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Pannella Marco - 24 aprile 1976
Quali garanzie per il dissenso?
Marco Pannella

SOMMARIO: Lettera aperta di Marco Pannella a Gianfranco Spadaccia, segretario del Partito radicale, con la quale, ricordando la brutale campagna di linciaggio messa in atto dal PCI nei confronti dei radicali, lo invita a trarne tutte le dovute conseguenze politiche.

(Lettera a Gianfranco Spadaccia - Aprile 1976 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)

Caro Gianfranco.

tu sai bene che io ho letto il comunicato della Segreteria nazionale del PR che ha scatenato le ire e il linciaggio dell'Unità dopo che è stato pubblicato su Notizie Radicali. Potrei essere d'accordo o no, interamente o parzialmente, con le vostre analisi e il giudizio sulle posizioni del PCI. Per quanto mi riguarda ho dato, in questo periodo, giudizi meno duri, perché ho tenuto presente il punto di partenza, catastrofico o giù di lì, del PCI, e mi sembra che vi siano stati in questi ultimi mesi molti progressi. Ma che la linea generale del PCI sui diritti civili sia sbagliata, in partenza, non mi sembra possa essere messo in dubbio. Possiamo a nostra volta sbagliare, si può lecitamente ritenere, da parte di altri, che la nostra azione di socialisti e di radicali sia spesso o qualche volta "sciagurata". E naturalmente, si può e si deve dircelo.

Non per questo saremmo autorizzati a qualificare "cialtroni" e null'altro i nostri critici, anche se duri.

E' invece quanto suole fare, contro i radicali, il PCI attraverso L'Unità. Nell'ultimo anno, dall'aprile scorso, almeno quattro volte ci si è risposto con l'ingiuria, con l'insulto, senza nessuna remore. Tanto, in genere, la RAI-TV serba la linea che il PCI e la DC hanno imposto per anni: discriminazione dei movimenti per i diritti civili, della LID, fino al Comitato per il Referendum; tanto il PR non ha quotidiano: tanto la stampa degli Ottone e dei Casalegno, di Cefis e di Agnelli, in sostanza ha lo stesso atteggiamento. Non c'è, quindi, rischio di una risposta che consenta alla gente di giudicare le rispettive posizioni.

E' un atteggiamento gravissimo. Una volta al potere, come non ci limitiamo ad auspicare, la sinistra, quale garanzia daremo al Paese che ogni dissenso non sia tratto con questo stile, con questa violenza?

"Cialtroni", per L'Unità, siete voi della Segreteria nazionale del PR, voi organizzati nel PR. Potrei quindi chiamarmi fuori. Ma questi metodi sono di per loro da battere, da eliminare. Fareste male, voi stessi, molto male, se non ne traeste conseguenze politiche nei confronti del PCI.

Per quanto mi riguarda, fino a quando sull'Unità stessa non si chiarirà una volta per tutte che questi insulti, questo teppismo, sono rifiutati, sconfessati, ne farò motivo di polemica in ogni sede, di rifiuto di collaborazione, pur nel quadro della lotta per l'Unità, l'alternativa e il rinnovamento della sinistra.

 
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