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Partito Radicale - 18 gennaio 1975
Vogliono abrogare il partito del 13 maggio

SOMMARIO: Il comunicato della segreteria del Pr in merito all'arresto di Gianfranco Spadaccia che si era assunto la responsabilità, in quanto Segretario del Pr, di aver promosso la costituzione del CISA (Centro Italiano Sterilizzazione e Aborto) e le sue iniziative di disobbedienza fra cui la clinica di Firenze dove venivano praticati aborti con il metodo Karmann.

(NOTIZIE RADICALI n. 625, 18 gennaio 1975)

Roma, 13 gennaio

In merito all'arresto del Segretario Nazionale del Partito Radicale, Gianfranco Spadaccia, la Segreteria Nazionale del Partito ha diffuso la seguente dichiarazione:

"Per la prima volta dal 1946 viene arrestato un segretario nazionale di un partito, per la sua attività nell'esercizio di iniziativa politica intesa a promuovere l'attività legislativa e in attuazione di precisi deliberati di un Congresso nazionale.

Il regime clerico-fascista dopo aver tentato, nei mesi scorsi, di abrogare ed assassinare, con la censura e l'isolamento politico il partito del divorzio, del referendum del 12 maggio, oggi, usando la violenza delle istituzioni, ha scelto la via degli arresti per i suoi dirigenti, per adesso del segretario nazionale e della compagna Adele Faccio.

L'iniziativa della procura della Repubblica di Firenze, una volta tanto venuta meno alle sue funzioni di regime, che sistematicamente ignora la realtà dello aborto clandestino di massa, è stata dunque presa non perché dei delatori paleo-fascisti abbiano fatto il loro mestiere, ma perché si vuole tentare, con la violenza, di impedire al Partito Radicale, alle forze sociali e ai movimenti di liberazione e per i diritti civili, che esso solo rappresenta ed esprime, di condurre nel paese le sue lotte popolari, ed in particolare quella per la depenalizzazione di un presunto reato che ogni anno costringe migliaia di donne, cattoliche o non, ad abortire clandestinamente.

La tempestività dell'iniziativa della Procura di Firenze è in particolare volta, evidentemente, ad impedire l'effettuazione della grande Conferenza Nazionale sull'Aborto che si terrà a Roma il 24, 25, 26 gennaio, e che invece viene confermata e rappresenterà un momento di unità e di impegno delle forze democratiche e laiche.

Se questo fatto, così grave, è stato possibile, lo si deve anche, purtroppo, al sistematico isolamento in cui i partiti democratici hanno lasciato le lotte di libertà, le concrete iniziative che i radicali sono venuti prendendo negli anni scorsi.

A questi partiti, oggi, compete una grave responsabilità che li coinvolge. Essa è dovuta non alle persone dei compagni arrestati, ma ai milioni di donne assoggettate ad una legge iniqua e di classe ed alle condizioni di speculazione disumana che essa determina. Non sollecitiamo loro, quindi, nessuna altra solidarietà che non sia quella dell'impegno per il passaggio all'immediata discussione del progetto di legge Fortuna.

Il Partito Radicale, rivendica le sue precise responsabilità nella lotta per una diversa legislazione sull'aborto, nelle iniziative del CISA, a Milano e a Firenze. Solo l'ipocrisia di questo regime ha potuto fingere di ignorare finora che 300 militanti radicali e per i diritti civili già da due anni si sono autodenunciati per procurato aborto, e si trovano quindi nella stessa situazione giuridica degli arrestati.

Già oggi annunciamo che centinaia di medici hanno sottoscritto un documento per l'immediata depenalizzazione dello aborto.

Si dimostra così una volta di più che i radicali, insieme al Movimento di Liberazione della Donna, movimento unitario e realmente femminista, non mentono ed hanno anzi esattamente individuato la strategia e le contraddizioni di classe attraverso le quali necessariamente deve passare la lotta politica per l'aborto e la liberazione della donna; è una battaglia che il Pr e il MLD vogliono e conducono in modo leale e unitario, a differenza - dobbiamo oggi ribadirlo - di quei gruppi e forze, con le quale da oggi rifiutiamo ogni collaborazione, che mentre si richiamano a pretese rappresentanze "rivoluzionarie" e "femministe", hanno ieri, ad esempio, impedito a Firenze alla compagna Adele Faccio, Mauro Mellini, di parlare nel corso della manifestazione e lo avrebbero impedito, sicuramente, al compagno Gianfranco Spadaccia.

La segreteria del Pr rivolge quindi un appello alle donne, ai cittadini democratici, ai lavoratori, ai medici, perché in questo momento diano il loro impegno di nuovi iscritti, sottoscrittori, di militanti per tutte le iniziative che verranno prese per vincere definitivamente la battaglia per la depenalizzazione e liberalizzazione dell'aborto.

 
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