di Marco PannellaSOMMARIO: L'obiettivo del Partito radicale di raggiungere almeno 1.000 iscritti sembra clamorosamente fallito quando mancano poco più di tre mesi dal congresso convocato per i primi di novembre a Torino. Marco Pannella invita gli iscritti ad impegnarsi perché la stampa dia una informazione esauriente sulla situazione del Partito radicale.
(PARTITO RADICALE, 14 luglio 1972)
Caro compagno,
come già comunicato su ``NR'', al 10 luglio gli iscritti sono all'incirca 310. Potremmo dunque, a quindici settimane dal Congresso, considerare già fallito l'obiettivo che ci siamo proposti, e passare tutti già una piacevole estate di riposo, in attesa di recarci a Torino, il 1 novembre, per dichiarare lo scioglimento del Partito. Come sperare infatti di triplicare almeno le adesioni, quando abbiamo impiegato quasi un anno per passare da cento a trecento?
Ritengo invece che non possiamo ancora considerarci battuti. Per quanto mi riguarda, quanto più sono deciso ad abbandonare ogni impegno politico, di qualsiasi sorta, per prossimi anni (visto che ``sempre'' non significa nulla), tanto meno sono disposto a rassegnarmi a questa eventualità prima del 1 novembre. Tutto quanto abbiamo fatto, da tempo, è sempre corso su un filo di speranza, e mai abbiamo ``occupato spazi'' vuoti o disponibili, ma sempre ne abbiamo creato di nuovi e di negati. Ma ci vuol rigore, ci vuol serietà, ci vuole volontà e anche nervi piuttosto saldi.
Abbiamo denaro (o possibilità di far debiti) sufficiente per altri due numeri, forse tre o quattro (se le sottoscrizioni avranno un rilancio), di Notizie Radicali - che inviamo a quindicimila, ed eccezionalmente a ventimila persone - con qualche rotazione di indirizzario. Al massimo, ed a meno di novità imprevedibili, speriamo che fra queste ventimila potremo convincere cento o cento cinquanta compagni ad iscriversi, di qui a ottobre. Arriveremo, cioè, a quota cinquecento: metà dell'obiettivo minimo. E' quanto possiamo fare noi, da qui, con la capacità ed i guai che abbiamo. Il resto, sia chiaro, è affidato a voi tutti, ai militanti iscritti. Astrattamente, basterebbe che vi impegnaste a convincere ciascuno, in tre mesi, due persone a venire al congresso da iscritto, che il problema principale e pregiudiziale sarebbe risolto. Ciascuno ci pensi, e consideri quanta responsabilità, in realtà, ha e può esercitare.
Ma il problema principale è che, se solo ventimila persone saranno al corrente, seriamente, della situazione del PR, una vera crescita politica nazionale è davvero follia presupporla: può verificarsi, ma non esser sennatamente prevedibile.
Lo sforzo massimo, allora, va fatto perché la stampa pubblichi esaurientemente notizie sulla nostra situazione, sul significato della nostra lotta, sul perché della nostra decisione. Non solo è lecito ma è doveroso chiederlo: non avremmo, dunque, meritato, in almeno dieci anni di lotte, un solo articolo informativo, esauriente?
Sappiate che noi abbiamo fatto ogni sforzo anche in questa direzione. Ma, proprio per il nostro essere particolarmente esposti, da tempo, come militanti ed esponenti del PR, la nostra possibilità di convinzione è di molto minore a quella di ogni singolo, sconosciuto lettore - suscettibile, ai loro occhi, di rappresentare una ``opinione pubblica'' o dei lettori.
Per questo aggiungo anche queste considerazioni a quelle che il nostro Segretario Nazionale vi ha inviato. L'articolo di Calogero può essere prezioso, costituire una prima breccia nella congiura del silenzio o della disinformazione. A condizione che il direttore di ``Panorama'', lo stesso Calogero, abbiamo la prova di aver toccato un punto di interesse reale, fin qui sottovalutato o ignorato. Per questo, se davvero giungerà a Panorama un numero cospicuo di interventi, brevi ma precisi, con richieste chiare, con considerazioni di carattere generale, possiamo sperare, in concreto, che, in settembre, ci riesca di convincere il direttore a fare un servizio adeguato, e non un servizietto di falsa attualità, sulla esperienza del PR, sul suo valore e sul significato della sua eventuale chiusura.
Molti compagni, in genere, soprattutto quelli isolati, ci chiedono spesso cosa possono fare, ci sottolineano l'estrema difficoltà di concrete iniziative politiche o di sostegno del Partito. Abbiamo sempre risposto che non si deve mitizzare la militanza: ora in concreto, con iniziativa che può benissimo non solo conciliarsi, ma esser facilitata dalle ferie, appaia a tutti chiaro quanto l'avvenire del Partito è davvero e concretamente nelle mani di ciascuno di noi.
Quello di ``Panorama'' non è che un esempio: ma ``L'espresso'', ``L'astrolabio'', ``ABC'', i quotidiani cosiddetti di informazione, quelli di sinistra ``rivoluzionaria'', i periodici ed i mensili cui si è abbonati, tutti devono essere raggiunti, dai loro ``lettori''. Non c'è che da scrivere su tutti i toni: duri e diplomatici, personalissimi e ``teorici''. Ma chi è, insomma, questo PR che ha animato tante battaglie, che ha concorso in modo così determinante, con il divorzio e l'anticlericalismo, a marcare dieci anni di vita politica anche ufficiale? del quale, sicuramente, tutti i giornali che l'avranno sabotato e ignorato pubblica la notizia, se ci sarà, dello scioglimento?
Sono convinto che se ciascuno di voi scriverà queste lettere, e ne farà scrivere ad altri suoi conoscenti, non radicali, ma che ritengono utile la nostra funzione, avremo dei risultati che saranno di molto superiori a quello minimo del quale abbiamo bisogno.
Buona estate, buon riposo, e... buona corrispondenza