SOMMARIO: Informa sulla presenza e l'iniziativa del "Comitato promotore nazionale" "Per una Repubblica autenticamente costituzionale" e sollecita l'adesione in particolare agli "eredi conseguenti delle 'tradizioni liberali' e della Destra storica, spaventiana". Il Comitato si è formato attorno al progetto radicale di referendum abrogativi di leggi "fasciste, autoritarie, clericali" che il Parlamento "non ha potuto, voluto e saputo rimuovere e sostituire". Queste richieste appartengono alla "dottrina delle diverse forze democratiche", e sono patrimonio comune per "l'intera sinistra".
(LIBERAZIONE, 9 settembre 1973)
Dopo venticinque anni è chiaro che la Costituzione non si realizza senza il concorso popolare per il 1975 si organizza quindi una raffica di referendum abrogativi contro il blocco delle vigenti leggi fasciste e clericali
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»Per una Repubblica autenticamente costituzionale è lo slogan, o l'obiettivo, che in questi giorni va raccogliendo in Comitato promotore nazionale esponenti e militanti dell'intero arco politico laico e personalità di rilievo nei vari campo della vita nazionale. Perfino eredi conseguenti delle »tradizioni liberali e della Destra storica, spaventiana, forze e personalità moderate, dovrebbero naturalmente convergere in una iniziativa di timbro così legalitario e istituzionale. Potrebbero farlo (e, in realtà, da alcuni sintomi, sembra che in non pochi stiano facendolo) solo superando la contraddizione fondamentale, che da almeno mezzo secolo costituisce un segno distintivo delle componenti »liberali e »illuminate di quella borghesia che nel suo complesso s'è invece espressa attraverso il regime fascista e quello democristiano.
Il Comitato »per una Repubblica autenticamente costituzionale si sta formando infatti attorno al progetto radicale di una serie di referendum abrogativi popolari, da convocarsi contemporaneamente e da tenersi nella primavera del 1975, per spazzare via, a quasi trent'anni dall'approvazione della Costituzione, l'immenso blocco di leggi fasciste, autoritarie, clericali che, non a caso, il Parlamento non ha potuto, voluto e saputo rimuovere e sostituire con norme e disposizioni democratiche e costituzionali.
Regime concordatario, codici penali, codici e tribunali militari, leggi incostituzionali di finanziamento della scuola e dell'assistenza classiste e clericali, leggi contro la stampa, sono gli obiettivi maggiori della campagna che sta per iniziare e l'oggetto di specifiche richieste di referendum abrogativi. Un comitato di giuristi sta preparando le formulazioni definitive delle relative richieste di convocazione che dovranno essere inoltrate questo inverno alla Corte di Cassazione e sulle quali dovranno poi, a primavera, essere raccolte le cinquecentomila firme prescritte.
Tutti i temi scottanti della lotta politica di questo ventennio, e quelli che s'annunciano per i prossimi anni, sono presenti. Dai rapporti fra Stato e Chiesa, alla violenza autoritaria e repressiva delle istituzioni, dall'aborto alla libertà di stampa, di manifestazione e di organizzazione, dall'esercito alla scuola ed all'assistenza »dei celestini , alla giustizia, la linea storica di demarcazione e di alternativa fra riformatori e conservatori fra liberali e reazionari segna così un fronte di lotta preciso e chiaro.
Non una sola delle rivendicazioni che così si avanzano è in contrasto con la dottrina delle diverse forze democratiche, ma anzi costituiscono un patrimonio tradizionale, minimo e comune, per l'intera Sinistra, in tutte le sue componenti storiche, dalla comunista alla socialista, dalla repubblicana a quella democratico-liberale.
Non una sola di queste rivendicazioni è in contrasto con la fiducia o il rispetto delle istituzioni rappresentative: l'iniziativa e l'intervento popolari, di base, sui grandi temi e interessi della vita civile, sono anzi stati previsti e sollecitati nella Costituzione come necessaria garanzia di funzionamento democratico. Non a caso la democrazia cristiana per vent'anni ha condotto una lotta costante e senza compromessi contro l'attuazione legislativa della previsione costituzionale dei referendum e ha infine accettato di permetterla per usarne come arma di ricatto e di minaccia nella battaglia per il divorzio. Non a caso, perfino questo primo referendum, pur promosso dalla vandea clericale, è oggi ostacolato e temuto dalla Chiesa e dalla DC, e da quanti fanno passare ogni loro strategia attraverso l'accordo corporativo e interclassista con loro; non a caso nel 1972 si è preferito sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni piuttosto che lasciarlo tenere.
Oggi le forze di regime sanno perfettamente che il paese è, nel suo complesso, più avanzato e civile della classe dirigente. Per questo il lungo, ventennale veto democristiano contro i referendum popolari ha ripreso vigore e corso e ci si prepara a nuove operazioni di sabotaggio della legge Fortuna per impedire ancora una volta il confronto che avevano finto di volere.
Chiamando il paese a rispondere a domande e proposte alternative, semplici, chiare, fondamentali nei loro enunciati, corrispondenti a tradizionali temi di cento anni di lotte democratiche e socialiste, a scelte sostanziali di civiltà, la maturità e la volontà delle masse dei lavoratori avranno finalmente la possibilità di manifestarsi in un confronto politico globale e per molti versi decisivo.
Su questo progetto, un anno fa, si è rifondato il Partito Radicale. »Liberazione è nata anche per questo: per sostenerlo e renderlo realizzabile; per contrastare il silenzio e le censure di regime che cercheranno di impedirlo e di soffocarlo.
Sin dai prossimi numeri, quotidianamente, informeremo i nostri lettori sulle caratteristiche e sullo sviluppo del progetto. Intanto le adesioni al Comitato nazionale »per una repubblica autenticamente costituzionale possono essere inviate presso il PR, in via di Torre Argentina 18 a Roma.