intervista con Marco PannellaSOMMARIO: Intervistato sulle conclusioni del terzo Congresso del Pr di Bologna, Marco Pannella delinea le caratteristiche e gli obiettivi del "nuovo partito per i diritti civili" che si è costituito dopo l'abbandono della precedente classe dirigente del Partito radicale. Un partito laico che non pretende di dare una risposta comune ed obbligatoria su tutti gli aspetti della lotta politica ma solo su quelli che appariranno maturi e risolti nella coscienza dei militanti, in cui gli eletti non risponderanno in alcun caso delle loro attività rappresentative agli organi del Partito, dove i bilanci finanziari dovranno essere rigorosamente pubblici e pubblicati. Gli obiettivi di lotta immediata vengono individuati nel divorzio, la libertà sessuale, l'obiezione di coscienza, la libertà di stampa e di manifestazione, la denuncia del Concordato e l'affrancamento della famiglia e della scuola, della sicurezza sociale dalla gestione ecclesiastica e clericale. La denuncia infine della situazione di integrazione del movim
ento democratico all'attuale regime e del processo di "nazionalizzazione" dei partiti, sindacati e cooperative provocato dall'intervento pubblico nell'economia.
(L'ASTROLABIO, 21 maggio 1967)
D. Quali sono le conclusioni di maggiore interesse del terzo Congresso nazionale del Partito Radicale, svoltosi a Bologna nei giorni 12,13 e 14 maggio?
R. Una parte non indifferente della stampa nazionale - per una volta - perfino radio e televisione hanno fornito notizie e tentativi di sintesi sui lavori del III Congresso che mi sembrano nella sostanza esatti; s'è infatti parlato di "un nuovo partito per i diritti civili" che iscrive nei suoi programmi di lotta immediata, come politicamente qualificanti e pregiudiziali, obiettivi come quelli del divorzio, dell'educazione (e della libertà) sessuale, dell'obiezione di coscienza, di una integrale libertà di stampa e di manifestazione del pensiero, della denuncia del Concordato, dell'affrancamento della famiglia, della scuola, della sicurezza sociale dalla gestione ecclesiastica e clericale. Tutto questo è esatto, come è esatto sottolineare che il Congresso, pressoché unanime, ha indicato nelle lotte anticlericali, in quelle antimilitariste, in quelle antiburocratiche le scelte politiche peculiari del Partito Radicale nella strategia comune della Sinistra per un'alternativa al regime attuale. In questo sens
o si è espresso il Congresso sia nel consenso alla relazione della Segreteria uscente, sia nella mozione generale, sia nella elezione dei nuovi organi direttivi; e - forse in modo ancora più definitivo - approvando una carta statutaria nuova sulla quale vorrei poi brevemente soffermarmi.
D. Quale è la posizione del partito rispetto al governo di centro-sinistra?
R. Il Congresso ha unanimemente espresso il proprio consenso alla politica di opposizione al centro-sinistra che da molti anni il partito ha perseguito. Sono emersi giudizi anche più radicali sul processo o la situazione di integrazione del movimento democratico all'attuale regime. E' stato rilevato che la stessa sinistra di opposizione, in settori fondamentali dell'organizzazione dello Stato, si è sempre più venuta a trovare in questi vent'anni coinvolta nelle strutture e nelle pratiche di regime. L'obiettivo di unità d'alternativa alla D.C., quindi, ci è apparso legato ad una visione meno parlamentare e "ufficiale" della complessa situazione politica del paese.
Sempre di più lo Stato italiano appare come di natura corporativa e solidaristica; l'intervento pubblico nell'economia rischia di coinvolgere, per le modalità e la classe dirigente prescelta, in un processo di vera e propria nazionalizzazione partiti, sindacati, cooperative e altre espressioni organizzative del movimento operaio e democratico. Nella Previdenza Sociale, negli Enti assicurativi e assistenziali, negli Enti di Stato, ovunque è più agevole riscontrare una grave continuità con il corporativismo fascista, che una qualsiasi funzione di organizzazione e di controllo democratico dell'economia e della vita sociale. L'informazione parlata e scritta, gli strumenti propagandistici degli stessi partiti di sinistra troppo spesso non sono altro che un qualsiasi "prodotto" e "sottoprodotto" dell'intervento pubblico.
Per il resto, naturalmente è stata condannata violentemente la politica americana, non solo per la mostruosa aggressione al Vietnam, e la palese sudditanza del nostro governo alla pericolosa politica di Johnson. Ma quel che è più importante è la scelta di un'impostazione di lotta direttamente antimilitarista ed unilateralista, che rivendica la conversione programmata e progressiva delle strutture militari del nostro paese, in strutture civili. E' questo un punto di importante rinnovamento in una situazione nella quale sia gli Stati capitalisti che quelli comunisti hanno ormai definitivamente assunto gli eserciti nazionali quali istituti fondamentali, in realtà sempre di più strumenti di guerra e di oppressione civile piuttosto che internazionale.
D. Quali caratteristiche di partecipazione e di dibattito ha avuto il Congresso? Si notavano sensibili differenze rispetto ai precedenti congressi radicali? Quali criteri sono rilevabili nella composizione degli organi direttivi?
R. Hanno partecipato al Congresso circa duecentocinquanta persone, ivi compresi molti militanti e alcuni esponenti nazionali degli altri Partiti della Sinistra.
Dei delegati, la metà aveva meno di trent'anni, meno del 10 per cento più di cinquanta. Solo un terzo aveva partecipato ai precedenti congressi radicali. Fra questi, v'erano degli eletti in amministrazioni locali, alcuni con il PCI, altri con il PSU, e numerosi candidati con il PSIUP nelle passate elezioni amministrative. Un nucleo considerevole era dato da radicali operanti nel movimento divorzista, da militanti dei movimenti per la libertà sessuale e l'educazione demografica, da persone impegnate nell'azione diretta non violenta contro il militarismo e l'autoritarismo. Presenti, e molto attivi congressualmente, rappresentanti e esponenti delle minoranze religiose.
Il nucleo centrale del Congresso, per forza di cose, è stato ancora quello della "sinistra radicale" che operava già sin dalla costituzione del PR; ma l'intensità e l'ampiezza del dibattito hanno fornito un'amalgama la cui assenza, dinanzi una assemblea così nuova e diversa per provenienza, poteva rappresentare un rischio fatale ai Partiti. Da tre anni, infatti, non facevamo praticamente tesseramento: "le tessere" erano attribuite a quelle centinaia di militanti che sostenevano quotidianamente ovunque, in Italia, spesso isolati, sul piano finanziario non meno che su quello organizzativo e più genericamente politico, il Partito. Da non poche città si sono espresse critiche contro questa tendenza della Direzione uscente: citando numerosi esempi di mancata costituzione di gruppi che pur avevano sollecitato il loro riconoscimento. Ma era per noi essenziale giungere ad un Congresso dove non pesasse troppo la presenza di quel tipo d'iscritto che si manifesta solo in queste occasioni di vita interna, che dà se
mpre ai dirigenti grandi garanzie di sostanziale tranquillità e spesso passività, fornendo in apparenza un sicuro cemento contro le conseguenze di dibattiti troppo animati, in realtà rappresentando invece la zavorra di una routine che non ci era e non ci è permessa.
I radicali presenti avevano fornito, in due o tre anni, più di quaranta milioni di contributi volontari al Partito; hanno in corso più di trenta procedimenti penali connessi alle loro manifestazioni democratiche, anticlericali o antimilitariste; due dei delegati milanesi erano stati arrestati e processati per il famigerato "processo dei volantini"; tra gli altri hanno contribuito (pur senza essere iscritti al Partito Radicale, essendo impegnati nelle loro organizzazioni di difesa dei diritti civili) al dibattito di politica generale alcuni dei più attivi antimilitaristi, che sono stati fra i più noti obiettori di coscienza, esprimendo la loro approvazione per gli obiettivi ed i metodi che il Partito si sta dando, o confermando.
Degli organi direttivi eletti fanno parte i radicali come Mauro Mellini, creatore ed animatore della lega per l'istituzione del divorzio, Giuseppe Loteta, che gli amici di Astrolabio conoscono bene (come Gianfranco Spadaccia, primo segretario del Partito eletto direttamente dal Congresso), il giovane Marcello Baraghini, redattore capo di battaglie divorziste, antimilitaristi e laici come Domenico Baroncelli, Aloisio Rendi, Lorenzo Strik-Leavers e Gianni Bombaci, esponenti del mondo democratico della scuola come Angelo Bandinelli e lo stesso Rendi. Altri, professionisti, tecnici, giornalisti che crearono assieme quasi vent'anni fa il movimento democratico studentesco e che si sono ora ritrovati.
Dalle centinaia di "militanti" così composti ed organizzati (che corrispondono circa alla metà dei semplici iscritti raggiunti dal Partito Radicale prima della sua crisi nel 1962) sarà lanciata, probabilmente nelle prossime settimane, la prima campagna di tesseramento del Partito. Si articolerà su manifestazioni di massa, come quella del teatro Adriano a Roma il 12 febbraio scorso, e iniziative come il lancio di duecentomila copie di Agenzia Radicale. Al Congresso statutario dell'inizio di novembre, fra sei mesi, penso daremo una prova di efficienza, di solidità, e di novità ancora più evidente e determinante. Ormai, il sottoporci continuamente al giudizio dell'opinione pubblica democratica, costituisce non solo un dovere ed un metodo irrinunciabili per il Partito Radicale, ma anche un nostro preciso interesse ed uno strumento validissimo per la nostra crescita e per la lotta che conduciamo.
D. Ma in che consistono le novità statutarie più rilevanti?
R. Il nuovo statuto configura un Partito aperto federativo e libertario, quindi profondamente unitario non solo per il valore che diamo agli obiettivi politici che ci siamo prescelti, ma per metodo e le strutture attraverso i quali dovranno essere proposti e perseguiti.
Le organizzazioni regionali avranno nome e caratteristiche di Partito: gli iscritti vi confluiranno attraverso le formule associative che liberamente e nelle varie situazioni riterranno più opportuno conferirsi ed a questo livello saranno prese in genere, le decisioni elettorali. Potranno aderire al Partito anche associazioni e gruppi indipendenti, limitatamente ad alcuni aspetti della nostra lotta che particolarmente li interesserà. I Congressi nazionali federativi, convocati automaticamente ogni anno all'inizio di novembre, costituiranno l'esclusiva sede delle principali decisioni politiche ma i loro deliberati saranno vincolanti per gli iscritti solo se approvati dai tre quarti dei delegati. Questo perché un Partito che sia esso stesso, per primo laico, non deve pretendere di fornire una risposta comune ed obbligatoria su tutti gli aspetti della lotta politica, ma solo su quelli che appariranno maturi e risolti nella coscienza generale dei militanti; avremo così probabilmente due o tre battaglie per
legislatura che contraddistingueranno ed impegneranno in quanto radicali i democratici iscritti al PR. Le delibere prese a maggioranza semplice saranno considerate solo come indicative di una tendenza e potranno divenire vincolanti, solo se raccole e fatte proprie all'unanimità dal Consiglio Federativo. E' stato anche stabilito che gli eletti in assemblee amministrative o politiche non rispondono in alcun caso delle loro attività rappresentative agli organi del Partito. Sull'orma dei partiti anglosassoni il Congresso elegge anche un Tesoriere, con funzioni politiche. I bilanci finanziari del Partito dovranno essere rigorosamente pubblici (e pubblicati).
I congressi nazionali saranno "aperti": sarà cioè possibile, a determinate condizioni, la presenza di delegati iscritti ad altri Partiti di sinistra o indipendenti. Con uno Statuto di tal fatta, che dovrà trovare nei prossimi mesi una espressione formale più compiuta di quella che il tempo congressuale ci ha consentito di elaborare, ci auguriamo di cominciare a fornire anche in questo campo essenziale un contributo a tutta la sinistra, nella ricerca di quel rinnovamento e di quella unità anche strutturale e di metodo che noi riteniamo urgenti e necessari.