Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 23 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Olivetti Arrigo, Mancini Giacomo, Bozzi Aldo, Trivelli Renzo, Andreotti Giulio, Biasini oddo, corvisieri silverio, orsello giampiero, moravia alberto, croce elena, rossi ada, braibanti aldo, galli marisa, boneschi mario, matteucci nicola - 6 novembre 1975
RIFLETTORI SU FIRENZE

SOMMARIO: Il partito radicale visto da Arrigo Olivetti, Giacomo Mancini, Aldo Bozzi, Renzo Trivelli, Giulio Andreotti, Oddo Biasini, Silverio Corvisieri, Giampiero Orsello, Alberto Moravia, Elena Croce, Ada Rossi, Aldo Braibanti, Suor Marisa Galli, Mario Boneschi, Nicola Matteucci.

(IL MONDO, 6 novembre 1975)

ARRIGO OLIVETTI

(Fondatore del Pr)

"Pur essendo stato nel 1955 tra i fondatori del partito radicale ho cessato di farne parte nel 1963. In questi ultimi anni ho però seguito con particolare attenzione l'attività del partito radicale e pur facendo qualche riserva sui metodi della sua propaganda riconosco che è particolarmente per suo merito se è stata respinta l'abrogazione della legge sul divorzio e se si è raccolto il necessario numero di firme per richiedere il referendum a favore della liberalizzazione dell'aborto. Quanto ho detto sopra, però, non diminuisce i meriti degli altri partiti od associazioni che hanno contribuito a raggiungere gli stessi scopi."

GIACOMO MANCINI

(deputato socialista)

"A Firenze, dove erano riuniti per la conferenza di organizzazione, i socialisti manifestarono la loro solidarietà a Spadaccia, allora incarcerato per un'assurda norma del codice che punisce coloro che si battono contro la tragedia quotidiana, contro la piaga, contro l'umiliazione e la violenza dell'aborto clandestino: una norma che non impedisce questa pratica su cui molti speculano, ma manda in galera quelli che denunciano, in modo clamoroso e ``provocatorio'', come fece Spadaccia, l'immoralità dell'attuale legislatura.

"Con i radicali abbiamo combattuto, e continueremo a farlo, importanti battaglie per i diritti civili, per la piena libertà dei cittadini. Oggi è più facile per i socialisti questo impegno comune. Nella vicenda del Psi non sempre vi è stata una pienezza di convincimenti sull'importanza dei diritti civili, come motivi fondamentali dell'azione di un partito popolare; vi sono state fasi, momenti di distrazione o di sottovalutazione, ed è stato necessario un forte impegno per far acquisire a tutto il partito - come oggi è acquisito - la consapevolezza del rilievo politico della tematica dei diritti civili, e il conseguente impegno su tale terreno.

"Perciò, oggi, il rapporto tra i socialisti e i radicali, su questi problemi, va ben oltre le intese organizzative da ratificare in patti, perché c'è questa comunanza di sensibilità e di impegni, sicché socialisti e radicali sanno che sul piano della lotta per i diritti civili e di libertà non possono prescindere gli uni dagli altri per trovare le soluzioni politiche alle questioni che sono al centro del congresso del Pr, al quale desidero rivolgere un sincero augurio di proficuo lavoro."

ALDO BOZZI

(deputato liberale)

"Quando il partito radicale nacque - e nacque polemicamente per iniziativa di uomini che provenivano da altre formazioni politiche - intendeva rappresentare, secondo me, la versione italiana del radicalismo francese. Genuinamente laico, oppositore dei partiti-chiesa, esso aspirò ad una rappresentanza parlamentare, ma non trovò spazio.

"Da allora il partito radicale s'è andato sempre più configurando come un ``movimento'' d'avanguardia, come un deposito culturale e politico, di contenuto libertario, che va svolgendo un'azione di rottura di ataviche incrostazioni e arretratezze della società italiana. Il partito radicale ha scosso l'opinione pubblica e la classe politica, spesso inerte e abulica, su temi di grande rilevanza, in maniera vivace e con metodi a volte anche spettacolari. Più che un partito fra i partiti, esso mi sembra un centro destinato a svolgere un ruolo d'influenza e di critica sui partiti in senso stretto e in generale sull'operare politico."

RENZO TRAVELLI

(della segreteria Pci)

"Nel panorama politico italiano, soprattutto in quell'area non consolidata e mutevole delle formazioni politiche minori, il partito radicale ha certo una sua ragion d'essere ed esprimere umori, esigenze, problemi (non voglio dire velleità) che sarebbe errato ignorare. Un contributo alla sensibilizzazione su questioni e problemi che si suole riassumere con la formula dei ``diritti civili'' è certo venuto e può venire dal partito radicale, anche se le forme e i modi con cui tutto questo avviene non mi sembrano sempre i più giusti e sono spesso assai diversi dai nostri. Per disegni e propositi più generali, come quelli di costruire il grande partito socialista laico e libertario della sinistra italiana, posto che ognuno ha ben il diritto di cimentarsi su simili imprese, consiglierei una riflessione sul perché nella storia d'Italia il radicalismo non ha mi, finora, superato i confini di posizioni protestatarie, di testimonianza, in sostanza non egemoni."

GIULIO ANDREOTTI

(ministro del bilancio)

"Senza contraddire al pluralismo politico, c'è chi ritiene che in Italia non siano pochi i partiti presenti in Parlamento. Con questa premessa - non irrilevante - direi che il ruolo del partito radicale dovrebbe essere quello di fermento culturale, che fu assolto per un breve periodo dal partito d'azione. Forse sarebbe logico ipotizzare una fusione tra liberali e radicali. Vista in chiave europea tale soluzione non appare affatto stravagante.

"Riconosco che la permanenza di Pannella in piazza Montecitorio durante i mesi del dibattito sul divorzio rappresentò un fatto non irrilevante. Anche perché nessuno degli avversari della legge Fortuna fece altrettanto. Per il resto i radicali furono una sorta di mostarda su di un tavolo le cui portate erano fornite dai comunisti ed i contorni dai partiti di minore consistenza.

"Vorrei aggiungere - salva sempre la buona fede di tutti - che sotto il suggestivo vessillo dei diritti civili occorre fare attenzione a non prestarsi a manovre di speculazioni. Mi riferisco, per esemplificare, alla legislazione contro la droga. Sotto spinte umanitarie e logiche possono annidarsi interessi che sono pericolosissimi. Certe campagne sulla scarsa nocività delle droghe leggere, negli Stati Uniti, sembra fossero ``incoraggiate'' dalle catene di spacciatori, fiduciosi nella progressività della... dedizione ai narcotici."

ODDO BIASINI

(segretario del Pri)

"Il coraggio e la buona fede di molti esponenti radicali sono fuori dubbio, così come è indubbio il contributo dato dalle campagne del partito radicale per la presa di coscienza di importanti problemi civili e sociali e per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica rispetto ad essi. Con tutto ciò il giudizio politico complessivo nei riguardi di questo partito non può non essere fortemente critico. Anziché individuare, recepire e inalveare nella direzione del regime democratico i problemi e le istanze dei gruppi ``emarginati'' della società (ruolo tipico del movimento di protesta delle società più avanzate) i radicali si adoperano per raccogliere la protesta (spesso legittima) di quei gruppi e utilizzarla in modo agitatorio confuso e sostanzialmente antidemocratico. I giudizi violenti, il generalizzare tipico delle argomentazioni radicali (così lontano dal ``laico'' distinguere che pur caratterizza la matrice originaria di alcuni loro esponenti), l'approssimativo sincretismo del loro bagaglio culturale, il

tono provocatorio di ogni loro iniziativa deludono chiunque sappia quanto lunga, difficile, complessa è la battaglia per i valori di libertà. In particolare in questo momento quasi drammatico per l'avvenire del paese, il tentativo radicale di contribuire a destabilizzare l'equilibrio del paese, sebbene modesti siano gli effetti della pressione che il partito può esercitare, appare poco responsabile.

"Che augurare al congresso radicale? Una revisione di questa metodologia politica e di questa linea di azione, un conseguente recupero dei radicali ad una funzione più costruttiva. Saprà il congresso incamminarsi su questa nuova strada? Il pessimismo non ci ispira una risposta positiva."

SILVERIO CORVISIERI

(della segreteria di avanguardia operaia)

"Il partito ha dato un positivo contributo in questi ultimi anni alle battaglie per i diritti civili e in generale per un allargamento della democrazia; è stato perciò una delle componenti impegnate nella lotta per l'abbattimento del regime democristiano. Ha pesato nella misura delle sue forze e della sua capacità d'iniziativa politica. Questo spiega perché in alcune importanti occasioni quali il divorzio, aborto, codice Rocco ecc. avanguardia operaia, che è un'organizzazione rivoluzionaria, e quindi una frazione radicale del proletariato, si è trovata accanto al partito di Pannella e di Spadaccia che è un'ala radicale della piccola borghesia. La collaborazione su alcuni terreni concreti c'è stata con reciproco profitto e quindi potrà proseguire.

"Devo però aggiungere che la mancanza di un'impostazione classista del discorso del partito radicale conduce ad una grave sottovalutazione della lotta contro lo sfruttamento capitalistico e, per questa via, a non comprendere che anche le battaglie per i diritti democratici si vincono se sono i proletari a farsene carico come forza sociale al centro di un ampio schieramento. Critichiamo il fatto che la radicalità di Pannella e di Spadaccia non si manifesti nelle lotte di fabbrica, nelle occupazioni di case, nelle autoriduzioni nella stessa misura in cui è esercitata per le altre soluzioni meno incompatibili con la società capitalistica."

GIAMPIERO ORSELLO

(vicepresidente della Rai)

"Non sarebbe giusto negare il contributo dato dai radicali alle battaglie per i diritti civili che hanno dato in molti settori una più adeguata rispondenza alla volontà di rinnovamento che esiste nel paese.

"La lotta comune che abbiamo fatto per attuare e difendere la legge sul divorzio ne è una prova, e così pure la battaglia in atto per la legalizzazione dell'aborto; valutazioni analoghe possono essere date sul problema dell'obiezione di coscienza o su quello delle distinzioni di responsabilità in materia di droga.

"In altri settori, come quello, per esempio, della richiesta di referendum contro il finanziamento dei partiti, non siamo d'accordo con gli amici radicali perché essi partono dal presupposto di avere a che fare con un regime, mentre noi sosteniamo l'attuale sistema democratico e le sue articolazioni politiche. Anche la carica libertaria dei radicali ci trova consenzienti e investe il problema del Concordato, tuttavia il problema delicato dei rapporti tra le forze laiche e quelle cattoliche nelle realtà democratica deve essere posto non in termini di un superato anticlericalismo, ma in quelli di una dialettica pluralistica e contribuendo a far emergere una alternativa democratica e socialista che non sia soggetta all'egemonia comunista e che eviti il compromesso storico inteso come accordo di potere tra Dc e Pci."

ALBERTO MORAVIA

(scrittore)

"Ho una grande simpatia per Marco Pannella e mi sembra una figura indispensabile nel prevedibile, conformista e burocratico mondo politico italiano."

ELENA CROCE

(scrittrice)

"Anche al di là della battaglia per i diritti civili, particolarmente necessaria in un paese che ha in questo senso una sensibilità atrofizzata dallo scetticismo, il partito radicale ha sempre rappresentato per me una testimonianza importante.

"O meglio la prova semplice, immediata, di una verità della quale nei momenti di depressioni, e oggi come non mai, si tende a dubitare. E cioè che per quanto inerte sia il peso degli interessi antivitali che ci schiacciano, l'iniziativa di minoranza, quando è veramente libera e pronta a che si paghi di persona, può riuscire a smuoverlo."

ADA ROSSI

(vedova di Ernesto Rossi)

"Sono iscritta dal '71 al partito radicale ed anche se non svolgo un'attività intensa appoggio tutte le battaglie per i diritti civili. I radicali rappresentano un grande movimento d'opinione nella società italiana: la loro forza sta nel perseguire accanitamente la soluzione di alcuni problemi al di fuori di una strategia complessa. Questo, da un certo punto di vista, potrebbe essere considerato un limite, ma in realtà è solo affrontando situazioni particolari e concrete, che si gettano le basi per una società migliore. Ecco, io credo che ritagliandosi questo spazio peculiare ed autonomo i radicali hanno la possibilità non solo di influenzare l'opinione pubblica, ma di dar vita ad un movimento politico forte ed indipendente dei partiti di sinistra. Umanamente sono molto vicina ad alcuni esponenti del partito radicale e mi piace il loro modo di fare anticonformista. La gente qualche volta dice che sono dei pazzi, ma io non posso fare a meno di ricordare le parole di mio marito Ernesto il quale sosteneva che s

e non ci fossero stati i ``pazzi'' l'umanità sarebbe ancora all'età della pietra."

ALDO BRAIBANTI

(docente)

"Una cosa credo di sapere: i radicali mi hanno aiutato a frantumare una torre morta e insieme a ricominciare una torre mobile e viva. Fuori della segnaletica falsa funzionale sfasata ho scoperto altri compagni provare un viaggio simile al mio nelle tentazioni libertarie dell'immaginazione svelata.

"Scoperto come? Aguzzando gli occhi nel buio di fondo di qualche mio passaggio duro e sofferto. Esplorando la solitudine cupa. Là dove ricominciare è un gesto intero - e bruciare i troni di carta costa poco - nulla, qualcosa.

"Il partito radicale? Credo di parlare solo di singoli uomini. Sono convinto che è la stessa cosa. Capovolgono l'utopia - o almeno tentano - come anche voglio cerco mi chiedo, vivono la prospettiva nel microcosmo del quotidiano banale. Ma quale sfida all'arroganza astuta del macropotere! Se questa sfida si spegnesse nella sabbia della retorica grigia - nella soffice e non più vigile coazione a ripetere - la notte di oggi sarebbe certamente più lunga più cieca più sorda.

"Voglio credere che per loro - come per me - ogni mattino sarà - per molto tempo ancora - un meraviglioso scatto di verifiche nuove. Senza riserve pregiudizi ipoteche. L'entropica istanza fascista che cova in ognuno di noi va scoperta isolata potata. Anche le nostre mani sono necessarie a soffocare nel decentramento paziente e tenace i proteiformi leviatani dentro e fuori di noi.

"In qualche modo anche quel pugno di uomini ha innestato - innesta in forma concreta - la reazione a catena della rivoluzione culturale continua. La strega metafisica avvelena ancora troppo il pane il canto il silenzio. Resistere oggi è morire all'idea. Tornare pionieri."

Suor MARISA GALLI

(pedagogista)

"Il mio impegno per i diritti civili è di lunga data, avendo io iniziato con le battaglie per far rispettare ``la carta dei diritti del fanciullo'' nei miei vent'anni di esperienza pedagogica in istituti assistenziali. Con il partito radicale che è il movimento più autenticamente cristiano che abbia mai conosciuto, mi ci ritrovo semplicemente perché è totalmente in accorso con la mia pedagogia, che vuole sempre partire dall'uomo. Ho fatto una scelta di classe, ovviamente voto per la sinistra, condivido il discorso delle tappe nella lotta globale di classe che i partiti della sinistra storica devono fare, ma non per questo cesserò nello stesso tempo di impegnarmi anche nelle battaglie dei diritti civili, che devono essere battaglie a breve termine. Per la sua mancanza di tatticismi il partito radicale viene considerato un rompiscatole dalla sinistra tradizionale, ma il suo ruolo essenziale e insostituibile è proprio quello di difendere, ora, subito, e non con una strategia a lunghissima scadenza, i diritti ir

rinunciabili dell'uomo, soprattutto del proletario. Perché sia ben chiaro: il capitalista, il ricco, non ha alcun bisogno che gli vengano riconosciuti questi diritti, i suoi quattrini sono il suo diritto assoluto."

MARIO BONESCHI

(fondatore del Pr)

"Convinto che Italia, Germania e Spagna furono paesi buoni per il fascismo perché non erano passati attraverso il lavaggio del radicalismo borghese, accettai di andare allo sbaraglio delle sconfitte politiche radicali quando mi invitò Pannunzio. Dissentivo dal progetto di fondare un partito dando battaglia alle grosse formazioni sul terreno elettorale. A mio avviso la situazione richiedeva non la lotta politica tradizionale, ma la guerriglia politica condotta da un gruppo di pressione, ossia quello che in seguito fu il metodo dei radicali della seconda generazione. L'avventura è stata esaltante quanto quella della Resistenza. I radicali si sollevarono contro il potere clericale quando tutta l'Italia accettava la formula ipocrita della pace religiosa.

"Oggi, regime, sottogoverno e simili cose, sulle quali si abbatté la polemica radicale, sono divenute banalità, sono oggetto di un turbine di messaggi, memoriali, confessioni, dichiarazioni di rimorso con i quali il cristiano ``mea culpa'' si allinea all'autocritica marxista. Ma non hanno forse i radicali avuto la miglior parte? Senza di loro non si sarebbe ottenuto il divorzio, non sarebbe venuto il referendum del '74 che, più il tempo passa, si rivela un'autentico principio di una fine."

NICOLA MATTEUCCI

(ordinario di filosofia all'università di Bologna)

"Auguro buoni lavori al congresso: ritengo, però, che lo spirito radicale e i suoi obiettivi, cioè i diritti civili, si possano realizzare meglio attraverso un movimento che interessi diversi partiti e non un partito vero e proprio. Vorrei, inoltre, che il movimento radicale restasse sempre più fedele alla tradizione liberal-democratica da cui è nato e rinunciasse a certi ``happening'' folkloristici propri della subcultura giovanile. Ogni battaglia per la libertà ha come misura e come limite la libertà degli altri."

 
Argomenti correlati:
congresso
pannella marco
divorzio
stampa questo documento invia questa pagina per mail