2.000 persone all'Adriano per uno Stato sovrano e laicodi Gianfranco Spadaccia
SOMMARIO: Il 12 febbraio è stata organizzata una manifestazione laica a Roma al teatro Adriano per rispondere alla provocazione costituita dal discorso di Paolo VI al Tribunale della Sacra Rota. Il successo di pubblico ha dimostrato la presenza nel Paese di una opinione pubblica laica, cosciente, matura e decisa a contrastre le pretese del Vaticano e della DC. Marco Pannella ha voluto spiegare il significato dell manifestazione, perché si era voluto convocarla il 12 febbraio in occasione del 38· anniversario del Concordato. Loris. Fortuna ha affrontato il problema della rilevanza giuridica e istituzionale del concordato ai fini dell'approvazione del suo progetto di legge. Il problema di fondo sta nel renderci conto dei limiti della pressione dell'autorità religiosa sul diritto di autodeterminazione politica. L'on. Pannella ha rivolto un appello a tutti i partiti della sinistra italiana perché fondino tra loro unità e l'alternativa democratica oltre ogni scontato colloquio anche nella lotta anticlericale.
(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 4, febbraio 1967)
"La grande manifestazione laica e divorzista del 12 febbraio al Teatro Adriano di Roma, rappresenta la migliore risposta alla campagna che gerarchie ecclesiastiche e comitati civici hanno scatenato nel paese dopo il voto della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. Inizialmente promossa dal Partito Radicale, nel quadro del programma di iniziativa anticlericale che questo Partito aveva deciso di organizzare per il 1967, la manifestazione ha poi acquistato un carattere diverso, più ampio e unitario. Il duro discorso di Paolo VI pronunciato davanti al Tribunale della Sacra Rota all'indomani del voto della Camera, esigeva infatti una risposta.
L'organizzazione passava sotto il controllo di un comitato di associazioni e personalità laiche, che chiedevano di patrocinarla, e fra queste in primo luogo la Lega Italiana per l'Istituzione del Divorzio. Rappresentanti di tutti i partiti laici della sinistra sono intervenuti o hanno inviato la loro adesione. Il prof. Alessandro Galante Garrone, il prof. Lamberto Borghi, il deputato comunista Fausto Gullo, l'avv. Giovanni Ozzo, il prof. Bausani della Associazione per le libertà religiose, i pastori Foligno e Girardet, il prof. Luigi De Marchi e numerose altre personalità della politica e della cultura hanno accettato di presiederla".
Contrastare le pretese del Vaticano e della DC
"Il successo registrato si deve però soprattutto al pubblico, che ha risposto con immediatezza e con entusiasmo all'appello dei promotori. Affollando il più grande teatro romano in ogni ordine di posti, esso ha dimostrato come esista ormai nel paese una opinione pubblica laica e cosciente e matura, decisa a contrastare le pretese del Vaticano e della Democrazia Cristiana e a portare avanti con intransigenza la battaglia per il divorzio nel nostro paese.
La manifestazione ha avuto inizio con la commemorazione di Ernesto Rossi, che avrebbe dovuto presiederla e che è purtroppo scomparso pochi giorni addietro. "Ernesto Rossi è con noi" era scritto sotto il palco della presidenza. "La sua morte - si è detto aprendo la riunione - ci ha lasciato addolorati e sconvolti. Sappiamo che, per noi, l'unico modo di commemorarlo degnamente è quello di proseguire quella battaglia laica, che con i suoi scritti e con la sua opera fino all'ultimo momento non ha mai cessato di combattere".
L'Avv. Giovanni Ozzo ha letto una frase dello scrittore scomparso: "Comunque penosa sia la situazione presente, comunque avanzato sia il processo di involuzione confessionale della nostra Repubblica, noi, però, non disperiamo. Sulla storia dell'umanità non cala mai il sipario, ed attori del dramma siamo noi, con la nostra volontà e i nostri ideali".
Un minuto di silenzio per Ernesto Rossi
"In piedi l'intero teatro ha quindi osservato un minuto di silenzio.
Mario Berutti, Loris Fortuna e Marco Pannella hanno nei loro discorsi, seguiti con attenzione e spesso interrotti dagli applausi, spiegato il significato della manifestazione: perché si era voluta convocarla in occasione del 38· anniversario del Concordato; perché figuravano fra i promotori altre associazioni laiche oltre alla Lega per il Divorzio.
L'avv. Berutti ha ricordato come il riaccendersi della polemica laica sia la conseguenza quasi naturale dello sviluppo raggiunto nel paese dalla campagna divorzista. "Perché - si è chiesto l'oratore - tanti ostacoli vengono frapposti ad una sollecita discussione in commissione e ad un sollecito passaggio in aula del progetto di legge Fortuna? Si ha l'impressione - ha osservato - che in un clima di conformismo e di ufficiale deferenza verso le gerarchie ecclesiastiche, tutti gli espedienti procedurali possano essere messi in atto per impedire che la Commissione Giustizia e successivamente le due Assemblee della Camera e del Senato compiano il loro dovere".
"Nonostante queste pessimistiche pressioni - ha detto ancora Berutti - osiamo ancora esprimere l'augurio e la speranza che una ragionevole interpretazione del Concordato e soprattutto la ferma difesa della indipendenza e della sovranità della nostra Repubblica possano consentire un non lontano ritorno e quel felice equilibrio fra Stato e Chiesa che il nostro Risorgimento aveva saputo realizzare e garantire.
E' quindi salito alla tribuna, accolto con un lungo applauso del pubblico, l'on. Loris Fortuna. Il presentatore del progetto di legge per la introduzione del divorzi ha affrontato il problema della rilevanza giuridica e istituzionale del Concordato ai fini della approvazione del suo progetto di legge, problema sollevato dal Pontefice nel suo discorso ai giudici della Sacra Rota".
Potere ecclesiastico e potere civile
"In termini di dibattito civile, esenti da incontrollate spinte emotive, in occasione del 38· anniversario dei Patti Lateranensi, noi riteniamo si debbano fissare con assoluta chiarezza i punti irrinunciabili dei laici perché si affermi la sovranità dello Stato in ogni circostanza e contro qualsiasi attentato. La esigenza fondamentale attuale è il chiarimento, l'approfondimento del problema dei rapporti fra potere ecclesiastico e potere civile in regime di democrazia, in una parola l'incontro fra cattolicesimo e democrazia moderna".
Data la speciale dipendenza dei cattolici italiani - ha proseguito Fortuna - dalle gerarchie ecclesiastiche, il problema di fondo, seguendo il pensiero di Norberto Bobbio sta proprio nel renderci conto di quali siano i limiti della pressione della autorità religiosa sul diritto di autodeterminazione politica. In questo senso gli interventi della gerarchia cattolica contro la decisione di una commissione della Camera dei Deputati sono allarmanti e richiedono l'immediata difesa dell'autonomia dello Stato da parte dei laici.
"E' in questo contesto - ha chiarito l'on. Fortuna - che la lotta per l'introduzione del divorzio in Italia non si esaurisce in una spinta settoriale, ma acquista un valore simbolico per riaffermare i diritti dello Stato. Quando la Chiesa, per contrastare l'autonomia dello Stato, utilizza politicamente l'arma del Concordato in quello stesso momento riaccende la tensione in tutti i laici, contro quel particolare strumento politico. E' così - ha concluso - che la battaglia per il divorzio acquista dimensione sempre più vasta e sempre più decisa".
L'on. Fortuna ha anche polemizzato con quei laici - e in particolare con l'avv. Leopoldo Piccardi per un articolo scritto sull'"Astrolabio - "che propongono come possibile compromesso l'introduzione del divorzio solo per i matrimoni civili.
Dopo aver ricordato che questa tesi sembra ormai farsi strada anche negli ambienti cattolici (è stata infatti velatamente sostenuta dall'"Avvenire d'Italia "ed esplicitamente accettata in una Conferenza al Vaticano dal prof. Pio Cipriotti), Fortuna ha detto che essa non può essere accettata dai divorzisti in primo luogo perché implicherebbe una grave limitazione della sovranità dello Stato e, in secondo luogo perché comporterebbe il sacrificio di quella grande massa di coniugi separati, vincolati da matrimonio concordatario.
Ha preso da ultimo la parola Marco Pannella.
"Le forze laiche e democratiche italiane - ha detto - stiano attente: questo è il monito che s'alza da questa nostra grande manifestazione. Il mondo clericale italiano ieri circoscritto nello stesso concilio dalla grande maggioranza dei cattolici di tutto il mondo, cerca oggi di costituire la sua Vandea fondandola sul potere temporale, che si afferma sempre più in Italia. Lo stesso giorno in cui la stampa cattolica aggrediva il Partito Radicale per l'anno anticlericale che abbiamo proclamato, sull'"Osservatore Romano "si attaccavano anche i cattolici tedeschi rei di non difendere con abbastanza vigore il Concordato, stilato fra il Vaticano e la Germania nazista a proposito delle scuole private.
La polemica contro l'anticlericalismo si poggia non solo sul timore della nostra forza in un paese che è più avanzato della sua classe dirigente ma è un modo di combattere all'interno stesso del mondo cattolico come dimostra l'accettazione della libertà politica e del laicismo da parte della migliore cultura cattolica in tutto il mondo".
"Rivolgiamo un appello - ha concluso Pannella - a tutti i partiti della sinistra italiana perché fondino la loro unità e l'alternativa democratica oltre ogni scontato colloquio anche nella lotta anticlericale. E' questo l'unico modo di sottrarre il vieto laicismo di questi venti anni dalla sua funzione subalterna, dall'agnosticismo, dalla rassegnazione per renderlo capace di una intransigente lotta per la libertà e il progresso".
A chiusura della manifestazione, una folla di oltre cinquecento persone si è recata a Porta Pia per collocare davanti alla storica breccia una corona di alloro. Il pubblico dell'Adriano ha così voluto esprimere la propria protesta per una grave provocazione della polizia, avvenuta il giorno prima - l'11 febbraio - nella ricorrenza di Patti Lateranensi. Una corona d'alloro deposta davanti alla breccia del Partito Radicale era stata asportata dagli agenti e tre persone - Marcello Baraghini, Antonio Azzolini e Giorgio Moroni - erano state denunciate alla Magistratura sotto l'accusa di "manifestazione sediziosa" e di "collocamento di scritte non autorizzate".
Purtroppo quell'intervento, che ha determinato la presentazione di alcune interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato, è stato solo l'episodio più grave di una vera e propria azione persecutoria messa in atto dalla polizia contro i numerosi giovani laici e divorzisti, appartenenti a diversi partiti, che si sono prodigati con la loro attività e la loro propaganda a favore della riuscita della manifestazione dell'Adriano.
Ricollocata al suo posto - con la partecipazione degli oratori e della intera presidenza del convegno, a cui si è unito anche il prof. Guido Calogero - la corona è stata questa volta rispettata dagli agenti".