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Partito radicale - 1 aprile 1967
"Il Partito Radicale per l'alternativa laica"
3· CONGRESSO DEL PARTITO RADICALE

SOMMARIO: Relazione della commmissione, nominata dal Consiglio Nazionale, per la preparazione e la convocazione del Congresso. Si riferisce sul lavoro compiuto nel definire "quei settori e quei problemi sui quali il partito è meglio riuscito...a qualificare la propria presenza nell'ambito della sinistra italiana", e nel darne via via notizia agli iscritti attraverso il notiziario "Informazioni per il Congresso". In base a questo lavoro di messa a fuoco, la commissione propone per il congresso il tema "Il partito radicale per l'alternativa laica". "Anticlericalismo, internazionalismo, federalismo, pacifismo e antimilitarismo" sono le lotte che il partito dovrà proporre all'intera sinistra, come alternative alle errate posizioni delle sinistra, e in conseguenza della giusta analisi fatta circa il "significato storico" del "partito unico dei cattolici". Una volta definiti tali compiti, il partito dovrà però porsi il problema "delle occasioni di lotta" e delle "prospettive di convergenza e di alleanza", superand

o la sua oggettiva condizione di minoranza attraverso l'iniziativa e il confronto. Per realizzare questo tipo di obiettivi, il partito radicale offre intanto il suo statuto e il suo modello di congresso, che è congresso aperto anche ai non-iscritti. Questo modello organizzativo e questo tipo di congresso partono infatti dalla convinzione che nessun partito possa "esprimere" da solo tutto l'arco della sinistra "nella sua interezza" e ricchezza.

(III CONGRESSO NAZIONALE - BOLOGNA 12-13-14 MAGGIO 1967)

Nel luglio scorso, la Commissione nominata dal Consiglio Nazionale iniziò i suoi lavori per la convocazione del Congresso.

Essa unanimemente convenne che fosse necessario, prima di aprire lo stesso dibattito precongressuale, effettuare insieme a tutti gli iscritti una ricognizione delle iniziative attraverso le quali il Partito ha in questi anni manifestato la propria presenza politica ed elaborarne i contenuti per sottoporli alla discussione congressuale. Nei suoi quattro centri di iniziativa, la Commissione ha potuto così definire quei settori e quei problemi sui quali il Partito Radicale è meglio riuscito, soprattutto attraverso la lotta politica, a qualificare la propria autonoma presenza nell'ambito della sinistra italiana. Il notiziario »Informazioni per il congresso , diffuso a cura della Commissione tra iscritti e simpatizzanti, ha riportato in questi mesi i risultati delle iniziative della Commissione stessa man mano che sono stati acquisiti.

Accanto alla relazione della Segreteria del Partito, la Commissione presenterà al Congresso le conclusioni del proprio lavoro relativamente ai temi della politica internazionale e a quelli dei diritti civili, della riforma delle istituzioni e strutture dello stato e dell'organizzazione del partito moderno: sono questi, temi che i radicali ritengono oggi essenziali e determinanti anche per la definizione di uno sviluppo economico e sociale che veda tutti i lavoratori protagonisti nello stato così come lo sono nella società civile.

E' in riferimento a questa articolazione delle iniziative del Partito e del dibattito tra gli iscritti che la Commissione propone per il 3· Congresso il tema: »IL PARTITO RADICALE PER L'ALTERNATIVA LAICA che definisce l'impegno politico col quale portare avanti, nella situazione attuale, l'obiettivo di rinnovamento perseguito dal Partito: »TUTTI I LAVORATORI PER UNA CIVILTA' LAICA E PACIFISTA, PER UNA EUROPA LIBERATA DALLE STRUTTURE MILITARI, MONOPOLISTICHE, AUTORITARIE E CLERICALI .

A partire da questo quadro è aperto tra gli iscritti il dibattito precongressuale.

Il 3· Congresso dovrà formulare le direttive adatte a far sì che le scelte che il Partito propone divengano momento essenziale nella battaglia della sinistra. "Anticlericalismo, internazionalismo, federalismo, pacifismo e antimilitarismo" sono lotte attraverso le quali il Partito si è riaffermato nella politica italiana: anche a prescindere dalla scadenza elettorale del 1968, un ulteriore sforzo di elaborazione nella iniziativa appare adesso necessario.

Le indicazioni fornite dal Partito Radicale hanno avuto in questi anni e in molti settori il significato di vigorose proposte alternative a vecchie ed errate posizioni delle tradizionali componenti della sinistra: ed è forse bene ribadire che questo è stato possibile anche per la giusta analisi che il Partito ha fornito del significato storico e della politica del partito unico dei cattolici, punto di forza di tutti i dati reazionari presenti ed operanti nella nostra società. Per tali componenti, peraltro, si è venuto delineando in questi anni il problema di una nuova unità. In larghi settori di militanti delle forze della sinistra, sia di governo che di opposizione, si sviluppa una presa di coscienza della necessità di nuove linee di lotta per un'alternativa alle strutture del regime e al potere clericale, che coinvolgano, al di là degli schieramenti parlamentari, le formazioni partitiche e sindacali dell'intera sinistra.

In questo nuovo atteggiamento, i radicali non vedono però ancora affiorare una rigorosa revisione critica, né svilupparsi il dibattito su questi temi di fondo senza i quali essi ritengono che la costruzione di una reale alternativa non possa verificarsi. Nel generale risveglio di una nuova società laica ed europea che, nell'aspirazione del cittadino a un ruolo sempre più penetrante nella vita associata e all'assunzione di responsabilità democratiche sempre più estese a tutti i livelli, che mette in crisi la concezione sacrale, autoritaria, burocratica del potere, il 3· Congresso del Partito Radicale dovrà saperne esprimere i nuovi valori: dalle battaglie per i diritti civili al rinnovato sindacalismo, dagli accenni di una presa di coscienza da parte dei cattolici del significato del laicismo nel mondo moderno, a quelle aspirazioni libertarie che hanno la loro espressione più significativa - in tutto l'occidente - nella rivendicazione antimilitarista e indicano nelle varie forme di protesta non violenta e del

la resistenza civile i più tipici strumenti di lotta.

Sia nelle istanze del Partito sia nella stessa Commissione, si è iniziato, a partire da questa tematica, un dibattito che dovrà essere approfondito. La necessità unanimemente avvertita nel Partito di una "lotta politica centrata su battaglie adeguate alle motivazioni e agli obiettivi radicali" dovrà in conseguenza degli indirizzi acquisiti porsi "il problema della occasioni di lotta da scegliere e da provocare", così come quello delle prospettive di convergenze e di alleanza.

Già in molte occasioni il Partito Radicale ha saputo superare la difficile condizione di minoranza cui esso era costretto sia dall'intransigenza delle posizioni assunte, sia da obiettive difficoltà, sia dalla resistenza degli apparati degli altri partiti. Si è potuto tuttavia constatare più volte con quanta simpatia ed effettivo interesse le tesi radicali vengono accolte e recepite dai militanti e dall'opinione pubblica: convergenze ed alleanze sono stati infatti registrate in importanti occasioni, anche elettorali, ed ultimamente sulla battaglia laica del divorzio, intorno alla quale socialisti come comunisti e repubblicani si non trovati uniti.

Ma, oltre al problema dei rapporti con le altre forze della sinistra, fondamentale è la ricerca di forme organizzative sulle quali raccogliere nuove energie, siano esse già impegnate nell'attività politica o che a questa pervengano nel prendere coscienza della coincidenza tra fini di rinnovamento generale e obiettivi di difesa e promozione della propria condizione nella società. E' questa la ragione per cui, tra i temi essenziali del Congresso, figura la discussione e l'approvazione di un "nuovo statuto del Partito" che, realizzando indicazioni emerse già al momento della sua nascita nel 1955, offra alle forze democratiche un modello organizzativo articolato, non burocratico, rispettoso delle autonomia dei singoli come dei gruppi aderenti, e quindi »federativo .

Con la discussione sullo statuto il Partito Radicale vuole insomma fornire un essenziale contributo, non tecnico ma politico, al dibattito sul rinnovamento delle strutture e sull'unità delle forze democratiche.

Il Congresso radicale sarà occasione di intervento e di iniziativa, nella salvaguardia del momento decisionale riservato agli iscritti, anche per i non iscritti, siano essi simpatizzanti radicali come militanti in altre formazioni politiche, o appartenenti ad associazioni culturali, sindacali, professionali, di iniziativa civile e, in particolare, per coloro che intendono sviluppare e potenziare la lotta per l'obiezione di coscienza, il divorzio, la scuola pubblica laica, la regolamentazione delle nascite o la libertà religiosa.

Un appello per la partecipazione al congresso radicale sarà rivolto, in questo spirito, a quanti ritengano sia utile promuovere in un comune dibattito la ricerca e l'approfondimento di problemi specifici, o vogliano, a partire da una diversa collocazione politica e partitica, sollecitare i radicali all'attenzione e all'iniziativa su questioni di interesse per tutta la sinistra italiana.

Ciò proprio in quanto il Partito Radicale è convinto dell'impossibilità per qualsiasi formazione politica di esprimere da sola tutto l'arco della sinistra nella sua interezza; esso, infatti, è caratterizzato - per le vicende attuali non meno che in conseguenza della storia passata - da una estrema varietà di interessi, tradizioni e aspirazioni. Un politica di rinnovamento pertanto potrà scaturire solo da un riscontro tra tutte le forze della sinistra, ciascuna con l'apporto dei motivi di iniziativa che le sono peculiari.

Al fine di organizzare proficuamente il dibattito, l'ordine dei lavori congressuali prevede largo spazio per il lavoro delle commissioni in seno alle quali sarà possibile a ciascuno intervenire in modo esauriente, portando un contributo politico concreto alle elaborazione dei temi rispetto ai quali si sente maggiormente impegnato. In tal modo si intende innovare rispetto alla pratica, secondo la quale vengono sottratti ad un serio esame da parte degli iscritti, proprio nel momento congressuale, i problemi sui quali si articolano le scelte determinanti per la politica dei partiti.

Il 3· Congresso del Partito Radicale dovrà contribuire al rafforzamento di un partito di militanti capace di divenire uno strumento moderno di lotta politica, e di sviluppare un movimento di progresso che coinvolga nella lotta nuovi strati e settori di una società, la quale sempre di più rifiuta il proprio inquadramento nei partiti con le modalità tradizionali ed è costantemente alla ricerca di nuove formule organizzative. I partiti della sinistra non possono infatti ignorare, o peggio respingere, questa nuova società, alla quale debbono, invece, offrire adeguati strumenti di espressione politica. E' questa l'indicazione che noi vogliamo dare per superare quella frattura che, da un lato, estrania le forze politiche organizzate dalla nuova realtà del paese e, dall'altro, mortifica i fermenti di una società in rapida evoluzione a sterili momenti di protesta.

Alla responsabilità, alla volontà politica di tutti gli iscritti è affidato il compito di fare sì che il 3· Congresso possa raggiungere una dimensione ed una autorevolezza che siano garanzia di ulteriore sviluppo del Partito. A quanti, simpatizzanti ed indipendenti, vorranno partecipare al dibattito per portarvi il loro contributo sarà offerta, come già in questa fase precongressuale, la più ampia possibilità di una fruttuosa partecipazione.

 
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