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Partito radicale - 29 novembre 1970
RIUNIONE DELLA DIREZIONE DEL 28/29 NOVEMBRE 1970
PARTITO RADICALE

SOMMARIO: Si apre con una schermaglia sull'o.d.g. dei lavori: Pannella lo contesta, vuole riportare l'attenzione sulla questione dello "stato del partito". Ritiene che la notizia della vittoria sulla battaglia per il divorzio, dunque del voto della Camera, debba essere dato da un numero di "Notizie Radicali" a 150.000 copie, che darà anche informazione sul congresso del partito.

Si passa poi all'esame della situazione del partito, con una relazione di Marco Pannella, il quale sostiene che si debba ormai pensare ad una gestione del partito per settori ("dicasteri"): rapporti con i gruppi esteri, Concordato, M.L.D., ecc. Occorrerà poi tener presenti i casi di consistenti gruppi liberali, repubblicani, ecc., che si avvicinano, in varie città, al partito radicale. Bandinelli ricorda che esiste anche il problema della giustizia, l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ecc., il convegno su Scuola e Concordato dell' ALRI.

Quindi, discussione metodologica su come il partito deve operare (Pannella: "Non è proponendosi delle 'visioni del mondo' che si lavora organizzativamente assieme..."), Corsale, Bandinelli, Rendi, Spadaccia (di fronte al prevedibile isolamento dopo la prevedibile approvazione del divorzio, "occorre concentrarsi...sui precisi obiettivi che abbiamo di fropnte"...), Del Gatto, Sircana, Landi, ecc. Nelle varie ed eventuali, Spadaccia inserisce la questione de "L'Astrolabio", a seguito delle decisioni di ridimensionamento prese da Parri, alle polemiche seguite, alle intenzioni di Mario Signorino, ecc. La questione presenta un certo interesse per i radicali, anche per certe forme di collaborazione sviluppatesi recentemente. Successivamente, Pannella fornisce informazioni sulla decisione di assumere la direzione di Lotta Continua, sui rischi e pericoli anche in termini processuali cui può andare incontro. Avanza l'ipotesi della presentazione di una leggina che liberalizzi la materia.

Pannella fornisce quindi informazioni sui rapporti intrattenuti con forze politiche o esponenti della sinistra tradizionale. A suo avviso, "non vi sono molte illusioni da farsi", perché questi rapporti sono assai labili. Parla anche dei rapporti con l'M.L.D., con il P.C.I., con la RaiTV, e infine della questione dell'obiezione di coscienza. A. Rendi informa dell'interesse di Feltrinelli per un libro sull'antimilitarismo, Spadaccia ricorda i passi fatti per la creazione di una rivista, Sircana segnala che tra poco uscirà l'ultimo numero di Questitalia, il che apre la possibilità di una collaborazione con Dorigo. Dessy informa sul "libro bianco sulla Sardegna", sulle riserve di Feltrinelli ecc. Si parla infine dell'intenzione di "Magistratura Democratica" di indire una serie di referendum.

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1. Presenti: Bandinelli, Cicciomessere, G. Spadaccia, Gf. Spadaccia, Sircana, Landi, Bartoletti, Corsale, A. Rendi, Dessy,

Cancellieri, Del Gatto, Sabatini, Pesci, Mellini.

Assenti: D. Turone, Lencini, Pergameno, Teodori, Spaccialbelli.

O.d.g.:Esame e valutazione della battaglia per il divorzio; previsione e programmazione dei lavori della direzione per il 1971; varie ed eventuali.

Su proposta di Rendi, viene aggiunto tra le varie ed eventuali, l'argomento: "Stampa antimilitarista non periodica; su proposta Sircana, informazioni sulla stampa che riguarda in genere gli obiettivi radicali, ed in particolare, su "l'Astrolabio".

Le proposte vengono accettate.

In riferimento all'O.d.g. proposto ed approvato, Pannella osserva di essere invece contrario, ritenendo che la prima riunione di direzione debba essere dedicata allo "stato del partito" ed in particolare alla programmazione dei lavori della direzione; anche a livello politico esterno, rispetto a temi come il divorzio, l'antimilitarismo, ecc. Accetta, comunque, l'O.d.g. che la direzione si è data e farà una breve relazione sui problemi connessi con l'imminente votazione della legge Fortuna-Baslini e su quelli che si porranno per la gestione politica del "dopo-divorzio".

Riporta il discorso sulla gestione del partito; ritiene che sia importante passare a discutere la gestione e i tempi di lavoro della direzione. Per quanto riguarda le richieste, fatte da Landi e da Bandinelli, che il partito e già subito la direzione approvino un documento politico che ricordi l'apporto radicale alla battaglia del divorzio, fa presente che il vero problema è quello che sia "Notizie Radicali", questa volta, a dare ai divorzisti la notizia della chiusura e della vittoria definitiva di questa battaglia. "Notizie Radicali" che uscirà quindi immediatamente dopo il voto alla camera, a 150000 copie, dovrà anche avere una larga documentazione sul congresso del partito. Il giornale radicale darà il saluto ai divorzisti e ai separati e l'indicazione delle battaglie che, come radicali, essi propongono adesso al paese.

Landi avverte la necessità che non venga disperso il patrimonio conquistato con la battaglia sul divorzio; è un'occasione importante anche in provincia, dove il binomio "radicali-divorzio" si è chiarito, creando anche forse fastidi agli altri partiti della sinistra. E' un problema da affrontare subito.

E' quindi - interviene Pannella - un problema che apre immediatamente il discorso sull'organizzazione del partito. Propone di passare subito al secondo punto dell'O.d.g. La proposta viene accettata.

2. Pannella fa un primo esame della situazione del partito come è uscita dal congresso di Napoli; a suo avviso la nuova composizione della direzione, è in partenza sicuramente soddisfacente: il fatto che praticamente tutti quelli che ne facevano parte abbiano accettato di ricandidarsi, pur sapendo quel che ciò comportava in termini di impegno, è positivo. Vi sono poi alcune presenze nuove. La giunta è costituita quasi per intero tra coloro che hanno rimesso in piedi il partito fin dal '63, fatto che, con la nuova segreteria di Roberto Cicciomessere è incoraggiante. Questo organo di lavoro che è la direzione deve configurare forse oggi - per la prima volta - una vera e propria divisione di compiti (chiamiamoli "dicasteri") anche se il problema essenziale è quello della organizzazione fisica dei tavoli, delle stanze di lavoro, della sede per settori. Quale potrà essere tale suddivisione? Occorrerà tenere presenti le mozioni congressuali. Pertanto si possono già prevedere - avverte Pannella - queste indicazioni

: rapporti con i gruppi esteri; Concordato; M.L.D.; o meglio i due temi che sull'argomento il congresso ha fatto propri, aborto e pillola. Oltre a questo miglioramento della situazione di direzione ed organi centrali sono da tenere presenti alcuni dati di recente interesse nei confronti del partito che vale la pena mettere rapidamente in luce; a Cosenza, c'è un circolo di ex repubblicani, che non intende passare al P.S.I. e pone il problema della federazione al P.R.; a Reggio Emilia, l'ex vice segretario della gioventù liberale di R.E. ed una cinquantina di giovani, hanno creato due nuovi circoli (14 luglio ed Iniziativa Radicale), con seguito nelle scuole della città. Nella città, a causa dell'ostruzionismo del P.C.I., non ci sono altri gruppi, più o meno spontanei, di tipo extra-parlamentare. Il giovane ex liberale ha chiesto esplicitamente l'iscrizione al partito ed assicura che la maggioranza dei suoi amici è disposta a "marciare" su una indicazione radicale. Dovremo tenere poi presente, nel futuro, le s

ituazioni della F.G.R. e della gioventù liberale, dove sono assai vivi elementi di contrasto rispetto alle rispettive formazioni politiche: è nostro interesse dare spazio sulla nostra stampa alle loro iniziative che sono taciute dai giornali dei rispettivi partiti.

Sulla questione delle attribuzioni di lavoro della direzione, Bandinelli ricorda che un'indicazione deve essere data sul problema della giustizia; tra l'altro c'è da esaminare la possibilità di ripetere, per il 9 gennaio, la contro inaugurazione dell'anno giudiziario; ricorda anche che l'ALRI ha portato avanti l'organizzazione del convegno su scuola e Concordato, per l'11 febbraio, che potrebbe essere un momento importante di dibattito e di intervento.

3. Corsale, a questo punto, ritiene che il discorso organizzativo del partito, non possa andare disgiunto - vista l'origine diversa dei gruppi, con i quali ci poniamo in contatto - da uno sforzo di chiarificazione sulle indicazioni di prospettiva, cosicché le varie iniziative non risultino slegate, ma appaiano come fronti diversi di una stessa battaglia. Dovremmo almeno affrontare alcuni punti essenziali, in particolare quello sul "deperimento" dello Stato. Su questo punto, Bandinelli sottolinea che alcuni dei problemi posti da Corsale, come quello del "deperimento dello Stato" sono essenziali alle nostre iniziative. Essi dovrebbero essere ripresi in forma più o meno organica, partendo ad esempio dalla stessa proposta di Pannella dell'anno scorso di un documento politico generale: ci avviciniamo, secondo Bandinelli, al momento in cui si verificherà quella che noi chiamammo allora la "presa del potere da parte delle burocrazie della sinistra", con i connessi problemi del capitalismo di stato ecc. Interviene

Pannella che respinge pregiudizialmente l'impostazione di lavori che, a suo avviso, Corsale e Bandinelli hanno prospettato. Il partito radicale, egli dice, è il primo consapevole esperimento in cui si sono unite, nella battaglia politica concreta, persone che possono avere visioni del mondo anche opposte. Attraverso impostazioni a carattere sistematico, in realtà si dialoga, non ci si unisce. Non è proponendosi delle "visioni del mondo" che si lavora organizzativamente assieme. Indubbiamente questo tipo di organizzazione e di lotta comune che cerchiamo di portare avanti, come ogni cosa viva e difficile: la battaglia per il concordato può ad esempio, significare due cose. Può essere veicolo di proposte politiche diverse: c'è oggettivamente, in ogni creazione viva, un margine di ambiguità. Quello che a noi deve interessare è trovarsi anno per anno con persone che siano d'accordo con determinate e specifiche battaglie: questo, in definitiva e per quanto concerne questa discussione che si fa in direzione, è il

metodo previsto dallo statuto: non dimentichiamo che solo le iniziative politiche votate con maggioranza qualificata ai congressi, sono vincolanti per tutto il partito.

Ad avviso di Pannella, non vi è problema di scegliere tra due impostazioni: da una parte discutere di "idee politiche", di "sistemi politici", di "prospettive politiche" all'esterno del partito, dall'altra invece come portare avanti le iniziative e le attività concrete previste dalle mozioni congressuali del partito: la direzione ha il compito istituzionale di discutere esclusivamente delle scadenze previste dal congresso. Se si avverte la necessità di un discorso più sistematico, il metodo giusto per affrontarla, sarebbe, ad esempio, che alcuni membri della direzione, più interessati, si facessero promotori di convegni ben preparati; come potrebbe essere ad esempio un convegno sullo Stato, certamente a lunga scadenza,(un anno, ad esempio).

Bandinelli riprende la parola per alcuni chiarimenti: dobbiamo constatare il dato della possibile modificazione della maggioranza di governo, con mutamenti e nuove dislocazioni delle sinistre stesse; per cui, alcune nostre indicazioni e quindi ipotesi di lavoro politico sono profondamente modificate ("unità della sinistra"); la direzione non può essere aliena dal trattare questi problemi quando presentati adeguatamente in questa prospettiva, c'è ormai il bisogno improrogabile di un nuovo libro bianco che sostituisca l'altro invecchiato: ciò a chiarimento del suo intervento precedente. Anche Corsale interviene a chiarire alcuni equivoci causati in parte da possibili errori contenuti nella sua precedente esposizione, in parte da fraintendimenti; egli infatti ripete di non aver voluto alludere alla necessità di presentare "visioni del mondo" (il partito radicale, ovviamente, non è un gruppo che fa "ritiri spirituali"). Ritiene però indispensabile che si abbiano le idee chiare su temi come potere, rivoluzi

one, ecc. Quando ha accennato al tema rivoluzione, non voleva parlare evidentemente di un progetto dell'"anno prossimo". Ma questo tipo di tematica evidentemente non si può esaurire a livello individuale, va in una certa misura collettivizzata. Ricorda, ad esempio, di aver ascoltato con interesse le indicazioni di Pannella sul tema dell'antimilitarismo, al congresso di Napoli, ma di non condividere al cento per cento. E' d'accordo sulla proposta operativa di Pannella, circa l'eventuale organizzazione di convegni su questi temi di carattere generale.

Rendi, nel suo intervento, si dichiara d'accordo con Pannella, nel senso che l'impostazione federativa, valida nei confronti dei gruppi, deve essere tenuta presente anche come regola del lavoro collettivo tra i membri singoli del partito.

Gianfranco Spadaccia si dichiara d'accordo anche lui con il metodo di lavoro proposto da Pannella, in quanto il più adatto alla situazione politica del partito in questo momento dopo, praticamente, l'approvazione del divorzio. Come già tre anni fa, ci troveremo ben presto in una situazione di isolamento rispetto al fronte comune degli apparati dei partiti, della stampa, con enorme difficoltà di inserire la nostra tematica nella lotta politica. Per questo occorre concentrarci, in maniera anche esasperata, sui precisi obiettivi che abbiamo di fronte. Rispetto ai problemi sollevati da Corsale, ritiene che essi non vadano risolti attraverso il metodo, astratto, della discussione a livello teorico; piuttosto, tutti i problemi richiamati potranno più adeguatamente essere affrontati nel corso della iniziativa politica; questo modo di dibattito interno potrà portare certamente a convergenze anche assai ampie e soddisfacenti per tutte le parti.

Nel corso di questa discussione sono intervenuti anche Del Gatto e Sircana; il primo per richieder che sullo statuto, cioè sulle nostre indicazioni di organizzazione politica si assumano iniziative adeguate che portino avanti il dibattito anche teorico, di pari passo con i tentativi che concretamente facciamo nella creazione del partito nuovo, federativo; il secondo per chiedere che la direzione si applichi a stabilire l'inventario delle cose da fare sino alla prossima riunione. Va ricordata altresì la raccomandazione di Landi perchè i resoconti delle riunioni di direzione vengano effettivamente diffusi tra gli iscritti, come troppo presto si è cessato di fare anche quest'anno.

4. Riportando il dibattito sui problemi dell'organizzazione dei lavori di direzione per l'anno prossimo, Pannella suggerisce che la prossima riunione della direzione stessa venga fatta a Sulmona nei giorni 4 e 5 gennaio e, se necessario, 6 mattina, cogliendo l'occasione del convegno antimilitarista del G.A.P. sulmonese (1,2,3 genn.) al quale i radicali sono comunque invitati ad andare. O.d.g.: della riunione dovrà essere "lo stato del partito" con relazione dei segretari uscente ed entrante e dei tesorieri uscente ed entrante. In questa prima. ed essenziale riunione dovrà essere affrontato il problema della ristrutturazione della sede, per assicurare il migliore funzionamento rispetto agli obiettivi del partito per l'anno in corso, e tenendo presenti i mutamenti di gestione che dovremo prevedere con la riduzione delle necessità, e quindi anche dell'apporto finanziario fin'ora offerto dalla LID, salvo situazioni nuove della LID stessa, che per ora sono però non prevedibili. La proposta viene accettata.

5. Iniziando la discussione sulle varie ed eventuali (punto 3 O.D.G.), Spadaccia fornisce alla direzione alcune informazioni sulla situazione determinatasi all'Astrolabio in seguito alla decisione di ridimensionamento del settimanale presa da Parri, alle polemiche insorte tra Parri stesso ed alcuni dei collaboratori, e sulla parte avuta dai Radicali in questi fatti. La vicenda dell'Astrolabio presenta, per i radicali, un certo interesse, in quanto negli ultimi tempi si era avuta una collaborazione abbastanza fitta di radicali e su temi radicali.

E' per questo che i radicali si sono interessati alla sorte del settimanale, nel momento in cui cominciava a profilarsi una sua crisi, che Parri attribuì allora a motivi finanziari. Si cercò in un primo momento di collaborare con il vice direttore, Mario Signorino, nel tentativo di proporre a Parri una gestione "cooperativistica"; successivamente, quando vennero emergendo più profondi motivi di dissenso, sia politici sia relativi alla proposta cooperativistica stessa, tra Parri ed il gruppo dei collaboratori più vicino a Signorino, questa nostra posizione fu rivista. Parri ha assicurato peraltro che, nel dibattito che egli intende aprire sull'"area socialista", è d'accordo che vi sia uno spazio radicale. D'altra parte, invece, Signorino tendeva a muoversi semplicemente sul piano di una volontà di rottura, senza una chiara prospettiva circa l'iniziativa da prendersi successivamente.

A sua volta, Pannella fornisce dati informativi sulla sua recente decisione di consentire a che "Lotta Continua" esca col suo nome come direttore responsabile. Pannella ricorda che da molte parti, anche in sede parlamentare, gli vengono mosse osservazioni e critiche per aver accettato di figurare come responsabile del periodico che è indubbiamente lontano dalle posizioni radicali.

Di per se la cosa non sarebbe grave, semmai saranno i compagni di "Lotta Continua" ad avere dei problemi per questa situazione.

Ad un eventuale processo, comunque, la differenza di posizioni tra il radicale Pannella ed il gruppo di Lotta Continua verrebbe immediatamente fuori. Vi è però il pericolo che si possa approfittare di questa situazione per imbastire un processo contro Pannella, che potrebbe essere pericoloso. Si tratta quindi di fare della cosa un'occasione di lotta politica nella nostra direzione: occorrerebbe per esempio (anche interessando a ciò i giornalisti democratici) farsi promotori di una leggina da fare presentare in Parlamento per l'abrogazione dell'articolo che stabilisce che possa assumere la direzione responsabile di un periodico solo un giornalista o pubblicista iscritto all'albo. L'iniziativa è urgente, perchè in caso di processo il fatto potrebbe avere la sua influenza, anche se non in termini processuali. Del resto questo tipo di battaglia è tipicamente radicale. La legge dovrebbe però essere studiata molto attentamente, e dovrebbe prevedere, accanto all'abrogazione del divieto in questione, con cui si dife

nderebbe il diritto del cittadino, un fortissimo aggravamento di pena nel caso di persone che assumano la responsabilità solo nominalmente e per copertura, senza effettiva direzione del periodico.

Pannella fa poi un breve panorama dei rapporti da lui intrattenuti come radicale con forze politiche o singoli esponenti della sinistra tradizionale. Egli avverte, in conclusione, che non ci sono molti illusioni da farsi, perchè i rapporti con questa o quella forza, con questo o quell'esponente, mutano e variano con estrema labilità. Il nostro modo di condurre questi rapporti deve essere quello di mantenere sempre la massima fedeltà ai nostri temi ed alle nostre posizioni. Non esclude che in futuro, anche non lontano, possano riaprirsi anche possibilità di confronto con il PCI. Sulla Rai-Tv, Pannella sostiene che occorre una qualche nostra iniziativa. Per quanto riguarda il M.L.D., noi radicali non dovremo preoccuparci eccessivamente del possibile e prevedibile proliferare di altre iniziative sull'argomento, ma puntare piuttosto su poche cose essenziali; ad esempio mettere a punto il questionario da inviare a tutti gli ostetrici; cercare di trovare una persona adatta per procurargli una borsa di studio suffi

ciente a consentirgli di andare a Parigi, dove esiste una grossa associazione che si occupa di problemi di questo genere, perchè studi metodi e risultati del loro lavoro. L'obiezione di coscienza è altro argomento sul quale ci troveremo presto a confronto con altre iniziative (ABC, Anderlini, sinistra DC).

Rendi avverte, intervenendo, che la Feltrinelli è interessata ad un libro sull'antimilitarismo, anzi, più precisamente,vorrebbe un libretto sull'obiezione di coscienza, per la sua collana della "Libreria". Potrebbe occuparsene lui stesso con Lorenzo Strik-Lievers, o con Teodori, anche prospettando a Feltrinelli una iniziativa più consistente. Spadaccia segnala di aver convocato una riunione, presso Teodori, per esaminare le possibilità esistenti per la rivista, o eventuale analoga iniziativa radicale di tipo editoriale-pubblicistico. La riunione sarà fatta al più presto. Sull'argomento interviene Sircana che ricorda come tra una o due settimane uscirà l'ultimo numero di "Quest'Italia" con un editoriale sui motivi della chiusura.

Questo fatto può interessarci sia per una eventuale collaborazione con Dorigo, sia per la possibilità di raccogliere sui temi anti-clericali un certo tipo di lettori già vicini a Quest'Italia, richiedendo a Dorigo l'indirizzario degli abbonati alla rivista. Anche alcuni dei collaboratori di Dorigo potrebbero essere interessati alla rivista radicale.

Dessy informa sulla situazione del "libro bianco sulla Sardegna". Feltrinelli consiglia sia un rifacimento per assottigliare la parte documentaria, sia una certa prudenza nella pubblicazione della cartina delle basi NATO della Sardegna, per evitare eventuali processi e il ritiro del libro.

Alcune critiche gli sono state formulate dal direttore di Rinascita Sarda, circa il giudizio che il libro dà sull'atteggiamento dei comunisti sulle lotte contro la militarizzazione della regione. Dessy informa anche che non ci sono attualmente molte possibilità di rafforzare le iniziative del gruppetto che con lui ha condotto alcune battaglie laiche e antimilitariste. Pannella, intervenendo sull'argomento, sostiene che, se il libro è espressione del partito radicale, è interesse comune far si che esso esca. Dessy dovrà curare però di avere tutte le garanzie dall'editore per quanto riguarda il lato pubblicistico e la salvaguardia dei suoi diritti. Per quanto riguarda la questione delle cartine delle basi, a suo avviso, se una prima tiratura di 500 copie, con la cartina, venisse sequestrata, ciò porterebbe una sicura pubblicizzazione dell'iniziativa editoriale stessa. A salvaguardare Dessy, sarebbe sufficiente attribuire il libro bianco ai 19 membri della Direzione del P.R., con la successiva indicazione

"a cura di U.Dessy".

Chiede pertanto a Dessy che gli invii al più presto il manoscritto.

Viene poi data una breve informazione sugli sviluppi della iniziativa della corrente di Magistratura Democratica, che vorrebbe indire un referendum per l'abrogazione di una serie di reati, tipo "vilipendio" ed altri. I radicali hanno partecipato ad una riunione con questi magistrati, cui hanno offerto, come contributo possibile del partito, l'impiego dell'indirizzario, che contiene persone probabilmente d'accordo sulla iniziativa. Ciò purchè i magistrati democratici assicurino di non voler recedere dalla impostazione prescelta e presentata, senza accettare emendamenti o ammorbidimenti proposti dal P.C.I. o da altri.

 
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