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Prezzolini Giuseppe - 19 luglio 1974
Polemica di un conservatore sul caso di Marco Pannella
di Giuseppe Prezzolini

SOMMARIO: Pier Paolo Pasolini è l'unico che scrive un articolo (Corriere della sera del 16.7 1974 - testo n. 1356) di analisi sul digiuno che Marco Pannella sta conducendo da oltre 70 giorni (Gli obiettivi: diritto d'accesso della LID alla Tv nel dibattito relativo al referendum sul divorzio; udienza del Presidente della Repubblica Leone; discussione alla Camera della proposta di depenalizzazione dell'aborto; garanzie sulla linea laica de Il Messaggero). Pasolini afferma che i radicali e Pannella sono i reali vincitori del referendum del 12 maggio mentre gli sconfitti sono, per motivi diversi, Fanfani e Berlinguer.

Giuseppe Prezzolini replica a Pasolini paragonandolo a Martin Lutero, sostendendo che lo stato non può farsi condizionare dal ricatto del digiuno, deridendo la nonviolenza.

(CORRIERE DELLA SERA, 19 luglio 1974)

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Soltanto un Pasolini può essere sicuro come un Papa che parli "ex cathedra" di ciò che sia "democratico", e di ciò che una democrazia, regime di libertà, dovrebbe proibire e magari espellere rinnegando se stessa.

Pasolini non ha vissuto mai in un Paese democratico visto che l'Italia è un Paese anarchico, variamente travestito da democratico, conservatore, qualunquista, comunista, e mezzo a destra e mezzo a sinistra, ora carne e ora baccalà. Nei Paesi democratici, come gli Stati Uniti, la società è tirannica, ma lo Stato è democratico e quindi quando una cinquantina di pazzerelli vollero travestirsi da nazisti e fare un giro intorno alla Casa Bianca con tanto di svastica al braccio, il Governo democratico americano lo permise, anzi li fece circondare e difendere da un centinaio di poliziotti perché nessun ebreo memore li seppellisse di insulti, di sputi e di pietre. Pasolini sa tante cose che io non conosco; ma non ha vissuto come me per trentadue anni in un Paese democratico; se no, non si sognerebbe nemmeno di chiamarsi tale, e di dire che non permetterebbe ad Almirante di sostenere le sue idee antidemocratiche, o democratiche in un modo diverso da quello di Pasolini.

Pasolini è come Lutero, che quando, scaturiti dai semi di rivolta che aveva gettato sul terreno della Germania, i contadini vollero realizzare il Regno di Dio, seguendo la Bibbia alla lettera compresa la poligamia, li condannò e invitò i fedeli ad assassinare qualunque "sedizioso" (cioè disobbediente ai prìncipi) con la sicurezza di andare diritto diritto in Paradiso.

Pasolini è sicuro come un Papa che parli "ex cathedra", e ci minacciava di scomunica democratica se il Presidente della Repubblica non riceveva Pannella. Cosa vuole Marco Pannella dal Presidente? Una cosa che il Presidente non ha facoltà di dare, in regime di democrazia: ottenere cioè modificazioni delle leggi o consuetudini del Governo. Egli fa lo sciopero della fame ed è ridotto alla estremità per assicurarsi che un giornale che non è mai stato fedele ai suoi principi corrisponda ora ai suoi sentimenti politici; e vorrebbe che la Rai desse un quarto d'ora ad un abate, che è in cerca di pubblico, non avendone trovato abbastanza per le sue pretese protestanti.

Il caso che solleva Pasolini non è nuovo. Non ricordo più in quale anno della mia giovinezza, ma fu prima della prima Guerra Mondiale, che il Sindaco della città di Cork in Irlanda si dette al digiuno e morì di fame chiedendo la libertà del proprio Paese.

A quel tempo Mario Missiroli, che non era ancora direttore del "Corriere della Sera", scrisse una nota che io pubblicai in un libro intitolato dal mio amico ""Opinioni"", uscito nel 1956 in una II edizione presso la Casa editrice Longanesi. vi si legge a pagina 291: "Fra il sindaco di Cork che ha inaugurato lo sciopero della fame, e Lloyd George, che lo lascia morire di inedia, la scelta non è facile. Sono degni l'uno dell'altro. Io preferisco Lloyd George, poiché rappresenta, a mio avviso, un'idea più altra: quella della autorità dello Stato, che è superiore a quella dell'indipendenza per la quale si lascia morire il sindaco eroe. Comunque, si riesce a immaginare un caso simile in Italia o in Francia? Che emozione! Dopo ventiquattr'ore lo Stato avrebbe capitolato. In Inghilterra, no: il sentimentalismo è riservato ai cani e agli uccelli. Agli impieghi innocui".

L'Inghilterra di Lloyd George era democratica, ed anzi Lloyd George era un ministro della estrema democrazia, ma lasciò che il sindaco di Cork morisse, senza accontentarlo.

Pasolini sarà forse quel grande poeta, artista, propulsore, provocatore di idee che lo dicono gli "ex-giovani"; ma manca di cultura storica, di senso comune e di razionalità elementare.

Se bastasse la convenzione dei digiunatori, e dei bonzi che si bruciarono per risolvere i problemi politici del Vietnam, il mondo sarebbe pieno di esempi di questo genere. Sarebbe prevedibile un'esplosione di digiunatori e di autobruciatori. I martiri non stanno tutti dalla stessa parte. Che direbbe Pasolini se un seguace di Almirante digiunasse come il Pannella, perché i giudici assolvessero il suo eroe? E perché dom Franzoni dovrebbe avere un quarto d'ora di radio, e non dovrebbero averlo anche un buddista, un maomettano, un ateo? I quarti d'ora in un giorno sono novantasei; ma di questi novantasei soltanto sei o sette in un momento buono per avere un pubblico. A chi Pasolini desinerebbe le quattro e a chi le diciannove?

L'ufficio del Presidente della Repubblica non è, secondo la Costituzione "democratica" che l'Italia si è data, fatto per ricevere tutte le persone che hanno un ideale nella testa; come le colonne del giornale in cui Pasolini scrive non possono essere aperte a chiunque abbia un'opinione da sostenere. Io, per esempio, scrivo in questo giornale perché sono stato invitato e scriverei anche nella "Unità" se avesse lo spirito di invitarmi a lasciarmi di re quello che penso. E il Presidente della Repubblica è libero, come persona privata, di ricevere chiunque, non può ricevere tutti coloro che desiderano un cambiamento di politica. Tra le altre cose, dove troverebbe il tempo?

La democrazia è così, e non l'ho inventata io.

Fra gli altri luoghi comuni ripetuti con aria di profeta dal Pasolini, c'è quello della "non-violenza".

Ora, prima di tutto, la parola è equivoca. I gabbiano del Lago di Lugano portano via il cibo dalla bocca delle anatre; ma quando non c'è cibo, stanno con loro senza beccarle. Sono forse pacifisti? Togliere il cibo, interrompere il modo d'arrivare a casa, impedire di lavorare come fanno certi scioperanti non è una violenza ipocrita come quella dei gabbiani? Ma il Pasolini si guarderebbe bene dal protestare contro gli scioperi politici.

Pare che il Pasolini non sappia che l'India che incominciò con la non-violenza del Mahatma Ghandi è finita con la bomba atomica della signora Indira Ghandi. E siccome Pasolini è un umanista e un linguista, gli ricorderò che Esìodo deplorò il tempo proprio perché usava il ferro per le guerre, e lamentava l'età della pace, che chiamava età dell'oro, che era finita. Da Esiodo a Ghandi, nonostante Gesù e Budda, le guerre sono continuate. Ma Pasolini legge mai i giornali? Dovrebbe sapere che non c'è tempo per la retorica. Si tratta di non far fallimento, di aver da mangiare, di poter stare sotto un tetto. C'è la fame alle porte e non si possono saziare i poveri con le prediche di dom Franzoni.

 
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