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Mellini Mauro - 1 gennaio 1968
Dopo il Congresso: Tre vittorie
di Mauro Mellini

SOMMARIO: La sostituzione del relatore della Commissione Reggiani con Di Vagno è stata per noi una grande vittoria successiva al Congresso perché in questo modo viene a cedere l'ultima copertura pseudolaica all'ostruzionismo clericale. Altre due vittorie sono state quelle relative ai voti del 10 e del 25 gennaio che hanno approvato la norma sul divorzio anche per i matrimoni concordatari e quella relativa ai casi di scioglimento contenente l'ipotesi della separazioe di fatto verificatasi prima dell'entrata in vigore della legge. Ormai la fine della legislatura impedisce l'approvazione del divorzio in tempi brevi; non vogliamo fare polemiche sulle responsabilità di questo ritardo, quello che conta è che la battaglia divorzista ha dato i soi frutti positivi in questa legislatura e che un risultato irreversibile è stato raggiunto.

(BATTAGLIA DIVORZISTA N. 1-2, gennaio/febbraio 1968)

All'indomani del Congresso della Lega l'on. Reggiani, relatore in Commissione sul progetto Fortuna si dimetteva e veniva sostituito dall'on. Di Vagno. Al Congresso l'on. Reggiani aveva inviato un lungo telegramma per sottoporci quella che a lui sembrava una grossa concessione: la proposta di escludere l'applicabilità del divorzio ai matrimoni concordatari contratti dopo l'entrata in vigore della legge, ammettendola invece per quelli precedenti. All'unanimità il Congresso l'aveva respinta. Era così eliminato un relatore che non aveva tralasciato occasione per sfoderare contro i divorzisti tutto l'armamentario delle più viete obbiezioni, per avanzare proposte fatte apposta per incrinare la compattezza del fronte divorzista. Eliminato Reggiani cadeva l'ultima copertura pseudolaica all'ostruzionismo clericale.

Il Congresso aveva ottenuto così un grosso successo politico, dopo quello realizzato nelle due giornate di lavori all'EUR, in cui un'impegno comune per la riforma divorzista era emerso dagli interventi di esponenti del mondo politico appartenenti ad un arco che va dai liberali ai comunisti. Un impegno per l'azione da compiere in questa legislatura e nella prossima.

Subito dopo le dimissioni di Reggiani un altro grosso successo divorzista, il voto del 10 gennaio della commissione giustizia sull'art. 1-bis, la approvazione della norma sul divorzio anche per i matrimoni concordatari, con 24 voti contro 18, cioè con l'opposizione dei soli dc abbandonati anche dai missini. E poi ancora il voto del 25 gennaio sull'articolo 2 della legge, relativo ai casi di scioglimento, contenente anche quello della separazione di fatto verificatasi prima dell'entrata in vigore della legge.

La fine oramai prossima della legislatura ed il burrascoso momento politico consentono ormai ai nostri avversari di tirare un sospiro di sollievo e di confidare che fino alla prossima legislatura il pericolo immediato dell'approvazione del divorzio può dirsi scongiurato.

Non è per noi il momento di aprire polemiche sulle responsabilità della mancata approvazione prima dello scioglimento delle Camere. Se l'on. Zappa non avesse lasciato trascorrere tutta la prima metà del 1967, se i liberali si fossero pronunziati alcuni mesi prima a favore, se i socialisti fossero stati un po' meno indecisi, se i repubblicani non avessero acconsentito alla strumentalizzazione antidivorzista del progetto Reale, se il PSIUP non avesse consentito ai suoi organi di stampa ufficiali di inseguire impossibili compromessi e tanti altri se, non fanno la storia, perché i se non fanno la storia in nessun caso, né siamo noi degli storici.

Quello che conta è che la lotta combattuta in Parlamento dall'on. Fortuna, la lotta della Lega per sostenere le varie fasi della battaglia parlamentare, anche se non dovesse passare la proposta di utilizzare tutti i lavori di questa legislatura nella prossima, abbia comunque dato i suoi frutti. Un risultato irreversibile è stato raggiunto. Non solo un fronte parlamentare divorzista si è formato, ma una piattaforma concreta comune è stata trovata anche per ciò che riguarda i limiti e la portata esatta della legge sul divorzio.

La lotta è sempre difficile e non la vinceremo in una giornata. Ma oramai anche i nostri avversari sanno bene di dover perdere. Nessuno ci considera più degli ingenui e dei visionari come quando abbiamo cominciato. Ed anche per questo le nostre responsabilità sono cresciute. Non abbiamo più sulle nostre spalle il peso d'una chimera ma quello di una azione responsabile con prospettive realistiche.

 
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