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Notizie Radicali - 17 maggio 1976
ANCORA DIGIUNO!
"Fino alla morte o fino a che giustizia non sia resa" da lunedì 17 è ripreso il digiuno della fame e della sete. Il regime ha sequestrato l'accesso televisivo per soffocarci definitivamente

SOMMARIO: Alla vigilia delle elezioni politiche del giugno 1976, Marco Pannella, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia annunciano di riprendere il digiuno totale, senza cibo e acqua, perché sia consentito a tutte le forze politiche che si sottopongono al giudizio elettorale di poter partecipare alle Tribune elettorali radiotelevisive su un piano di parità.

(NOTIZIE RADICALI n. 10, 17 maggio 1976)

Da lunedì 17 maggio il digiuno totale, senza cibo e acqua, è ripreso. I compagni Marco Pannella, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia hanno ritenuto che fosse l'unica risposta che si potesse dare alle fasciste delibere della Commissione Parlamentare di Vigilanza, votate da tutti, dal MSI al PCI, con la quale viene sequestrata l'informazione politica radiotelevisiva e praticamente negato l'accesso al PR e di ogni altra forza non tradizionale alle "Tribune elettorali".

Riassumiamo brevemente le decisioni della Commissione: per tutta la durata della campagna elettorale è vietato ogni riferimento, nei TG e GR, a fatti politici legati direttamente o indirettamente alle elezioni; cioè è stato decretato il blocco di ogni informazione politica che viene ristretta in "ghetti" nei quali prevale che ha più mezzi a disposizione (cioè i partiti finanziati col denaro pubblico).

"Tribuna politica" è stata sospesa perché avrebbero potuto parteciparvi i partiti non rappresentati in Parlamento e al suo posto è stata messa una trasmissione dal titolo "Verso le elezioni" a cui partecipano solo i "gruppi" parlamentari.

I partecipanti alle trasmissioni di "Tribuna elettorale" sono stati divisi in due categorie: quelli che stanno in Parlamento e quelli che stanno fuori: a questi ultimi è concesso un quarto del tempo dei primi, poco più di trenta minuti contro due ore e più.

E' stata ristabilita la legge della giungla per cui il più forte, il più potente ha più spazio e più privilegio: i radicali parlano per qualche minuto alla metà della campagna elettorale, poi vengono tutti gli altri che fino all'ultimo giorno e per ore possono contraddirli e confutare le loro tesi.

E' stato stabilito il principio che il monopolio, il servizio pubblico, anziché cercare di mettere sullo stesso piano di partenza di concorrenti alle elezioni aggrava e accresce le disparità e le diseguaglianze come avviene in sistemi privati a regime capitalistico.

La verità a questo punto è semplice: dovremmo inchinarci a vedere la Costituzione repubblicana, le leggi stracciate da coloro stessi che ce le impongono. Dovremmo accettare di continuare a vivere come persone e scomparire come cittadini e come democratici. E' questo il ricatto che sempre i violenti e gli autoritari impongono a coloro che vogliono continuare a difendere una vita civile, la libertà e la giustizia. Noi non le accetteremo, come i fascisti di oggi non lo accettarono quando erano gli antifascisti di ieri. Noi non siamo disposti questa volta a limitarci alla protesta ed alla testimonianza della scheda bianca, e del bruciare le schede elettorali come facemmo nel 1968 e nel 1972.

Non saremo complici del tentativo di lasciare per altri cinque anni, fino alla catastrofe, i cittadini e gli elettori senza altra possibilità di scelta che quelle loro concesse per trent'anni. Difenderemo il loro diritto di valutare anche il nuovo, di confrontarlo al vecchio e all'antico, il loro diritto di scegliere secondo coscienza e verità.

Per questo, da non violenti, non abbiamo che tornare a praticare le uniche forme di lotta nelle quali crediamo: quelle che mettono in causa la nostra vita, per tentare di non morire e non far morire.

Per questo riprende il digiuno, che sarà, per doverosa chiarezza, fino alla morte o fino a che non sia resa giustizia.

Le richieste che facciamo sono le seguenti:

1) la revoca immediata delle decisioni che hanno instaurato alla Rai-Tv il blocco completo dell'informazione politica democratica, e sottratto tutto il patrimonio pubblico dell'informazione radiovisiva, sia quello del personale sia quello del materiale tecnico, al libero e responsabile servizio giornalistico.

2) Assoluta parità di tempi di "Tribuna elettorale" fra tutti i partiti concorrenti a livello nazionale, senza distinzioni fra pertiti parlamentari e no.

3) Sorteggio dell'ordine di intervento di tutti i partiti concorrenti.

4) Immediato inserimento nelle Tribune Elettorali e politiche in corso, anche se in quanto mascherate, del PR e di DP come di ogni altra forza politica nazionale che si presenti alle elezioni.

Sono richieste sconvolgenti, lo ammettiamo, sconvolgenti di questo regime che si fonda sulla violenza, sulla sopraffazione. La loro chiarezza, la loro elementare democraticità (uguale tempo per tutti; sorteggio) sono incompatibili con i metodi ed i comportamenti che la classe politica fin qui si è data.

Per questo la battaglia sarà ancora più dura, drammatica, forse tragica dell'altra volta. Non sono in gioco soltanto le presenza concreta delle forze alternative nella campagna elettorale, la vita di alcuni compagni, l'esistenza del PR; sono in gioco la democrazia di tutti, la fiducia nell'uguaglianza dei diritti e dei doveri dei cittadini e delle forze politiche

 
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