SOMMARIO: Volantino distribuito per annunciare la Manifestazione Nazionale Antimilitarista di DOMENICA 20 FEBBRAIO - Ore 10,30 - PIAZZA NAVONA A SOSTEGNO AGLI OBIETTORI DI COSCIENZA PER LA PROMOZIONE DEL RIFIUTO DI MASSA DELLA DIVISA
INTERVERRANNO: IL PRIMO GRUPPO DI OBIETTORI DEL 1972 - MILITANTI DEI MOVIMENTI ANTIMILITARISTI ITALIANI - CANTANTI FOLK
COLLETTIVO ANTIMILITARISTA, Loreto - GRUPPI ANTIMILITARISTI di Vicenza, Padova, Parma, Pescara, Reggio Emilia, Perugia, Mestre - GRUPPO NONVIOLENTO di Brescia - GRUPPO DI AZIONE PACIFISTA, Sulmona - GRUPPI NONVIOLENTI BOLOGNESI - GRUPPO DI AZIONE ANTIMILITARISTA - GRUPPO VALSUSINO DI AZIONE NONVIOLENTA, Condove - GRUPPO DI AZIONE LIBERTARIA, Venezia - MOVIMENTO NONVIOLENTO PER LA PACE - MOVIMENTO ANTIMILITARISTA INTERNAZIONALE, Torino - MOVIMENTO CRISTIANO PER LA PACE - MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA - MOVIMENTO PACIFISTA NONVIOLENTO, Voghera - MOVIMENTO INTERNAZIONALE DELLA RICONCILIAZIONE - PARTITO RADICALE.
Ovunque, in ogni momento della vita sociale, si tentano d'imporre come valori fondamentali e pregiudiziali, nella famiglia, nella scuola, nella fabbrica, negli uffici, nella organizzazione del così detto tempo libero, "ordine e autorità".
Questo "ordine" e questa "autorità" non sono valori neutri; sono invece strumento necessario e simboli ideologici di un sistema che storicamente si fonda sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'uomo sulla donna, di una classe sulla società, e sull'annientamento e la vanificazione dei diritti della persona, sul ricorso alla violenza di stato ed alla guerra fra stati come metodo di soluzione delle contraddizioni e dei conflitti.
Per educare l'uomo a questa "civiltà" l'esercito è funzione e strumento fondamentale: attraverso l'autoritarismo più cieco, assurdo, con un regolamento fascista e vergognoso, imponendo mansioni o le più idiote o le più ripugnanti a un democratico, si "sforgia" il cittadino funzionale alla logica del profitto e del potere. Il "signorsì" che vi si apprende, costituisce il riflesso essenziale e condizionante per a efficienza subalterna dello sfruttato, di chi, nella società, piegherà sempre la testa.
Ma la particolare "efficienza" cui l'esercito deve attendere nella formazione del soldato è quella dell'uccidere e del reprimere con l'alibi della difesa della "patria" o della conservazione dell'"ordine" costituito, nella prospettiva di lotta storiche che non sono e non possono più essere considerate che come guerre civili, nell'ambito dello scontro di classe, e comunque fra forze liberatrici e libertarie e forze oppressive.
Se ogni esercito, per sua natura, non può che essere scuola di assassinio, di ubbidienza, di dimissioni morali e civili, strumento e causa di morte e massacri, di repressione, noi non possiamo accettare di farne parte, né nessuno può lecitamente chiedercelo, senza con ciò usare violenza ai nostri diritti umani, civili, costituzionali.
Per queste ragioni, nel corso di questa e altre manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia, alcuni compagni comunicheranno il loro rifiuto di entrare nell'esercito, si annuncerà pubblicamente l'impegno dei gruppi antimilitaristi per la promozione dell'obiezione di coscienza di massa, quale concreta risposta e proposta di lotta alle strutture autoritarie e repressive, delle quali l'esercito è una delle più pericolose.
Questa iniziativa dovrà e potrà servire anche per imporre al Parlamento, ancora una volta sordo alle esigenze della società civile, l'approvazione di una legge che effettivamente riconosca il diritto civile all'obiezione di coscienza, e non di una "legge truffa", come quella che giù è stata approvata al Senato, che riconosce e punisce severamente il reato di obiezione. Questo primo obiettivo potrà essere naturalmente raggiunto, non con patteggiamenti di vertici, ma con una lotta e mobilitazione di base per l'acquisizione di strumenti legislativi che favoriscano la crescita del movimento, di leggi che vietino di vietare.