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Notizie Radicali - 10 dicembre 1970
I radicali, "Lotta continua", la libertà di stampa

SOMMARIO: Da sei anni, i radicali forniscono, ai compagni della sinistra, "direttori responsabili", per vanificare una legge che impedisce a chi non sia iscritto all'ordine dei giornalisti di esprimere le sue idee a mezzo della stampa. Le forze parlamentari possono intervenire a difesa della libertà di espressione: basta una "leggina" che abroghi il divieto. E' un problema politico che occorre affrontare subito.)

(NOTIZIE RADICALI - N. 107, 10 dicembre 1970)

"Il direttore di ``Notizie Radicali'' ha assunto, all'inizio di novembre, la responsabilità giuridica del periodico ``Lotta Continua'', dopo molti altri, non radicali.

La notizia è stata ripresa da quasi tutti i quotidiani, da una buona parte della stampa settimanale; è stata molto commentata anche negli ambienti politici ufficiali, perché - all'inizio di novembre - era in pieno corso ancora la battaglia per la legge Fortuna e lo stesso giornalista era anche Segretario Nazionale della Lega Italiana del Divorzio e direttore del periodico divorzista.

Ma nessuno, o quasi, ha mostrato di accorgersi, o di pronunciarsi nel merito, della motivazione fornita.

Che un noto militante radicale libertario, nonviolento e antimilitarista pacifista, assumesse la direzione dell'organo di un movimento extraparlamentare il cui leader in quei giorni - prima d'essere arrestato a Torino con un gesto repressivo indegno - aveva proclamato l'intenzione di ``militarizzare'' la rivoluzione di... Reggio Calabria, non ha sollevato, almeno pubblicamente, nessun interesse o curiosità.

Se si eccettua il solito ``Astrolabio'', un avaro ed ermetico commento dell'"Espresso, "non si è avuto altro che un ironico accenno di ``Rinascita'' al ``gesto sacrificale di Marco Pannella'' che, in omaggio alle più recenti gesta del filosofo parigino, viene gratificato del titolo di ``Sartre dei poveri''. Più perspicace, ad un gruppo di divorzisti che si recavano a denunciare il comportamento della polizia in difesa dei teppisti dell'on. Almirante, un funzionario dell'Ufficio Politico della Questura di Roma, nel rilevare che denunce contro funzionari di PS sono pericolose perché espongono a controdenunce per calunnia, aggiungeva: ``...è vero che ormai Pannella, con la direzione di `Lotta Continua', si deve esser rassegnato ai guai''... Fiutava, insomma, il buon affare.

E dire che viviamo in una Repubblica di retori democratici e laici! E dire che non v'è uomo politico appartenente ai vertici dirigenti che non abbia almeno una volta proclamato - per coprire la realtà del regime in cui viviamo - ``Dissento dalle tue idee, ma morirò per difendere il tuo diritto ad esprimerle''! Da sei anni, ormai, il Partito Radicale fornisce regolarmente, a chiunque ne faccia richiesta e appartenga all'area socialista, comunista, democratica, libertaria o nonviolenta, ``direttori responsabili'' di pubblicazioni che altrimenti non potrebbero essere edite a causa di una legge liberticida che circoscrive alla corporazione dei giornalisti il diritto costituzionale di esprimere le proprie idee anche a mezzo stampa. Non v'era altro modo concreto d'affermare la nostra posizione di fronte ad una così grave violazione dei diritti civili e per vanificare una legge che le forze parlamentari democratiche ritengono evidentemente intangibile o soddisfacente.

Dopo aver diretto giornali troschisti, bordighisti, democratici, nonviolenti, libertari; dopo che i processi a Bellocchio ed a Baldelli hanno creato evidentemente il vuoto o il rischio del vuoto di ``pubblicisti'' o ``giornalisti'' rivoluzionari attorno a ``Lotta Continua'', era naturale che Pannella accettasse questo compito e fornisse questo aiuto militante.

Si tratta ora di sapere se il Movimento dei Giornalisti Democratici, l'Ordine dei giornalisti, i parlamentari e le forze ``democratiche'' continueranno a dormire i loro beati sonni. Basta, infatti, una ``leggina'' votata in Commissione in sede deliberante per abrogare l'articolo che prescrive che ``responsabile'' di una pubblicazione sia un appartenente alla corporazione dei pennaioli. In pochissime settimane può giungere in porto. Si tratta solo di trovare un espediente per impedire che la reale responsabilità penale di chi ``ordina'' o scrive gli articoli non venga elusa dolosamente con l'``acquisto'' di un ``responsabile'' fittizio. Basterebbe stabilire che tale procedura comporta pesanti aggravanti di pena, se accertata, in caso di processo e condanna penali.

E' l'unica cosa da fare. Di solidarietà postume e ipocrite, noi non abbiamo bisogno".

 
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