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Pannella Marco, Mellini Mauro, Spadaccia Gianfranco, Bandinelli Angiolo - 1 febbraio 1972
LA DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE SUL REFERENDUM
di Marco Pannella, Mauro Mellini, Gianfranco Spadaccia, Angiolo Bandinelli

SOMMARIO: In seguito alla sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito la costituzionalità del referendum abrogativo della legge Fortuna, il PR ritiene di dover riaffermare la sua convinzione di totale contrarietà al referendum, anche se a questo punto ritiene necessario prendere atto della necessità di prepararsi a vincere democraticamente il referendum. Il PR è fiero di poter affermare di essere stato il solo, insieme con la lID, la LIAC, il Movimento laico e le comunità dei credenti, a combattere la pretesa della Chiesa di ottenere la sconfessione della legge Fortuna. Al momento dell'apertura della campagna referendaria il PR testimonierà il fatto che un rigoroso rispetto del gioco democratico nella difesa di una legge- che è una bandiera di civiltà e di serietà legislativa- costituisce il miglior metodo di convivenza civile.

(NOTIZIE RADICALI N. 146, 1 febbraio 1972)

(Roma, 26 gennaio - Marco Pannella, Mauro Mellini, Gianfranco Spadaccia della giunta Nazionale Esecutiva del Partito Radicale e Angiolo Bandinelli, Segretario Nazionale, hanno oggi rilasciato la seguente dichiarazione a seguito della sentenza della Corte Costituzionale sulla richiesta di referendum abrogativo della legge Fortuna:)

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"La Corte Costituzionale ha dunque stabilito la costituzionalità della richiesta di referendum abrogativo della legge Fortuna.

Il Partito Radicale, com'è noto, era e resta d'avviso nettamente contrario, ritenendo che tale decisione possa pregiudicare ora, e ancor più in futuro, diritti inalienabili e indisponibili della persona. Ma, se si accetta il gioco democratico, non v'è che da prendere atto di questa decisione e prepararsi a vincere democraticamente il referendum: da oggi, ogni impegno laico, progressista e libertario non può che essere rivolto a respingere le "due ipotesi" di abrogazione della legge Fortuna-Baslini-Basso-Spagnoli che abbiamo dinnanzi: quella, parlamentare e partitica, che ha per strumento la proposta truffaldina avanzata dalla senatrice Carettoni, l'altra, clerico-fascista e vaticana, che s'incarna nel referendum popolare.

Il Partito Radicale ha la fierezza di essere stato il solo a combattere concretamente e ininterrottamente, in alleanza con la LID, la LIAC, il Movimento Laico, l'ARLI e le comunità dei credenti, da oltre un anno, la pretesa della Chiesa di ottenere, con ogni mezzo, nelle piazze, nei tribunali, nel dibattito politico e parlamentare, la sconfessione di una legge che è una bandiera di civiltà e di serietà legislativa.

Ma in nome degli altri principi democratici e laici che l'hanno visto in questi anni, senza contestazione possibile, ispiratore e animatore della battaglia per il divorzio e per una linea di conquista per i nuovi diritti civili, il Partito Radicale denuncia con fermezza il carattere, oltreché di truffa politica, di truffa costituzionale che il tentativo in atto di approvazione della legge Carettoni rischia di assumere.

Tale proposta, necessaria culla di nuovi compromessi e di nuovi cedimenti, non rappresenta per ora che il tentativo di introdurre alcuni marginale e sensibili peggioramenti alla legge Fortuna. Pretendere che, fra gli altri pretesi suoi pregi, essa abbia anche quello di vanificare la richiesta di referendum, dopo le sentenze della corte di cassazione di quella costituzionale, quando quella richiesta è stata notoriamente sollecitata, e avanzata per motivi di fondo e di principio, costituisce una prova di quel cinismo e di quella arroganza del potere politico "concordatario" (che unisce centristi, frontisti e clericali da più di un ventennio) che sono la principale, e meritatissima causa della crisi dei valori e delle istituzioni democratiche, oggi drammaticamente messa in evidenza dal panico della classe dirigente dinnanzi al riaffacciarsi di alcune caporalesche e anacronistiche candidature "d'ordine", autoritarie e clerico-fasciste che non sono altro che naturale prodotto della disonestà intellettuale e della

subalternanza politica dei vertici dei partiti laici, socialisti, e liberali.

Nella campagna per il referendum, il Partito Radicale, con l'intransigente difesa della legge Fortuna, dei principi laici, delle necessarie lotte anticlericali e antiautoritarie per i diritti civili, testimonierà del fatto che un rigoroso rispetto del gioco democratico costituisce il miglior metodo di convivenza civile, perché in esso i democratici difendono, assieme ai loro ideali e alle loro proposte civili, anche il diritto degli avversari e di ogni minoranza di esprimere le loro idee, quali che esse siano, e di usufruire, senza limiti e senza truffe, dei diritti e delle leggi che la maggioranza ha votato e imposto".

 
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