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Agenzia Radicale - 31 maggio 1966
SCUOLA: le nuove scelte

SOMMARIO: Nelle elezioni amministrative del giugno 1966 il Partito radicale stipula una alleanza elettorale con il PSIUP per una lista comune a Roma, a Genova e in altri centri minori sulla base della comune opposizione alla Dc e al centro sinistra (il PSIUP si era formato all'inizio del 1964 dalla scissione della sinistra socialista contraria all'ingresso del Psi nel governo con la Dc).

Dal numero elettorale del giornale "agenzia radicale", i temi della lotta del Partito radicale per il rinnovamento delle strutture scolastiche, contro la scuola confessionale e per la difesa della scuola pubblica nei confronti delle scuole private.

(AGENZIA RADICALE n. 121, 31 maggio 1966)

"In questi giorni, l'occupazione della Università di Roma da parte di studenti, assistenti, docenti ha dato al paese, ai democratici italiani, la consapevolezza che un impegno per il rinnovamento delle strutture scolastiche che coinvolga le grandi masse studentesche e degli insegnanti è possibile e può ottenere importanti vittorie.

Ma - nel momento in ci la legge per la scuola materna statale subisce in Parlamento gravi e forse irreparabili colpi per la volontà della Democrazia cristiana e l'opposizione degli interessi delle scuole clericali, nel momento in cui una riforma importante, anche se insufficiente e parziale, come quella che ha istituito la scuola media unificata, è fatta oggetto di attacchi massicci che tendono a sminuirne ogni giorno la portata, nel momento in cui più articolata si sviluppa la manovra per dissociare le leggi finanziarie straordinarie da ogni proposta di riforma delle strutture, come quella per l'Università - ancora insufficiente e fragile, pericolosamente esposta a possibili, e già prevedibili, involuzioni e passi indietro appare essere la stessa protesta universitaria, e soprattutto del tutto insufficienti si dimostrano quelle strutture, quelle forze, quegli organismi in cui dovrebbe articolarsi l'opposizione democratica, delle masse" dei lavoratori della scuola, "alla pesante offensiva conservatrice.

Contro la gestione corrotta, inefficiente e reazionaria di" tutti "i gangli vitali della scuola italiana non meno pubblica che privata che i clericali - attraverso lo sgoverno del Ministero, la collusione con tutti gli interessi conservatori, i miliardi di finanziamento alle scuole gestite da ordini religiosi, la creazione di enti e carrozzoni nominalmente a carattere pubblico e sostanzialmente controllati dall'UCIIM o da suoi uomini di fiducia, il sistematico sottogoverno ed il malcostume burocratico - hanno mantenuto per questi venti anni; ma anche contro le debolezze, il sostanziale, continuo, colpevole cedimento dei socialisti e repubblicani al governo, il Partito radicale sostiene la necessità di una vigorosa ripresa" laica "e democratica che passi attraverso il potenziamento, lo sviluppo, la iniziativa delle strutture unitarie della sinistra: in primo luogo, sottraendole alla burocratizzazione imposta dagli apparati degli stessi partiti democratici, il repubblicano non meno che il socialista o il comun

ista, e restituendole alla loro autonomia di autentica espressione delle forze militanti nella scuola, studenti e personale amministrativo, maestri o professori medi o docenti universitari.

Insegnanti medi, universitari e studenti militanti nel Partito radicale hanno lanciato un appello per una costituente della scuola laica e democratica che porti alla costituzione di un grande sindacato nazionale della scuola pubblica aderente alla CGIL che organizzi verticalmente le forze dei" lavoratori della scuola, "studenti, insegnanti, maestri e personale amministrativo e ne affianchi le lotte a quelle del mondo del lavoro. Il Comitato promotore del Sindacato Nazionale della Scuola Pubblica, al quale hanno aderito alcune centinaia di indipendenti, socialisti, comunisti, socialproletari, ha individuato e denunciato gli equivoci che sono alla base della attuale crisi sindacale ed associativa:"

"Il Comitato - "afferma il documento costitutivo" - rivendica una organizzazione unica, comune e democratica di tutte le categorie del mondo della scuola, condannando fermamente come reazionarie tutte le "autonomie" che tendono di fatto ad esprimere una visione gerarchizzata della responsabilità e dei problemi dei docenti". "Ma, avverte il documento", "ad una vera azione unitaria, che porti ad un necessario Congresso della Scuola Pubblica Italiana, è pregiudiziale 1) la promozione di un dibattito rigoroso sui temi di fondo ed i suoi obiettivi; 2) la raccolta di tutte le forze laiche e progressiste della scuola attorno ad un programma di rivendicazioni avanzate e alla lotta per la loro realizzazione. Occorre infatti capire che vi è una profonda differenza fra una vera ``unità democratica'' e l'attuale ``unanimità associativa''. Questa significa concretamente, nelle presenti condizioni storiche del nostro paese, abdicazione da ogni lotta ideale e negazione delle realtà obbiettive che la rendono necessaria. Nes

suno ha negato l'importanza che la unità di azione tra organismi sindacali diversi ha avuto per l'esito positivo di lotte ingaggiate nel mondo del lavoro. Ma una vera "unità di azione" potrò essere perseguita solo se gli schemi delle divisioni interne del mondo della scuola saranno articolati in modo più realistico e meno reazionario. Non è necessaria una struttura per categorie, ma una divisione per opinioni, obiettivi di lotta, consapevolezza della propria condizione nella società moderna. Non è possibile una prassi democratica e progressista ove manchi o sia rinviato l'effettivo collegamento (che invece deve essere evidente ed immediatamente operante) fra volontà ideali e strutture, organizzazione, strumenti operativi e decisioni tattiche".

"La nuova effettiva unità si oppone dunque alle esistenti sclerotiche organizzazioni: ad esempio", "il Sindacato Nazionale della Scuola Media non è altro che il residuo di una situazione e di concezioni superate, omogenee di fatto alle forze della conservazione, clericali e capitalistiche; la sua politica è, di fatto, subordinata alla volontà di maggioranze politiche e parlamentari rivelatesi puntualmente in questi anni estranee alle esigenze di sviluppo della scuola pubblica; il SNSM... ha isolato dalla loro naturale base e allontanato dalla individuazione degli obiettivi necessari le forze di rinnovamento che vi sono tuttora impegnate.

"Analogamente, il documento rileva anche quanto il mito della "autonomia" e la spicciola politica praticata, al di fuori di una coscienza generale dei problemi della scuola italiana significhi a determinare le posizioni "conservatrici" del SASMI.

Infine, se la recente lotta dell'Università di Roma ha dimostrato, l'intrinseca insufficienza delle organizzazioni studentesche, colte alla sprovvista sopravanzate e messe sotto accusa dagli stessi studenti democratici, il Comitato Promotore del Sindacato Nazionale della Scuola Pubblica insiste invece nell'affermare che ogni rivendicazione di rinnovamento" "non può escludere le centinaia di migliaia di studenti universitari e di scuole superiori, le cui caratteristiche di presenza nel mondo della scuola non possono più, in una società moderna, essere interpretate diversamente da quelle di giovani lavoratori intellettuali".

"L'impulso unitario, l'impegno laico devono rinnovarsi, secondo il Partito Radicale, anche all'interno della organizzazione unitaria di sinistra, l'ADESSPI, che dopo le grandi battaglie che liquidarono il piano Fanfani è oggi costretta alla impotenza e alla paralisi, contro la volontà dei militanti, nella comune responsabilità dei partiti della sinistra. A Milano, ed Udine come a Roma, i professori e gli studenti radicali impegnati in questa associazione hanno, insieme ad altre forze, dimostrato come la autonomia delle iniziative, l'individuazione di obiettivi sentiti e seri, la rispondenza alle esigenze più vive del mondo della scuola possano garantire una profonda" vitalità "alla associazione. Ed è stato grazie a questi sforzi se la sezione romana ha potuto organizzare, nel novembre 1964 la "Marcia della Scuola" che vide, in opposizione all'opportunismo e all'assenteismo di sindacati e partiti, migliaia di studenti e professori affrontare anche lo specioso divieto delle forze di polizia in una manifestazio

ne pubblica in difesa della scuola che resta la più importante, la più vigorosa, la più autenticamente unitaria, la più genuinamente popolare, fra quante ne siano state effettuate a Roma in questi anni. Questa prova di capacità e di sensibilità ha portato nuove forze all'ADESSPI romana, di indipendenti, di comunisti che hanno saputo imporre anche all'interno del loro partito la validità della propria scelta autonoma, di socialisti e socialproletari.

Attraverso queste indicazioni e concreti impegni il Partito Radicale ha portato avanti una battaglia che deve essere ormai comune a tutta la sinistra; una battaglia che, stimolando a precise assunzioni di responsabilità insegnanti e studenti appartenenti ai partiti democratici non meno che gli indipendenti oggi purtroppo coinvolti nella atmosfera di scetticismo, di ribellione latente e velleitaria, possa contrapporre alla politica clericale degli Elkan come dei Gui, dei Franceschini come dei Bosco o dell'onorevole Badaloni, dei grandi "baroni" dell'Università assenteisti o corrotti, del monopolio ogni giorno più pesante e lucroso delle scuole private, delle grandi aziende che gestiscono i loro feudali centri di formazione professionale, e infine dei sindacati corporativi, una effettiva prospettiva di alternativa in questo settore che è di primaria importanza per lo Stato, affinché esso possa esercitare nella società italiana il proprio ruolo di direzione, nella piena espressione delle ingenti forze civili ch

e vi sono impegnate."

 
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