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Fallaci Paola, Pannella Marco - 10 agosto 1974
PERCHE' DIGIUNIAMO
di Paola Fallaci

SOMMARIO: Vi presentiamo, insieme con Marco Pannella, le donne che fanno lo sciopero della fame perché venga esaminata la proposta di legge Fortuna sull'interruzione di gravidanza.

Si battono anche perché venga approvato entro l'anno il nuovo diritto di famiglia

(ANNABELLA, 10 agosto 1974)

"Pannella, lo sa che da quando l'ho sentita in TV mi sono innamorata di lei?"

"Lo dicevo io che la TV è un mezzo pericolosissimo: stà a vedere che mi ritrovo sposato...".

Non mi sono sentita di affrontare Marco Pannella come i miei colleghi maschi i quali parlano di lui o come di un santo (se ne condividono gli ideali) o come di un mascalzone (se sono iscritti al PCI). Secondo me, Pannella alle donne fa un effetto speciale e non soltanto perché è un gran bell'uomo (lo sa, bisogna vedere come sgrana gli occhioni in tinta con la camicia celeste), ma soprattutto perché è l'unico che lotti veramente, sinceramente per loro. Infatti, se ora è secco come un chiodo, se i battiti del suo cuore sono calati da 84 a 48, se perde i capelli, se gli si sfogliano le unghie, se dovrà portare gli occhiali, se gli si decalcificano i denti è perché fa lo sciopero della fame e fa lo sciopero della fame per chiedere molte cose importanti per tutti, ma soprattutto due cose importantissime per le cittadine di questo paese: che venga approvato entro l'anno il nuovo diritto di famiglia, e che venga tolta dall'insabbiamento la legge che consente l'aborto legale.

Ecco, la cosa che rende Marco Pannella speciale è proprio questa: che si occupa dei nostri problemi con rischio e passione. E un'altra: contrariamente agli altri uomini che, quando portano avanti una battaglia per le donne, lo fanno per un secondo fine, lui lo fa proprio per noi, sa benissimo che non è colpa nostra se ogni anno siamo costrette, a migliaia, ad abortire. Si può quindi ignorarlo?

A causa di questo sono qui a intervistarlo e se l'inizio è scherzoso non è perché gli voglio mancare di rispetto o non lo stimo, ma semplicemente perché non mi ha fatto un'impressione tragica (sebbene il suo digiuno ormai sia tragico: dura dal 3 maggio con cinque giorni di sospensione, dal 20 al 25 luglio), ma un'impressione di grande allegria: m'è parso davvero uno che vuole "rischiare di vivere e non di morire".

Dunque, innanzitutto, vi voglio dire com'è: altissimo, almeno 1 e 90, capelli grigi, occhi celesti messi regolarmente in risalto da indumenti celesti. Bel vocione baritonale. Abruzzese d'origine, mamma francese. Infanzia rigorosa, ordinatissima. Scapolo. Fuma le Celtique. Vive in una soffitta di via della Panetteria a Roma: la porta piena di sbarre perché ogni poco la rompono per fare le perquisizioni; le stanze piene di libri; se piove è anche piena d'acqua, però di solito è piena di gente. Dice le parolacce, la più gentile è "va coperto di guano". Il guano lo butta invariabilmente sulla classe politica "arrogante e incapace". Ex-leader del più piccolo partito politico italiano: quello radicale. Fondatore della LID (Lega italiana per il divorzio), vincitore morale del referendum del 12 maggio.

"Senta Pannella, ma questo suo digiuno servirà davvero a scuotere la classe politica, a far passare quelle leggi democratiche che aspettiamo da anni?"

"Sì, serve, come servono le marce, i manifesti con migliaia di firme. Le donne mi seguono, i giovani pure, gli obiettori di coscienza si consolano. meglio delle bombe, no?".

"Fra le altre, lei conduce la battaglia per l'aborto gratis in un ospedale. Ma non è una battaglia persa?"

"No, ma dovranno passare anni prima che la legge venga approvata, e milioni di donne dovranno seguitare a bucarsi coi ferri da calza".

"E seguiteranno a venire processate. Come le 263 donne di Trento. Ma che possono fare?"

"Devono trasformarsi da accusate in accusatrici, altro che nascondersi! devono rivendicare il loro diritto a essere tratte umanamente! Devono protestare usando le armi che hanno: per esempio inondando di telegrammi di protesta gli uomini politici...".

"Le donne come possono aiutare Pannella che digiuna per loro? Forse digiunando a loro volta?"

"Ma no, anche se questo lo fanno già in tante, e non per aiutare me, per aiutare le altre donne e quindi ancora se stesse... C'è Fausa La Penna, c'è Marisa Magli, Costanza Lopez, Marisa Poliani, Eugenia e Wanda Roccella... tante altre...".

Fausta Mancini La Penna è una giovanissima donna di 72 anni. Vive a Cervignano del Friuli. Ha fatto lo sciopero della fame da sola, per 18 giorni. Dice: "Dapprima avevo feroci mal di testa, poi mi sono abituata, ho scoperto che il digiuno dà una grande carica spirituale. Fra tutti gli obbiettivi di Pannella, quello che mi sembra più importante è la legalizzazione dell'aborto perché le donne ne hanno urgente bisogno. Ci sono situazioni a cui assisto che mi straziano il cuore, conosco una ragazza mongoloide che viene violentata dallo zio e ha già due bambini come lei. Se ci fosse l'aborto...".

Marisa Magli vive in Svizzera, è un'ex-suora, l'hanno costretta a lasciare l'abito da quando s'è schierata dalla parte dei divorzisti con un articolo pubblicato sul "Mondo". Costanza Lopez è bellissima, ma il digiuno di 40 giorni le ha lasciato un tic strano e un pallore tremendo. Ha ripreso lo sciopero della fame contemporaneamente a Pannella (la loro dieta giornaliera è di 4 cappuccini con complessivi 8 cucchiaini di zucchero e 7 litri d'acqua), e le sue condizioni sono altrettanto preoccupanti. "I primi giorni sono stata male, poi mi pareva di essermi abituata. Al trentesimo giorno, il latte non lo reggevo più, così mi nutrivo soltanto di acqua e vitamine. Quando ho mangiato di nuovo, una mozzarella, un pomodoro e una pesca, ero emozionatissima... Ora ho ricominciato, perdo molti capelli, sto male, ma tiro avanti: la legalizzazione dell'aborto è più importante di me".

Marisa Poliani, 40 giorni di sciopero della fame anche lei: "Ora ho sempre mal di testa, mi pare di avere continuamente la febbre. Dopo 15 giorni avevo tremende crisi depressive, forse perché continuavo a lavorare anziché stare distesa a dormire, a riposare. Sono stata anche ricoverata in ospedale. Oltre al mal di testa, m'è rimasto un grande schifo per il cibo, riesco a mangiare poco".

Wanda ed Eugenia Roccella sono madre e figlia. Militanti tutte e due nell'MLD: hanno digiunato e raccolto un numero enorme di firme per l'aborto ottenendo un primo importante risultato: che fossero nominati i relatori della proposta di legge Fortuna sull'aborto legale.

"Le donne capiscono il discorso sull'aborto ancora meglio di quello sul divorzio, perché lo vivono quotidianamente".

 
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