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Notizie Radicali - 13 gennaio 1976
ABORTO: UN ANNO FA...

SOMMARIO: Ricordando che esattamente un anno fa Gianfranco Spadaccia fu arrestato per aver dichiarato, in quanto Segretario del Pr, di aver promosso la costituzione del CISA (Centro Italiano Sterilizzazione e Aborto) e le sue iniziative di disobbedienza fra cui la clinica di Firenze dove venivano praticati aborti con il metodo Karmann, il Partito radicale rivolge un appello perchè s'intesifichi la campagna contro la legge-truffa sull'aborto che si vorrebbe votare in Parlamento per impedire lo svolgimento del referendum.

(NOTIZIE RADICALI n. 12, 13 gennaio 1976)

Roma, 13 gennaio. Esattamente un anno fa, alle 7 di mattina, il Segretario Nazionale del Partito Radicale, Gianfranco Spadaccia, veniva arrestato nella sua abitazione e tradotto nelle carceri di Firenze sotto l'imputazione di associazione a delinquere e procurato aborto. Per questo anniversario, la Segreteria Nazionale del Partito Radicale ha emesso il seguente comunicato:

``Con l'arresto di Gianfranco Spadaccia iniziava un anno fa la fase più dura di una battaglia, quella per l'aborto libero e gratuito, che il Partito Radicale, il Movimento di Liberazione della Donna, conducevano già da diversi anni.

Gli arresti di Spadaccia, Conciani, Adele Faccio, Emma Bonino hanno costretto le altre forze politiche a aprire gli occhi su una realtà che, volutamente, fino ad allora avevano ignorato. Il metodo radicale della disobbedienza civile alle leggi inique e fasciste che vigono ancora in Italia ha dimostrato ancora una volta la sua efficacia. In un anno sotto la spinta della mobilitazione, prima per la scarcerazione degli arrestati, poi per la raccolta delle firme per il referendum, infine di centinaia di migliaia di donne, il dibattito, la lotta per l'aborto è diventata di massa, coinvolgendo milioni di cittadini.

In un anno i partiti parlamentari, tranne il PSI che già lo aveva fatto, hanno presentato loro proposte di legge sull'argomento, che fino a poco tempo prima ritenevano addirittura ``indiscutibile''. Che in molti casi si sia trattato solamente di una azione di propaganda è dimostrato dai repubblicani e dai liberali che, liquidati i principi da loro sostenuti sulla libertà della donna, si sono accordati ai comunisti per confermare la loro subalternanza al partito più forte, sia la DC o sia il PCI. Quanto alla DC essa ha dimostrato che lo scontro sui diritti civili le è esiziale, rifuggendone a qualsiasi costo. Il PCI, pur avendo modificato sostanzialmente la sua posizione iniziale contraria ad affrontare in qualsiasi maniera il problema dell'aborto, ha confermato la sua strategia del compromesso, storico o meno, con la DC che subordina ad interessi tattici e di schieramento quelle che sono le esigenze di milioni di donne.

Il Partito Radicale nell'esprimere la propria solidarietà militante a tutte quelle donne e a tutte quelle persone che sono costrette a vivere il dramma dell'aborto clandestino, nel riaffermare tutto il suo appoggio e sostegno alle compagne del CISA che quotidianamente mettono a repentaglio la loro libertà per assistere migliaia di donne, rivolge un appello a tutte le donne, ai democratici, a quanti credono che la libertà nella società dipenda dalla libertà e responsabilità dell'individuo, perché si intensifichi la campagna contro la legge-truffa che si vorrebbe votare in parlamento per confiscare i diritti della donna e degli 800.000 firmatari del referendum.

Il Partito Radicale riafferma che l'unica soluzione al drammatico problema dell'aborto clandestino è la liberalizzazione dell'aborto stesso: ogni altra soluzione, in particolare quella così ipocritamente espressa dalle commissioni della Camera, non farebbe che perpetuare questo flagello e riproporlo in termini ancora più gravi fra pochi anni.''

 
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