di Marco PannellaSOMMARIO: Il testo della circolare di convocazione della manifestazione della LID del 14 marzo 1971 a piazza Navona "contro il referendum clerico fascista" per l'abrogazione del divorzio che forze confessionali e vaticane intendono promuovere utilizzando, in violazione dello stesso Concordato, i luoghi di culto e le strutture assistenziali finanziate dallo Stato. Non s'illudano - ammonisce Marco Pannella - il Vaticano e la Democrazia Cristiana di poter sperare di restare fuori della mischia che hanno voluto, facendo passare i Greggi, i Fusacchia, i Padre Mariano, gli Enrico Medi, i Gabrio Lombardi (che da soli raccoglierebbero sì e no poche migliaia di firme) come i responsabili dell'iniziativa.
(IL DIVORZISTA, 5 marzo 1971)
Il Segretario della LID Marco Pannella ha inviato la seguente circolare "agli amici laici e divorzisti":
"Continuando in una vergognosa, secolare tradizione di intervento e di sopraffazione della società civile in difesa di interesse politici di contenuto autoritario di abuso della religione e della libertà di coscienza, di inumano scandaloso esercizio di un potere illecito, forze confessionali e vaticane, con l'appoggio della conferenza Episcopale Italiana stanno tentando di ottenere l'abrogazione della legge Fortuna-Baslini, mediante un antidemocratico referendum ``popolare''.
Il 22 marzo, anche a Roma, nell'imminenza della Pasqua, sfruttando così la ricorrenza religiosa, intendono iniziare la raccolta delle cinquecentomila firme per raggiungere questo risultato. Vescovi, parroci, suore stipendiati dallo Stato con i soldi di tutti i cittadini, a partire da luoghi di culto, scuole, ospedali, enti assistenziali, che vivono anch'essi con danaro pubblico - stracciando ancor una volta quello stesso Concordato che difendono accanitamente per gli immensi privilegi che loro accorda - cercheremo così una prima, clamorosa affermazione della rivolta sanfedista e reazionaria che hanno con l'inganno, la falsità, la prevaricazione fomentata.
Non dobbiamo sottovalutare il pericolo. Dobbiamo subito rispondere chiaramente, ammonendo il Vaticano, la Democrazia Cristiana che non possono sperare di restare fuori della mischia che hanno voluto, facendo passare i Greggi, i Fusacchia, i Padre Mariano, gli Enrico Medi, i Gabrio Lombardi (che da soli raccoglierebbero sì e no poche migliaia di firme) come i responsabili dell'iniziativa. La storia dei ``cattolici democratici'' e delle massime gerarchie ecclesiastiche ricattate e condizionate da un pugno di clericali intransigenti è semplicemente incredibile.
Possiamo ancora impedire il referendum, se questo apparirà chiaro, se sapranno quanto costerebbe loro questo attacco massiccio alla libertà di coscienza, ad una legge umana, al diritto alla famiglia, alla laicità dello Stato.
Ma rischiamo di fallire. L'assenteismo, l'indifferenza, la consunta insensibilità delle grandi forze organizzate, la mancanza di mezzi, l'impossibilità di annunciare questa manifestazione con manifesti e con la stampa, costituiscono un pericolo grave.
Vi inviamo quindi questo appello perché sappiate che solo organizzando voi, spontaneamente, con i vostri conoscenti laici e le vostre famiglie, i vostri colleghi e compagni di lavoro e di attività sindacale e politica, la partecipazione a questa manifestazione essa avrà successo. Noi non possiamo fare di più.
Abbiamo comunque fiducia. Roma democratica e laica, i militanti divorzisti di ogni altra città, non possono non comprendere la necessità e la moralità di questa risposta alla nuova sfida clericale. Ritroviamoci dunque a Piazza Navona, domenica 14 marzo, alle ore 10.30 - amici e compagni vecchi e nuovi di una delle più civili ed entusiasmanti battaglie che il nostro paese ha in questi anni conosciuto e - finora - vinto".