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Agenzia Radicale - 31 maggio 1966
Tonache sullo Stato

SOMMARIO: Nelle elezioni amministrative del giugno 1966 il Partito radicale stipula una alleanza elettorale con il PSIUP per una lista comune a Roma, a Genova e in altri centri minori sulla base della comune opposizione alla Dc e al centro sinistra (il PSIUP si era formato all'inizio del 1964 dalla scissione della sinistra socialista contraria all'ingresso del Psi nel governo con la Dc).

Dal numero elettorale del giornale "agenzia radicale", l'inchiesta, i documenti sul "racket" dell'assistenza a Roma. Le accuse dei radicali al sindaco di Roma Amerigo Petrucci e alla D.C. Viene dimostrato come i più potenti personaggi democristiani erano passati attraverso funzioni di gestione dell'assistenza pubblica per conquistare le massime leve del potere della città di Roma. In particolare l'ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) romana che era divenuta una macchina elettorale e uno strumento di potere attraverso l'uso dei sussidi a fini clientelari, la concessione ad amici delle forniture, l'inflazione degli enti religiosi a cui venivano riconosciute le caratteristiche di enti assistenziali e l'omissione dei controlli sulle forme di assistenza.

La denuncia del giugno 1966 portò alla incriminazione e alla incarcerazione del sindaco di Roma Amerigo Petrucci.

(AGENZIA RADICALE, 31 maggio 1966)

Con un documento, presentato sabato 28 maggio dal dottor Marco Pannella al Procuratore Generale della Corte d'appello di Roma, la Segreteria Nazionale del Partito Radicale ha provveduto a denunciare alla magistratura gravissime responsabilità dei maggiori esponenti della Democrazia Cristiana romana, e in primo luogo del Sindaco Petrucci, nella gestione di importanti settori della assistenza pubblica. L'esposto compendia e richiama una lunga inchiesta politica e giornalistica condotta dal Partito Radicale: ne sono emersi fatti che abbiamo ritenuto di sottoporre alla responsabile valutazione della magistratura. Alcuni di questi fatti erano già, al momento della presentazione della denuncia del Partito Radicale, da tempo oggetto di accertamento da parte della Procura della Repubblica, che aveva aperto in proposito inchieste giudiziarie; di altri si sono anche interessati numerosi periodici e quotidiani.

Abbiamo voluto, in queste pagine, stampate in una occasione elettorale, riprenderne di già scritte in un passato non molto vicino, per mostrare con chiarezza, documentando ai lettori le nostre denunce, che la battaglia radicale non quella di un giorno, né di una campagna, che pure ci vede impegnati a conquistare insieme al PSIUP voti e consensi democratici, ma viene condotta senza soluzioni di continuità, con assoluta indipendenza e spesso nella più grave delle solitudini. Essa ha bisogno di sostegno elettorale che le consenta di tornare ad avere una propria voce in Campidoglio perché sia restituita verità alla lotta politica e pienezza di intransigenza alla opposizione democratica.

Ogni democratico sappia che la mancata considerazione di questo nostro appello non costituisce solo un contributo diretto al soffocamento "politico" della più libera formazione laica della sinistra. Ove venisse a mancarci il necessario consenso popolare per trasferire nelle aule degli eletti le nostre accuse e le nostre proposte di rinnovamento, i nostri avversari vedrebbero rafforzata la loro speranza di poter fiaccare ogni ulteriore volontà di lotta e di poter ridurre ogni problema alla dimensione di una collaborazione condizionante di sottogoverno con i loro alleati e di equivoci "dialoghi" con i loro oppositori. Per nostro conto, siamo comunque - e lo abbiamo dimostrato - pronti a portare queste stesse accuse nelle aule dei tribunali al vaglio della Magistratura.

Inaugurando a Roma la campagna elettorale del Partito Radicale, insieme all'on. Vittorio Foa della Direzione Nazionale del PSIUP, Marco Pannella aveva preannunciato la presentazione da parte del Partito radicale alla Procura di una denuncia, nei confronti del sindaco uscente Amerigo Petrucci, per il suo operato nel campo della assistenza pubblica. Una settimana più tardi, parlando a piazza del Parlamento in un comizio radicale, Pannella ha ricordato che due inchieste giudiziarie sono in corso a carico del sindaco uscente: una prima inchiesta riguardante alcune responsabilità di Amerigo Petrucci per l'attività svolta nel periodo in cui era assessore all'urbanistica; una seconda per responsabilità connesse alla sua attività di Commissario dell'ONMI romana.

A queste accuse dei radicali la Democrazia Cristiana di Roma ha risposto ripresentando Amerigo Petrucci a capo della propria lista per il Campidoglio. Evidentemente i dirigenti nazionali e romani della Democrazia Cristiana pensano che il loro potere politico, le influenze che si sono assicurati in ogni settore della vita pubblica, l'appoggio delle gerarchie ecclesiastiche, la copertura politica troppo spesso gratuitamente fornita dai loro alleati socialisti, socialdemocratici e repubblicani sia ancora una volta sufficiente ad assicurare l'impunità a quella che i radicali hanno definito "una vera e propria gang dell'assistenza pubblica, arroccata intorno a Amerigo Petrucci".

Petrucci dovrà andarsene, come Rebecchini!

Ma è bene che essi non si facciano illusioni, almeno per quanto riguarda la volontà dei radicali di andare fino in fondo in questa battaglia iniziata quasi un anno fa nel silenzio e nella incredulità quasi generale, ma che si afferma ormai, sia sul piano politico che su quello giudiziario, come una necessaria battaglia di moralizzazione.

Come già dieci anni fa per Rebecchini e per gli scandali della sua politica urbanistica, il Partito Radicale è deciso a creare le condizioni perché siano scacciati dalla amministrazione della città di Roma Petrucci e i suoi complici.

Le prime denunce contro il sindaco di Roma e attuale capolista democristiano furono rese note dal segretario del Partito radicale Marco Pannella in due conferenze stampa tenute alla presenza di numerosi giornalisti il 12 giugno e il 23 luglio del 1965. Il testo delle due conferenze stampa fu interamente pubblicato da "Agenzia Radicale" (nn. 113 e 114).

Così veniva riassunto il quadro generale della situazione della assistenza pubblica, quale si era delineato, in termini precisi e inconfutabili, nel corso dell'inchiesta condotta dal Partito Radicale:

("Agenzia Radicale",

n. 113, 12 giugno 1965)

"A Roma, come in moltissimi altri luoghi, si è venuto formando dal dopoguerra, un onnipotente gruppo di potere politico civile e confessionale basato fondamentalmente sullo sfruttamento della pubblica assistenza, sulla utilizzazione fraudolenta delle ingenti somme a questa destinate, e che ha determinato il formarsi di una ripugnante catena d'omertà che coinvolge e corrompe alto clero e importantissimi settori della Democrazia cristiana, e che si risolve in un necessario attacco condotto con ogni mezzo, alla competenza, alla dignità, alla autonomia dello Stato.

Le basi sociologiche, culturali, politiche su cui ha potuto fondarsi questa situazione sono chiare, e ad essa i radicali hanno sempre guardato con particolare lucidità e consapevolezza, forse unici nella sinistra, perché hanno una visione complessiva e realistica del mondo cattolico italiano, del suo partito "unico", dei suoi tenui e tragici rapporti con ogni vera religiosità, in tutte le sue componenti.

Ma le particolari strutture di sfruttamento e di corruzione delle funzioni assistenziali dello Stato configurano, ben al di là e al di sotto di qualsiasi fatto specificamente politico, la realtà di una vastissima associazione a delinquere, sul piano morale, e probabilmente, anche sul piano giuridico".

Questa denuncia di carattere generale veniva ulteriormente precisata.

L'assistenza in appalto

Quali erano i metodi che consentivano il costituirsi di gruppi di potere politico attraverso lo sfruttamento della assistenza pubblica? Da una parte il sistema borbonico dei sussidi e degli appalti (gli stessi che sono all'origine dello scandalo Aliotta); dall'altra l'inesistenza, l'inefficacia o l'addomesticamento dei controlli.

("Agenzia Radicale",

n. 114, 23 luglio 1965)

"In base alla presunta impossibilità che, per motivi finanziari, lo Stato assicuri e sviluppi in proprio adeguate strutture assistenziali, è prevalsa la prassi di affidare attraverso convenzioni ad enti privati, nella quasi assoluta maggioranza confessionali o comunque a questi legati, l'assistenza all'infanzia (in tutte le sue forme) ed a molte categorie di "bisognosi" e di malati.

Si sono così create progressivamente, dal dopoguerra in qua, strutture, istituzioni, metodi, estremamente complessi, il cui" controllo "da parte della stessa autorità pubblica è reso oggi impossibile perché vi si oppongano interessi onnipotenti e monopolistici. Concernendo (come nel noto scandalo della Federconsorzi ed enti ad essa legati) migliaia di miliardi nell'arco di vent'anni, questa situazione ha permesso la formazione di nuovi ed ingenti beni ecclesiastici e di tutto un apparato, anche interno all'assistenza pubblica, che è diretta espressione degli interessi particolari contro quelli generali, e che è stato con lavoro capillare e quotidiano creato in questa prospettiva.

Non si comprenderà la sostanza dello scandalo Aliotta senza riferirsi al corpo ispettivo dell'INPS e della sua Direzione Generale. Dal Direttore generale Masini fino ai più oscuri ispettori del Servizio Enti e Case di Cura, una semplice inchiesta può dimostrare che si tratta in genere di cattolici legatissimi agli ambienti cui devono ispirazione, appoggio, rispetto se non obbedienza. Ma noi affermano che anche i corpi ispettivi degli stessi ministeri come quello della Sanità, vedono regolarmente impegnati in stretti rapporti extraprofessionali di amicizie e di appoggio di altissimi funzionari e quegli ordini religiosi al cui controllo essi dovrebbero presiedere. Non si tratta più di dati marginali di costume, ma, ormai, di un elemento di fondo dello Stato e della sua attività, nel campo che, con quello dell'istruzione, è senza dubbio il più delicato, urgente ed essenziale.

Centinaia, migliaia di miliardi vengono così stornati alla loro destinazione originaria per divenire (a discapito di quella) il fondamento della maggior forza "mondana" di quella enorme parte del clero italiano profondamente nutrito di "temporalismo", che trova negli ambienti vaticani, tuttora e sempre più, incoraggiamento e aiuto; per trasformarsi infine conseguentemente in forza elettorale e politica della Democrazia Cristiana, e in strumento ferocemente conteso delle lotte interne che in essa si svolgono, nonché di falsificazione della formazione della sua classe dirigente.

L'ONMI al servizio della DC: da Cioccetti, a Petrucci a Ponti, le fortune politiche dei democristiani passano attraverso il controllo di questo Ente

Un primo concreto esempio veniva portato con le denunce riguardanti la gestione dello ONMI romana, a dirigere la quale si sono avvicendati negli ultimi dieci anni i maggiori esponenti della DC di Roma, da Cioccetti a Petrucci, allo ex segretario del comitato romano della DC e presidente uscente della Provincia Ponti e intorno alla quale si è continuamente negoziato a Roma il difficile equilibrio di potere che regola i rapporti fra la corrente dorotea e la corrente fanfaniana; fra i Petrucci, i Signorello e i Ponti da una parte e i Darida e i Bubbico dall'altra.

("Agenzia Radicale", 114)

"Il gruppo doroteo romano si è venuto creando, nei suoi attuali dirigenti, attraverso l'utilizzazione sistematica e abusiva degli strumenti e del denaro dell'assistenza pubblica. Vale la pena di ricordare che il sindaco Cioccetti è stato presidente dell'ONMI, poi assessore al personale del Comune di Roma; che il suo segretario particolare Petrucci divenne commissario dell'ONMI di Roma, poi consigliere comunale, assessore all'urbanistica (e su questo torneremo in seguito), poi sindaco; che l'attuale presidente della Provincia Ponti ha aspirato a lungo all'incarico di commissario reggente (carica che occupa tuttora); che il segretario politico della D.C. di Roma, Signorello, quale presidente della Provincia, è stato presidente dell'ONMI provinciale; che gran parte dei collaboratori del sindaco Petrucci al Comune, come è facile verificare, è stato dipendente dell'ONMI.

Il gruppo fanfaniano che fa capo all'on. Darida ha comprensibilmente cercato di contendere ai dorotei questo strumento di potere, trovando spesso soluzioni di equilibrio che si traducevano puntualmente, se realizzate, in ampio accordo politico anche all'interno del partito. Così il segretario particolare dell'on. Caronia (presidente dell'ONMI dopo Cioccetti), il dott. Dario Morgantini, passato alla corrente fanfaniana, diventava sub-commissario di Amerigo Petrucci, dopo che l'on. Caronia aveva dovuto minacciare una pubblica denuncia ed inchiesta sull'operato dell'attuale sindaco. L'on. Darida, non ancora deputato, sceglieva l'assessorato all'igiene e sanità, e il dott. Morgantini, segretario regionale della corrente per il Lazio, succedeva al Petrucci, mentre alla Provincia i fanfaniani ottenevano per il loro aderente Cutrufo l'assessorato corrispondente a quello di Darida.

Quest'ultimo, avendo ormai la garanzia dell'elezione a deputato grazie all'autorità, nell'ONMI e negli ambienti vaticani ed ecclesiastici, di Dario Morgantini, impediva, con interventi anche scritti presso il presidente del Consiglio Fanfani e presso il vice segretario nazionale della D.C. Forlani, la sostituzione di Morgantini con Ponti nel periodo elettorale".

Cosa corrispondeva a tanto interesse da parte dei dirigenti della Democrazia Cristiana verso la maternità e infanzia di Roma? Lo spiegavano alcune precise denunce già illustrate nella prima conferenza stampa del 12 luglio e ulteriormente precisate nella seconda del 23 luglio. Ecco come i dirigenti democristiani amministravano l'ONMI romana.

("Agenzia Radicale", n. 114)

"1) Venivano utilizzati a fini elettorali, inflazionandoli, i cosiddetti "sussidi una tantum", destinandoli in genere a non aventi diritto;

2) Venivano truffate all'ONMI somme considerevoli con la concessione a trattativa privata di forniture a società di esponenti ed iscritti democristiani, i quali realizzarono, come i libri contabili dell'ONMI dimostrano, guadagni inconcepibili, vendendo la merce a prezzi fortemente maggiorati, d'accordo in particolare con Amerigo Petrucci;

3) Si inflazionavano gli Enti religiosi cui venivano riconosciute le caratteristiche di Enti assistenziali (sembra che solo a Roma l'ONMI avesse individuato circa trecento ordini religiosi di questo tipo), fornendo loro contributi a questo titolo, eludendo o falsificando i dati ispettivi e di controllo.

Nell'imminenza delle elezioni, rappresentanti dei Commissari visitavano gli Ordini chiedendo aiuti e voti preferenziali. Sembra che il commissario Petrucci abbia utilizzato a tal fine, tra gli altri ed in particolare, funzionari della sua segreteria, quali la signorina Vinci ed il signor Michetti;

4) Veniva dolorosamente e sistematicamente omessa la effettuazione delle necessarie forme di controllo rispetto a tutte le forme di assistenza, non meno che il rispetto, nelle attività patrimoniali e di esercizio dell'Ente, delle forme legali.

Quali denunce per Petrucci

Più particolareggiate denunce erano state rivolte in precedenza dai radicali alla gestione Petrucci.

("Agenzia Radicale", n. 113)

"La lunga amministrazione del dott. Petrucci (circa quattro anni) ha rivestito particolare carattere di gravità. Essa è stata scandalosa. Ci limitiamo ad accennare a tre settori:

1) quello delle forniture, con le quali si avvantaggiavano personaggi legati alla D.C. romana, come il presidente della Associazione ortofrutticoli dei Mercati Generali Cavallaro, ed il signor Masiello, membro del direttivo del Comitato romano della D.C.; si tratta di una vera truffa ai danni dell'ONMI;

2) quello dei ricoveri effettuati in relazione alla campagna elettorale amministrativa;

3) quello dei "sussidi una tantum", per molte centinaia di milioni.

In proposito, e su altri gravissimi addebiti, saremo in condizione di rendere pubblici altri fatti, non appena l'Autorità Giudiziaria o le autorità tutorie, estranee all'ONMI, avranno proceduto al sequestro di tutto l'archivio riguardante le schede sanitarie esistenti nella Federazione romana e nelle singole zone di assistenza, nonché al sequestro dei blocchetti di economato relativi ai sussidi".

Il capolista della DC è un sindaco sotto inchiesta

Ma fino a che punto la DC romana poteva amministrare, incontrollata, come un monopolio privato, come un feudo di partito, un ente pubblico preposto al delicato settore della assistenza all'infanzia?

("Agenzia radicale", n. 113)

...a titolo di esempio, possiamo affermare che un segretario politico della DC romana, dinanzi ad un provvedimento del Ministro della Sanità nei confronti dell'ONMI romana, gli inviava un telegramma di protesta contro "deplorevole procedura lesiva competenze partito". Nel settore dell'assistenza pubblica, infatti, la segreteria romana della DC designa e comunica ai designati le nomine a dirigenti di enti di assistenza, si congratula con essi prima ancora che la giunta abbia preso alcuna delibera".

Queste accuse del Partito Radicale furono riprese da numerosi giornali tra cui "Unità", "Paese Sera", "Avanti!". Il "Messaggero", di fronte alla loro gravità, sollecita una smentita del sindaco Petrucci. Alcuni consiglieri comunali comunisti presentarono una interrogazione in Campidoglio.

A quel punto il sindaco non poteva sottrarsi ad una rigorosa risposta. Lo fece tentando una manovra esclusiva: accusò naturalmente i radicali si scandalismo e dichiarò di "aver chiesto alla magistratura" di indagare sui fatti a lui addebitati. Bastarono però ventiquattro ore perché venisse chiarito che la Magistratura, senza attendere il permesso o l'invito dell'on. sindaco, aveva già da tempo avviato delle indagini in proposito. In un comunicato, la Sezione Romana del Partito Radicale, rompendo un riserbo che aveva fino allora mantenuto, chiarì che i suoi dirigenti avevano già avuto occasione di fornire la propria collaborazione alla Magistratura nel corso di queste indagini preliminari.

Ma il sindaco fu l'unico a fornire una risposta, anche se elusiva, ai legittimi interrogativi della opinione pubblica e alla circostanziate denunce del Partito Radicale. Nessuna delle numerose personalità chiamate in causa dai radicali ha ritenuto di doversi querelare a tutela della propria onorabilità pubblica e privata. Nessuno ha ritenuto di dover sottoporre al vaglio di un tribunale le accuse, perché ne fosse provata la veridicità o la calunniosità.

Ma ora siamo alla vigilia delle elezioni. L'opinione pubblica ha il diritto di conoscere chi sono le persone per cui è chiamata a votare; di sapere con precisione quale è la classe politica e amministrativa che i partiti propongono al suo voto. COSA RISPONDE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA ALLE DENUNCE DEL PARTITO RADICALE? COSA RISPONDE IL SEGRETARIO POLITICO DELLA D.C. ROMANA, NICOLA SIGNORELLO, CHE HA RITENUTO DI NON RIPRESENTARE LA PROPRIA CANDIDATURA NELLE LISTE DEL SUO PARTITO, CHE NON HA VOLUTO UNIRE IL SUO NOME IN LISTA A QUELLO DI PETRUCCI E DI PONTI? MA SOPRATTUTTO QUALI SONO STATI GLI SVILUPPI DELLE INCHIESTE GIUDIZIARIE APERTE DALLA MAGISTRATURA SULL'OPERATO DELL'EX ASSESSORE ALLA URBANISTICA ED EX COMMISSARIO DELL'O.N.M.I. IL SINDACO USCENTE E CAPOLISTA AMERIGO PETRUCCI?

ONMI e ordini religiosi

Abbiamo visto che in una delle denunce del Partito radicale, i dirigenti dell'ONMI romana venivano accusati di inflazionare il numero delle organizzazioni, religiose e non, cui venivano riconosciute le caratteristiche di enti assistenziali, suscettibili di ricevere in appalto dallo Stato il ricovero dei bambini assistiti dall'ONMI. Quali erano gli strumenti esterni di questa azione di manomissione continua, operata ai danni della assistenza pubblica?

Un primo esempio il Partito Radicale lo individuò in un Ordine Religioso, che era fra i più modesti e poveri fino a pochi anni fa, e che in breve tempo, grazie all'intraprendenza dimostrata da una suora nel campo dell'assistenza, ha accumulato un patrimonio di miliardi. Nei confronti di questo Ordine è attualmente in corso una inchiesta giudiziaria e la "tributaria" ha già avuto modo di accertare che le accuse di contrabbando e di traffico di antiquariato, rivolte nei suoi confronti dal Partito Radicale, erano tutt'altro che infondate.

Una suora, impresaria della assistenza: bambini tutti d'oro, depositi di antiquariato, riunioni di monsignori e di esponenti d.c. nelle case di cura delle suore serve di Maria Riparatrice

Ecco cosa scriveva, il 12 giugno dello scorso anno, A. R. a proposito dell'Ordine delle Suore Serve di Maria Riparatrice e di Suor Flaviana Venturi, che delle attività assistenziali di questo Ordine era una vera e propria impresaria.

("Agenzia Radicale", n. 113)

"Intendiamo fornire uno esempio di cosa rappresentino nella vita politica, nel costume, come testimonianza "religiosa", ordini religiosi dediti all'assistenza pubblica. Questo ordine ha per protettore il cardinale Ottaviani. Ancora alla fine della guerra era molto modesto come sviluppo, e dedito all'assistenza delle moribonde. Ma l'attività di una suora dell'Ordine, Madre Flaviana Venturi, capacissima nel settore dell'assistenza, ne ha mutato completamente il volto. Il suo patrimonio ammonta a molti miliardi. Attraverso l'utilizzazione sistematica dei fondi dello Stato italiano, esso possiede attrezzature assistenziali sontuose: usufruisce annualmente di convenzioni, contributi e sussidi, tra gli altri con il Ministero della Sanità, il Ministero degli Interni, l'ONMI, l'INPS, il Comune di Roma, l'Opera Pia De Donato (del Comune), l'ENPAS, il consorzio Antitubercolare, la Banca Nazionale del Lavoro. Abbiamo potuto accertare che con uno solo di questi Enti v'è una convenzione per novanta milioni trimestrali."

E' subappaltabile, infine, rispetto a molte altre società o ordini o Enti.

"Madre Flaviana Venturi può essere considerata la massima autorità nel campo della assistenza pubblica romana e probabilmente nazionale. Temuta da uomini politici, alti prelati, è circondata di ammirazione e di rispetto. Il suo potere è enorme. Il sindaco Petrucci lo è molto legato fin dal tempo in cui era segretario del presidente dell'ONMI, Cioccetti. Nelle ultime elezioni politiche essa si interessò personalmente della campagna politica e della raccolta dei voti preferenziali per la corrente fanfaniana a Roma. Si dedica anche ad una rilevantissima attività antiquaria, e si sarebbe anche molto interessata ad acquisti di aree, anche sulla costa adriatica.

Chi ha visitato i preventori, le colonie di proprietà di questo ordine ha trovato sontuose sistemazioni, con raccolte di mobili antichi, pregiatissimi quadri di autore, e dei maggiori. L'onorevole Andreotti, il senatore Bonadies, l'on. Francesco Cavallaro, fra i molti altri, hanno potuto personalmente constatarlo. Uomini politici ed alti prelati sono spesso ospiti di questi istituti.

Madre Flaviana ha avuto rapporti finanziari con gli imputati del gruppo dell'INPS che faceva capo al dott. Aliotta. Ispettrice generale all'importante opera Federico De Donato, del Comune di Roma, ha oggi per collaboratore un suo nipote, il rag. Mazzoncini, già semplice impiegato di banca, che è già, pur giovanissimo, interessato alla assistenza pubblica, ed è vicepresidente della Pro Infanzia.

Non vi è ente di Stato in cui madre Flaviana non conti potenti amicizie: perfino l'avv. Onesti del CONI, fino al dott. Tommaso Morlino, dell'Ente Maremma, con cui non sono mancati i soliti rapporti".

Quanti bambini, ammalati o meno, miseri o meno, sono alla base delle fortune e della forza di questo Ordine, o meglio, di madre Flaviana, e dei suoi potenti alleati, e di quanti le devono gratitudine, o possono invece ricattarla?

"Quali controlli sono stati effettuati dal sindaco Petrucci e dall'assessore all'igiene Darida, dai dirigenti dell'ONMI, o dai prefetti? Chi sono gli ispettori che dovrebbero controllare l'assistenza delle Case, degli Enti di Cura, degli Ospedali o dei Sanatori o dei Preventori? Che cosa facevano prima? Da quale ambiente provengono? Quali incarichi occupano, oggi?

Possiamo avanzare, come risposta ad una di queste domande, un dubbio che riteniamo legittimo, e che corrisponde alla convinzione di persone che conoscono molto da vicino il problema".

Quanti Enti si vedono assicurati contributi in base ad un solo ed unico bambino che figura in più elenchi di assistiti? Quante rette cumula un Ente per un solo bambino assistito?

"La legge esige che ogni Ente invii alle autorità tutorie e ai finanziatori pubblici gli elenchi nominativi degli assistiti. Per anni, ogni controllo è stato irrisorio. Chiediamo formalmente che si proceda ad un confronto degli elenchi si assistiti forniti da tutti gli Enti assistenziali, privati e pubblici, in questi dieci anni.

Ogni altro passo, indagine, denuncia è condizionato al problema del reale controllo di questi elenchi, anche se invecchiati, e anche se non sono più possibili quelle indagini dirette che, dolorosamente, non si sono praticate. Ma è anche necessario non perdere un solo giorno. L'iniziativa del Partito Radicale è già a conoscenza degli interessati e deve divenire iniziativa generale contro una situazione disgustosa e pericolosa".

Un'inchiesta anche per suor Flaviana

Poteva sembrare un brano di divertente prosa scandalistica a sfondo anticlericale. Ma anche qui non sono tardate le conferme, A poche settimane di distanza dalle informazioni fornite da "Agenzia Radicale", un settimanale milanese - ""ABC"" - intervistò la suora-impresaria, la quale si vantò si aver fornito consistenti appoggi a numerosi uomini politici democristiani che si erano rivolti a lei. Il giornalista Enzo Cappato che l'intervistò riferì che Suor Flaviana Venturi si lamentò di essere anche ricattata da alcuni di questi uomini politici. ANCHE IL GIORNALISTA DEL SETTIMANALE NON FU NE' SEMENTITO NE' QUERELATO, come non era stata né smentita né querelata "Agenzia Radicale".

Sempre a proposito di questa religiosa, l'organo di stampa radicale aveva rivelato che l'Ordine delle Suore Serve di Maria Riparatrice aveva avuto rapporti con gli imputati del gruppo Aliotta. Una società del gruppo Aliotta - aveva informato AR nel luglio 1965 - aveva gestito una casa di cura a Santa Marinella, di proprietà di questo Ordine. La convenzione di questa casa di cura era stata denunciata dall'INPS all'inizio del 1965. Ulteriori particolari in proposito vennero forniti nel dicembre del 1965 dal settimanale "ASTROLABIO". Le ultime pubblicate da AR e da ASTROLABIO furono riprese da alcuni quotidiani di sinistra. Questi giornali ritennero legittima l'ipotesi che i rapporti fra il gruppo Aliotta e l'Ordine di Suor Flaviana fossero simili a quelli intercorsi con altri Ordini religiosi nella gestione delle altre case di cura, per le quali Aliotta e i suoi complici sono stati chiamati a rispondere e condannati dal Tribunale di Roma. PERCHE QUESTA CASA DI CURA E' STATA IGNORATA NEL PROCESSO ALIOTTA?

Quello relativo alla gestione della casa di cura di Santa Marinella e ai rapporti con il gruppo Aliotta non è tuttavia il solo aspetto della attività di Suor Flaviana Venturi che interessi l'autorità giudiziaria.

Non più tardi di due mesi fa i quotidiani, anche quelli che come il "Tempo" avevano accolto con ironia e incredulità le notizie di "Agenzia Radicale", hanno dovuto pubblicare la notizia di un'inchiesta giudiziaria in corso di svolgimento sulla attività di questa suora-impresaria. In un ampio servizio, firmato da Lino Jannuzzi, e pubblicato dall'"Espresso", veniva a questo proposito data notizia di una perquisizione presso la Casa Generalizia dell'Ordine effettuata dalla polizia tributaria. Erano stati sequestrati ingenti quantitativi di generi di contrabbando (liquori e tabacchi esteri) ed era stata accertata l'esistenza di ricchissimi depositi di antiquariato. Almeno per questo aspetto venivano così confermate da altri organi di stampa le informazioni fornite da "A.R." ATTENDIAMO ORA DI SAPERE COSA E' EMERSO DALLA INCHIESTA GIUDIZIARIA A PROPOSITO DELLE ATTIVITA' PIU' SPECIFICAMENTE "ASSISTENZIALI" DI SUOR FLAVIANA.

Si svende il patrimonio pubblico a favore di enti ecclesiastici

Su queste attività altre notizie sono state infatti pubblicate da "A. R." e riguardano la vendita a questo Ordine a condizioni di particolare favore di alcune aree prefabbricabili da parte degli Ospedali Riuniti di Roma.

("Agenzia Radicale", n. 114, 23 luglio 1965)

"Da elementi n nostro possesso risulta che il" Pio Istituto di Santo Spirito ovvero gli Ospedali Riuniti di Roma "(che il processo Aliotta ha portato alla ribalta quale soggetto di pratiche non dissimili da quelle degli imputati)" ha di recente venduto alla Madre Generalizia dell'Ordine delle Serve di Maria Riparatrice, Suor Domenica Bonato, circa 30.000 mq di terreno a L. 57, e corca 100.000 mq a L. 400, per un totale di circa 55 milioni, in località Passo Oscuro. "La maggior parte del terreno dovrebbe servire per la costruzione di un grande preventorio ed in considerazione di tale finalità il ministro degli Interno Rumor propose al Presidente della Repubblica Segni di decretare l'esonero di ogni tassa sull'operazione.

Lotti di terreno adiacenti, nella stessa località, sono posti in vendita a prezzi che vanno dalle 5.000 alle 8.000 al mq. Salvo ulteriori accertamenti, è possibile dunque supporre che il terreno è stato alienato dal Prefetto Adami, commissario agli Ospedali Riuniti, a favore dell'Ordine in questione, in condizioni del tutto particolari.

Comunque, mentre a Roma gli Ospedali rifiutano di accogliere malati, anche gravi per difficoltà patrimoniali e finanziarie che non consentirebbero loro di accrescere i servizi essenziali e di far fronte alle esigenze minime della collettività, si alienano a cifre irrisorie le sostanze degli Enti pubblici. In secondo luogo, viene confermata la denuncia fatta dal Partito Radicale sull'accumulazione di enormi fortune da parte di Enti, Ordini ed opere pie che, ricevendo dallo Stato rette apparentemente modeste, per una prestazione di servizi sanitari in genere di carattere giornaliero accumulano in pochi anni, senza altro cespite apparente, patrimoni ingenti. Poiché sembra da escludersi che le rette di per sé consentano tali arricchimenti, appaiono in tal modo pienamente legittimati i sospetti avanzati sull'effettiva esistenza degli assistiti, o sul cumulo di rette che ogni assistito reale o fittizio consente di realizzare, oltre alle ben note pratiche, ma che possono essere considerate una degenerazione, anche

se frequente, di irresponsabilità, o di disgustoso sfruttamento, degli assistiti, malnutriti e mal curati.

Ecco ancora una volta emergere il significato dell'azione della DC, e degli ambienti clericali, e le enormi responsabilità dell'autorità tutoria e dei copri ispettivi.

Dall'appalto dei bambini a quello dei moribondi: uno strano "albergo della gioventù"

Ma il sistema degli appalti è all'origine del marcio della assistenza pubblica, senza soluzioni di continuità, dalla culla alla tomba. Dopo l'appalto dei bambini, quello dei moribondi. Dopo una suora-impresaria, un religioso: per la precisione Padre Gregori. Dopo i rapporti fra Ospedali Riuniti e Suor Flaviana Venturi, quelli fra gli Ospedali Riuniti e Padre Gregori. Dopo la svendita di aree fabbricabili a un Ordine di suore, l'appalto di povere vecchie malate, croniche e incurabili a un "padre" altrettanto intraprendente e spregiudicato.

A questo punto l'inchiesta assume tinte macabre. Un settimanale milanese "ABC" pubblica in proposito notizie attinte direttamente al Comune di Santa Marinella. Un "albergo della gioventù", gestito da Padre Gregori, che non aveva avuto fortuna come tale, viene adibito ad ospizio. E' una macabra processione di vecchie signore dagli Ospedali Riuniti di Roma all'"Albergo della Gioventù" e, da qui, dopo breve permanenza, al piccolo cimitero di Santa Marinella. Gli Ospedali Riuniti risparmiano così gran parte delle spese di inumazione (25.000 lire a Roma, 5.000 a Santa Marinella), mentre Padre Gregori può usufruire delle rette che gli vengono corrisposte da questo Istituto. Presso il suo "albergo della gioventù" i medici del Comune non hanno accesso. In poco tempo il cimitero di Santa Marinella si rivela non più sufficiente ad accogliere le richieste di Padre Gregori.

Ente femminile di assistenza: signore De Gasperi, Mattarella, Caronia, Tupini, Rebecchini, Gonella, ecc.; on. Andreotti; ing. Catti

Ma chi è Padre Gregori?

("Agenzia Radicale" n. 115)

"Il sindaco Petrucci, i dirigenti dell'ONMI, i democristiani di Roma, lo conoscono bene. Padre Gregori è persona molto vicina a madre Flaviana Venturi: ne è, o ne è stato, il confessore. Il settimanale milanese accennava a pretesi conflitti tra l'onnipotente mons. Fiorenzo Angelini, protettore e collaboratore di madre Flaviana, e a Padre Gregori.

Se vi sono dispute di famiglia, Padre Gregori e mons. Angelini sono vecchi amici, da tempo. Come vecchi amici sono il prof. Alonzo (che sotto la fiduciosa e certamente innocente copertura del presidente Prefetto Adami, sulla cui onestà e rettitudine sembra sia giusto contare, governa di fatto gli Ospedali Riuniti di Roma) e lo stesso mons. Angelini, tra l'altro ospiti assieme, in passato, delle residenze di madre Flaviana..."

Altri fatti, altri nomi vengono chiamati in causa, nuove denunce vengono avanzate dalla inchiesta del Partito Radicale. Il quadro di allarga. Questa volta non si tratta di un ordine religioso, ma di un ente "laico", l'"Ente Femminile di Assistenza", del cui consiglio di Amministrazione fano parte le mogli dei più noti uomini politici della Democrazia Cristiana.

("Agenzia Radicale" n. 114):

"Questo Ente ha sede presso il Comitato romano della Democrazia Cristiana. Ne è presidente la SIGNORA DE GASPERI, tesoriera la SIGNORA COCCIA, segretaria generale la SIGNORA CARONIA. Nel consiglio oltre le SIGNORE TUPINI, MATTARELLA, REBECCHINI, GONELLA, DOMINEDO', BATTISTA, sono presenti la SIGNORA COEN. Nomi, tutti questi, che esimono dalle presentazioni.

Venuti a conoscenza che la presidente nazionale dell'ONMI aveva riscontrato a suo tempo irregolarità a carico di questo Ente, coperte naturalmente dai Commissari romani, nel corso di alcune indagini abbiamo appreso che l'EFEAS stipula convenzioni per almeno cento milioni annui con tutti i Ministeri o Enti pubblici che hanno voci disponibili per l'assistenza.

Sulla carta le attività sono di tre tipi: centro di lavoro ed addestramento professionale, colonie estive, gestione di un preventorio a Velletri. In sostanza, riteniamo di poter affermare che, per quanto riguarda gli anni 1958-1963, l'Ente ha aumentato sistematicamente il numero degli effettivi assistiti con falsificazioni nella compilazione degli elenchi inoltrati secondo la legge alle autorità tutorie e agli Enti convenzionati; questo per quanto concerne i Centri di lavoro, le colonie estive diurne e temporanee e i doposcuola.

Inoltre l'EFEAS possiede terreno ed edificio del preventorio di Velletri. Il terreno viene acquistato a condizioni che vanno accertate nel periodo in cui l'on. Andreotti era Ministro delle Finanze. Non è dato sapere dove l'EFEAS abbia reperito le somme necessarie per costruire il preventorio, del valore approssimativo di corca mezzo miliardo. L'impresa cui fu affidato, a trattativa privata, il lavoro è quella dell'ing. CATTI, genero dell'on. De Gasperi.

Per un mese, bambini predisposti alla t.b.c. furono ospiti del preventorio, mentre questo era ancora senz'acqua e dovette essere rifornito con autobotti del Comune di Roma e di Velletri. Tutto questo perché scadenze politiche avevano imposto una determinata data di inaugurazione.

E' evidente che nessuna fra le gentildonne impegnate nell'EFEAS ha personalmente distratto somme di denaro a fini di personale lucro. Ma è anche evidente che irregolarità gravi vengono commesse e che non è concepibile che tutte le dirigenti ne siano all'oscuro. Qualcuno dovrà pure aver indicato, anche ad un ambiente così qualificato, la sostanziale "moralità", rispetto alle proprie idee, di comportamenti che a noi paiono invece reati. Qualcuno dovrà pure avere indicato come fosse possibile eludere le ispezioni ed i controlli. Qualcuno dovrà pure avere provveduto che ispezioni e controlli non fossero seri e reali.

Se queste supposizioni ed interpretazioni sono esatte, l'ipotesi configurata dal Partito Radicale che, dietro coperture politiche e religiose, di fatto si è venuta affermando una vera e propria associazione a delinquere, un vero centro di corruzione, apparirà suffragata da ulteriori elementi.

Questo senza voler minimamente sollevare chicchessia dalla responsabilità di atti illeciti e comunque poco corretti, quale quello dell'assegnazione all'ingegner Gatti, per trattativa privata, di lavori imprenditoriali dell'EFEAS".

Denunce di usura fra esponenti d.c.

Quale tipo di realtà sociale si sia venuta formando, in maniera mostruosa, intorno all'amministrazione dell'assistenza pubblica, varrà a meglio dimostrarlo un altro episodio. Da oltre un anno è stata presentata alla Pretura di Roma una denuncia per usura contro esponenti democratici cristiani di Roma, alcuni dei quali vicinissimi al sindaco Petrucci. A presentarla è stato il dott. Dario MORGANTINI, già segretario regionale della corrente fanfaniana, già sub-commissario con Petrucci e poi commissario dell'ONMI a Roma.

Il dott. Morgantini, uno dei pochi personaggi di cui abbiamo parlato in questa inchiesta a non aver avuto, ancora, fortuna politica, ha dichiarato nella sua denuncia di essersi trovato soffocato in una stretta usuraia a causa della esposizione finanziaria da lui affrontata per aiutare - secondo le sue affermazioni - la campagna della DC romana. In breve, secondo le sue dichiarazioni, decuplicò i suoi debiti iniziali, fino a raggiungere una somma non lontana, a quanto si afferma, dal mezzo miliardo. I suoi creditori poterono essere tacitati solo in parte, e per un certo periodo di tempo, grazie all'aiuto fornito anche dal sindaco Petrucci. Fra di essi il Morgantini ha indicato, oltre a un noto imprenditore romano, anche un usciere e un autista dell'ONMI, da lui assunti, sembra su richiesta del suo partito, nel periodo in cui era commissario di questo ente a Roma.

Si autorizza il centro sinistra

Ma chi era Dario Morgantini? Quali erano le sue amicizie e le sue influenze politiche? Di quali appoggi e di quali entrature godeva presso gli ambienti ecclesiastici? Personaggio apparentemente secondario e pressoché totalmente sconosciuto al di fuori dei ristretti ambienti della DC e della assistenza pubblica romana, si ritrova, nel periodo in cui era commissario romano dell'ONMI, in una fotografia ripresa da una agenzia a Madrid e pubblicata dai giornali, a fianco del Generalissimo Franco e del Nunzio Apostolico.

Già segretario del centro studi "Luigi Sturzo", è nella casa del dott. Morgantini che si svolse un'importante riunione di uomini politici e alti prelati, alla vigilia della costituzione della prima giunta di centro-sinistra a Roma. A quella riunione partecipò il futuro sindaco di Roma (lo sarebbe diventato presto dopo il breve intermezzo di Della Porta), che poteva già contare sulla amicizia e sulla protezione del potente Mons. Angelini. Fu dopo quella riunione, nella quale si trovarono a casa di Morgantini il cardinale Valeri, Mons. Solari e Mons. Guerri, che fu data dalle gerarchie ecclesiastiche, che fino allora avevano sostenuto tutte le giunte di centro-destra da Rebecchini, a Cioccetti, a Tupini, l'autorizzazione per la operazione di centro-sinistra. Unica garanzia: che questa operazione fosse autorizzata dal gruppo doroteo, di cui Petrucci divenne insieme a Ponti e a Signorello, uno dei più importanti esponenti.

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Nonostante contraddizioni e incertezze il dibattito parlamentare sull'INPS ha creato le premesse per una azione unitaria della sinistra

A dieci anni di distanza, lo slogan con il quale i radicali affrontarono nel 1956 la campagna elettorale contro Rebecchini - "capitale corrotta nazione infetta" - resta purtroppo ancora valido. Solo che processo di infezione non è più allo stadio iniziale, ma è molto più diffuso ed avanzato. E' a Roma che hanno la loro sede, i loro uffici, i loro "affari" i dirigenti dei numerosi enti assistenziali e previdenziali - fra cui emerge l'INPS - che sono stati al centro di scandali e di polemiche e, in più d'un caso, sono assurti all'onore delle cronache giudiziarie.

Nel caso dell'INPS, soltanto la denuncia radicale, ripresa da giornali come l'"Astrolabio", "L'Espresso" ed anche da ABC ha consentito, valutando in tutta la loro gravità e la loro importanza le denunce dell'on. Angelo Corsi, di rompere il silenzio e le reticenze che circondavano la situazione di questo ente, portandola all'attenzione del Parlamento e del Paese.

Questa battaglia particolare è servita a dimostrare come sia stato possibile a una coalizione di interessi, che vedeva uniti alcuni settori della classe politica del regime, padronato, forze pseudo-sindacali e alta burocrazia, mettere in pratica in questo ventennio "democratico" una legislazione corporativa che il fascismo, a causa della guerra, non era riuscito a realizzare compiutamente. I fatti scandalosi del processo Aliotta, i numerosi casi di ingerenza politica ad opera di partiti o uomini di governo, la recente incriminazione di alti funzionari dell'INPS fra cui l'ex direttore generale Cattabriga, l'istruttoria penale per truffa aggravata e continuata a carico dell'ex direttore dell'Istituto "Principi di Piemonte" a Napoli sono le prove e le conseguenze di questa situazione. In questo quadro non è difficile spiegare e collocare gli avvenimenti più clamorosi che le inchieste giornalistiche e il recente dibattito parlamentare hanno rivelato: la pratica dei subappalti, la mancanza dei controlli, le ispez

ioni preavvertite dello scandalo Aliotta: le connivenze fra potere politico e burocrazia che riescono a impedire la punizione dei funzionari colpevoli, oggi in attesa di un tempestivo provvedimento di amnistia: l'influenza all'interno dell'INPS di un membro della Direzione del PSDI Santoro, già coinvolto in altri scandali, che ha tanto potere da determinare contro il parere del Presidente dell'Istituto la nomina del vice direttore generale e che può continuare indisturbato la sua carriera politica grazie ad altissime protezioni, cui non possiamo fare riferimento senza rispecchiare l'incriminazione per vilipendio.

E ancora: l'intervento diretto e documentato di un Presidente del Consiglio a favore di un funzionario colpevole di gravissime irregolarità, lo stesso funzionario oggi incriminato per truffa dalla magistratura di Napoli; l'abbraccio di solidarietà durante il dibattito in Senato del ministro Bosco al sen. Monaldi, "soprintendente scientifico" e caposcuola dello stesso Sanatorio dove si erano verificate queste irregolarità... potremmo continuare.

La campagna radicale, l'intervento diretto del nostro partito anche presso ambienti della stessa maggioranza, da quelli socialisti a quelli vicini alla Presidenza del Consiglio, ha impedito per oltre cinque mesi la defenestrazione dell'on. Angelo Corsi dalla presidenza dell'INPS, dell'unico uomo cioè che ha dimostrato di essere estraneo e di volere e sapere combattere un gruppo di potere e un sistema di sfruttamento che estendeva il proprio controllo sull'intero settore dell'assistenza pubblica. Quando il suo allontanamento che era già stato deciso per il 5 settembre 1965, se è verificato nel marzo scorso, subito dopo l'insediamento del fanfaniano Bosco al ministero del Lavoro, non era ormai più possibile soffocare lo scandalo, sottraendolo alla conoscenza e al giudizio dell'opinione pubblica e delle forze politiche.

Partiti, stampa di sinistra riesaminano le loro posizioni

Purtroppo, proprio in questa circostanza, mentre tutto questo era in gioco, gli altri partiti della sinistra hanno dimostrato gravi contraddizioni e indecisioni. I comunisti hanno rischiato infatti di trovarsi a fianco delle peggiori forze interessate alla difesa di questo istituto corporativo a causa di una campagna dell'"Unità" esclusivamente rivolta, contro ogni obiettivo elemento di valutazione, ad attaccare l'on. Corsi. I veri termini di scelta non hanno tuttavia tardato ad imporsi in questo settore della sinistra, grazie alla diversa linea seguita dal "Paese Sera" e alla battaglia condotta dal gruppo parlamentare comunista al Senato. I socialisti, che pure avevano le mani pulite in questa faccenda dell'INPS e che si erano in un primo tempo dichiarati favorevoli ad un inchiesta parlamentare, hanno finito invece in Senato per subordinare anche in questo caso, essenziali interessi democratici ai rapporti che condizionano la maggioranza di centro-sinistra. Anche per i socialisti tuttavia, gli errori determ

inati dai cedimenti del sen. Vittorelli non sembrano essere definitivi. Il comportamento del sen. Gatto alla Presidenza della Commissione Lavoro e Previdenza sociale, sembra ormai aver riaperto il problema dell'inchiesta parlamentare, inducendo i socialisti a riconsiderare il valore delle iniziative che insieme al sen. Parri e agli altri organi di stampa di tendenza radicale, abbiamo ripetutamente proposto a tutte le forze della sinistra.

Cosa ha permesso al Partito Radicale di dare fin dal primo momento un contributo essenziale a una giusta impostazione del problema della assistenza pubblica, valida per tutta la sinistra? Ancora una volta una analisi di carattere anticlericale - ritenuta da altri superata o piccolo-borghese - ha incontrato purtroppo la realtà del paese.

Esistono oggi - grazie anche a questo nostro contributo di chiarezza - le premesse per una battaglia comune da condurre nel Parlamento e nel paese per il risanamento, lo sviluppo civile e moderno delle strutture della assistenza pubblica.

L'intransigenza può battere la D.C.

Perché questo si verifichi è necessario che comunisti e socialisti sappiano trarre tutte le conseguenze dalle giuste impostazioni di carattere generale su cui si fondano sia i programmi elaborati, per il PCI, da Giovanni Berlinguer e il conseguente comportamento dei gruppi parlamentari di questo partito, sia la dura lotta che, per il PSI, il ministro Mariotti ha dovuto sostenere nell'ambito del governo per affermare il suo programma di riforma ospedaliera E' necessario che questi partiti sappiano eliminare e rifiutare tattiche contraddittorie rispetto a quelle impostazioni; che i rappresentanti della CGIL negli enti assistenziali e previdenziali tornino ad assumere una posizione intransigente e combattiva a tutela degli interessi dei lavoratori; che i gruppi parlamentari del PSI si oppongano alle pretese della Democrazia Cristiana, che vuol coprire attraverso la maggioranza di centro-sinistra le proprie responsabilità e quelle dei propri dirigenti, dei propri ministri e dei propri amministratori, mantenendo

così una situazione di malgoverno.

A questo condizioni, la battaglia per il risanamento e lo sviluppo della assistenza pubblica sarà nei prossimi mesi una battaglia vittoriosa. Ma perché questo si verifichi è necessaria la presenza nel paese di una forza laica, libera e intransigente.

 
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