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Notizie Radicali - 17 marzo 1975
CONSIGLIO PRI: CENSURATA LA LETTERA DI CURATOLA

SOMMARIO: CLAMOROSO: AL CONSIGLIO NAZIONALE REPUBBLICANO NON VIENE DATA COMUNICAZIONE DI UNA LETTERA DI CURATOLA. CURATOLA PROPONEVA CHE LA MALFA SI AUTODEFERISSE AI PROBIVIRI E SI DICHIARAVA DISPOSTO A SUA VOLTA A DIMETTERSI E A SOTTOPORSI AL GIUDIZIO DEL COLLEGIO. LA MAGGIORANZA NON VUOLE PERO' UN EQUO GIUDIZIO MA UNA PROVA DI FORZA. RICORSO DI PAOLO UNGARI CONTRO L'ELEZIONE DI FRANCO DE CATALDO NON ACCETTATO DALL'ON. REALE; PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE.

(NOTIZIE RADICALI, 17 marzo 1975)

Roma, 17 marzo - N.R.- La stampa ha dato notizia che l'on. Ugo La Malfa ha deciso di autodeferirsi ai probiviri del PRI e che contemporaneamente la maggioranza del Consiglio Nazionale Repubblicano ha denunciato ai probiviri il prof. Pasquale Curatola. Ciò che i giornalisti non hanno saputo è che lo stesso prof. Curatolaaveva inviato al Consiglio Nazionale una lettera in cui chiedeva che La Malfa si autodeferisse al collegio dei probiviri e, per suo conto, si dichiarava disposto ad accettare il giudizio di un giurì d'onore. Se La Malfa non avesse accettato nessuna delle due soluzioni, Curatola informava che non avrebbe avuto altra possibilità che rivolgersi alla Magistratura per tutelare la propria onorabilità dopo le gravi dichiarazioni rilasciate sul suo conto dal leader repubblicano.

Di questa lettera di Curatola non è stata data comunicazione né ai Consiglieri Nazionali, né alla stampa.

I normali diritti che devono essere riconosciuti ad ogni iscritto, sono stati invece negati ad un esponente repubblicano che il partito ha eletto più volte a far parte del suo massimo organo disciplinare, che aveva designato in sua rappresentanza a far parte del Consiglio Superiore della Magistratura, e che anche l'ultimo Congresso ha rieletto, nonostante le aggressioni di cui era stato oggetto, con un significativo ed ampio suffragio.

Invece di prendere atto delle richieste di Curatola, l'intera maggioranza di Genova si è costituita in organo di accusa contro di lui.

E' chiaro l'intendimento di non voler risolvere il problema con un pacato ed equo giudizio, ma con una prova di forza della maggioranza nei confronti di un componente del collegio dei probiviri. La maggioranza pretendeva infatti che fosse il Consiglio Nazionale, con una propria deliberazione, a promuovere il giudizio contro di lui. L'opposizione della minoranza ha impedito questo assurdo giuridico e statutario.

I consiglieri nazionali della maggioranza si sono dovuti, di conseguenza, assumere la responsabilità di presentare una denuncia collettiva al collegio dei probiviri.

I tentativi di prevaricazione non finiscono qui. Il consigliere Paolo Ungari, che è capo di gabinetto di La Malfa, ha presentato alla presidenza del consiglio nazionale un ricorso, in cui contestava l'elezione di Franco De Cataldo, consigliere nazionale della sinistra repubblicana, ed uno dei leaders di questa corrente. In questo caso, tuttavia, il presidente del consiglio nazionale, che era l'on. Reale, ha ritenuto suo dovere tutelare i diritti della minoranza. "Il ricorso - ha dichiarato Reale - non è accettabile perché il consiglio nazionale non è competente a discuterne". Con tutta evidenza l'unico organo competente a valutare l'eleggibilità di Franco De Cataldo era infatti la commissione verifica poteri del Congresso.

 
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