così in pochi anni il PRI ha completamente abbandonato le proprie tradizioni libertarie e repubblicane per ridursi a movimento subalterno della D.C. e a passiva propaggine degli enti pubblici che lo sovvenzionano generosamente; il PSDI, che pure ha svolto una politica coerente, non può nemmeno pretendere di assolvere in Italia la funzione che la socialdemocrazia assolve in alcune grandi democrazie occidentali; il PSI ha compromesso con una negativa esperienza di governo la sua unità e in esso non mancano forze che co

nducono deliberatamente un attacco contro ogni prospettiva di unità democratica. Lo stesso Partito Comunista, nei confronti del quale come radicali confermiamo la volontà di ferma collaborazione e di unità, continua ad agitare il mito del necessario incontro delle masse democratiche e socialiste con quelle cattoliche, ponendosi spesso all'origine dei peggiori errori di prospettiva e dei più logori tatticismi, che è poi esso stesso costretto ad attaccare negli altri partiti della sinistra. Riteniamo ormai improrogabile la denuncia e l'attacco verso questa posizione che porta la politica italiana ai suoi peggiori appuntamenti, da quello del voto dell'art. 7 della Costituzione fino agli atteggiamenti dimissionari rispetto a quelle correnti di sinistra democristiana che da Fanfani a Sullo, passando per Tambroni, costituiscono la più pericolosa copertura dell'integralismo clericale e conservatore.

I RADICALI SI BATTONO PERCHE' SIA RESTITUITA AL GIOCO DEMOCRATICO LA CHIAREZZA DELLE ALTERNATIVE, PERCHE' SIA EVITATA LA CONFUSIONE DELLE RESPONSABILITA', PERCHE' LE FORZE DELLA SINISTRA ITALIANA SMETTANO DI FORNIRE FACILI ALIBI ALLA D.C.

Il principale ostacolo su questa strada è quello rappresentato dalla divisione e dalla lacerazione della sinistra italiana. Per quanto giuste possano essere state le ragioni che questa divisione hanno determinato in un recente passato, sempre più si afferma nelle rivendicazioni delle masse non meno che nella evoluzione della situazione politica italiana l'esigenza dell'unità. A questa esigenza popolare, alla costruzione di questa unità i radicali dedicano tutti i loro sforzi nella consapevolezza della modestia dei loro mezzi, ma anche della insostituibile necessità della loro funzione. L'unità della sinistra non può infatti essere indefinitamente rinviata al momento in cui sorgano gravi minacce autoritarie e fasciste, a quando, cioè, il terreno perduto non potrebbe essere ormai più recuperato.

Questa unità non può nascere che da un profondo rinnovamento della sinistra. L'eredità del frontismo - una delle maggiori conseguenze della divisione della sinistra - continua purtroppo a condizionare il comportamento dei comunisti nei rapporti con le altre forze democratiche e socialiste, si tratti del PSIUP, della sinistra socialista, dei radicali o degli organismi unitari e di massa, sempre costretti a seguire il ritmo della evoluzione comunista e non quello delle nuove realtà oggettive che ha dinnanzi. Il sindacato dei lavoratori come le altre associazioni unitarie e gli organismi di massa non possono vedere continuamente limitata la loro autonomia dai compromessi tattici fra le correnti dei diversi partiti. Così i grandi temi della pace, della pianificazione, della scuola, dell'ordinamento regionale, della funzione dei sindacati, della riforma dello stato non possono essere strumentalizzati alle esigenze di un partito: richiedono l'autonoma elaborazione e il concorso ideologico di tutte le forze della s

inistra.

L'INTRANSIGENZA NELLO SVOLGERE QUESTI TEMI, NELL'OPPORLI ALLA CLASSE POLITICA DI GOVERNO E ALLE FORZE CHE IN VARIA MANIERA LO SOSTENGONO E' CONDIZIONE ESSENZIALE PER I RADICALI. IL P.S.I.U.P. CI SEMBRA COSTITUIRE OGGI IL PARTITO DELLA SINISTRA CHE PIU' DI OGNI ALTRO AFFERMA QUESTA VOLONTA' DI CONTRAPPOSIZIONE FRONTALE AL MONDO CATTOLICO E DELLA CONSERVAZIONE. E ANCHE PER QUESTO CHE NOI RITENIAMO GIUSTA L'INDICAZIONE EMERSA DALLE DECISIONI ELETTORALI DELLA MAGGIORANZA DELLE FEDERAZIONI RADICALI. VOTEREMO QUINDI P.S.I.U.P. E INVITIAMO FORMALMENTE I NOSTRI AMICI RADICALI CHE NON VEDONO UFFICIALMENTE IMPEGNATO IL PARTITO RADICALE NEI LORO COMUNI, A VOTARE PER QUESTE ELEZIONI AMMINISTRATIVE LE LISTE DI QUEL PARTITO.

In modo particolare raccomandiamo agli elettori vicini alle nostre posizioni di non accettare che ex-radicali ormai usciti dal Partito e militanti in altre formazioni politiche cerchino di raccogliere suffragi non in base alle loro scelte attuali (che possiamo comunque rispettare ma che non condividiamo), ma in base al loro impegno passato nel Partito Radicale, smentito o comunque abbandonato.

Gli accordi elettorali che sono stati raggiunti fra radicali e socialisti del P.S.I.U.P. possono costituire un nuovo esempio dei rapporti che devono intercorrere fra partiti della sinistra. Il rispetto reciproco per le posizioni di ciascuno dei due partiti fa sì che gli stessi elementi di dissenso e le differenze ideologiche non costituiscano elementi di frattura, ma di positivo confronto e di complessivo arricchimento nelle lotte politiche che radicali e socialisti unitari decidono di condurre insieme.

La Direzione del Partito Radicale

 
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