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Pannella Marco - 6 luglio 1976
Il rilancio della proposta socialista passa attraverso la crescita socialista del PR
di Marco Pannella

SOMMARIO: All'indomani delle elezioni politiche del 20 giugno 1976, la proposta avanzata dal Pr al Psi di costituire un unico gruppo parlamentare alla Camera, alla sola condizione di garantire la libertà di voto per i componenti del gruppo, viene respinta. Da qui la necessità di rafforzare la presenza di "doppie tessere" socialiste nel Partito radicale per il rinnovamento del Psi e della sinistra.

(NOTIZIE RADICALI n. 16, 6 luglio 1976)

"Abbiamo proposto ai compagni del PSI un gruppo parlamentare comune. Non abbiamo posto altra condizione che l'affermazione della libertà di voto dei componenti del gruppo. Questa libertà è una prescrizione costituzionale, un obbligo democratico, laico, socialista. Una organizzazione libertaria non può affidare la sua unità che al consenso e al dialogo. La difformità nel voto nella normale attività legislativa, quella che non coinvolge direttamente i grandi principi costitutori di una posizione politica e ideale non è solamente possibile ma necessaria, non è debolezza ma forza democratica, ricchezza laica del Parlamento. Gaetano Salvemini, nel suo programma elettorale annunciava agli elettori che si sarebbe astenuto nella votazione della maggior parte delle leggi, quelle - cioè - sulle quali non gli sarebbe stato possibile formarsi una conoscenza ed una convinzione adeguate. Non v'è, comunque, democrazia politica e parlamentare se non quando il deputato opera in quanto rappresentante dell'intero paese, non de

l suo partito o del suo stesso elettorato.

I compagni del PSI non hanno nemmeno preso in considerazione la nostra proposta. Il compagno De Martino ha osservato che le tradizioni del PSI non lo consentono: se questo fosse stato possibile - ha soggiunto - non vi sarebbe stata la scissione dello PSIUP. Appunto, compagno De Martino. Le tradizioni socialiste, laiche e libertarie non sono affatto queste; e se lo fossero, andrebbero cambiate subito.

Il PSI continua dunque ad incaponirsi nei suoi errori: fin dove vuol percorrere il cammino dell'autodistruzione? Avevamo cercato in ogni modo di impedire la sua sconfitta elettorale del 20 giugno. Abbiamo proposto prima un accordo politico, poi accordi elettorali parziali.

Risposta negativa. Avevamo proposto da anni di percorrere insieme la via dell'unità e dell'alternativa socialista. Risposte negative. E' ormai, purtroppo, sempre più vero che la via della salvezza del PSI, della sua rifondazione e del rilancio della proposta socialista nella nostra società possa attraversare la" crescita socialista " del Partito Radicale, cioè dei Partiti Radicali in Italia. Per questo ci batteremo anche in Parlamento.

E' dunque ormai sempre più necessario e urgente che i compagni socialisti, i compagni del PSI, compiano una scelta analoga a quella di decine e decine di migliaia di loro hanno compiuto votando PR il 20 giugno. La pratica della doppia tessera del PR e del PSI deve generalizzarsi. E non solamente questa. Ho motivo di credere che almeno duecentomila dei quattrocentomila voti che ci hanno portato in Parlamento siano di elettori del PCI. Queste compagne e questi compagni devono, possono insistere nella loro scelta, anche per il rinnovamento del PCI oltre che di tutta la sinistra. Dobbiamo dare immediatamente al Partito Radicale molta più forza per rendere possibili entro i prossimi due anni, ma già nel prossimo inverno, le grandi lotte unitarie, alternative, civili per la raccolta delle firme per tutti i referendum popolari necessari a sostenere un uso democratico delle istituzioni ed in primo luogo del Parlamento. Dobbiamo sin da questi giorni, e in particolar modo al Congresso straordinario, mobilitarci tutti

insieme per sostenere l'apertura del fronte parlamentare per la depenalizzazione dell'aborto, per la denuncia dei Patti Lateranensi, per l'abrogazione dell'impunità parlamentare, per una moralizzazione democratica del parlamento stesso.

Non è lecito farci o autorizzare illusioni, per umiltà apparente, per falsa modestia. Il processo di revisione che si apre nel PSI va certo sostenuto e incoraggiato: ma sarebbe stupido nasconderci che i "riformatori" che si propongono in questi giorni come i nuovi candidati ad una nuova politica di un nuovo PSI, in particolare i Signorile, Cicchitto, De Michelis "lombardiani" non hanno troppi titoli per indurci a bene sperare nella loro opera. Nel PCI, sempre più grosso e potente, per ora, proprio a causa degli apparenti successi politici, che sono invece meri successi elettorali all'interno di una strategia sempre più debole e perdente, il dibattito è in questi mesi più difficile che mai. La linea Togliatti che da trent'anni ne fa l'ostaggio di una politica interclassista, compromissoria, idealmente subalterna e dimissionaria, è esausta: ma i successi tattici le consentono l'ultimo colpo di coda cui assisteremo nelle prossime settimane e mesi.

Il nostro compito è quello di preparare una lenea politica, lineare e credibile, popolare e democratica, davvero riformatrice e per questo, qui ed oggi, rivoluzionaria, fondata sulla pratica concreta dell'unità in lotte civili e sociali alternative, prefiguranti in qualche misura la società che pensiamo insieme di poter costruire. E' ora possibile che questo obbiettivo s'affermi dal e nel Partito Radicale. Se questa possibilità sarà colta molto dipenderà dal Congresso ora convocato per i prossimi giorni. Non sono ottimista. Sarebbe necessario poter registrare una presenza vastissima, nuova, di carattere davvero nazionale. Continuiamo a sperare che la corte dei miracoli che siamo produca davvero, ancora una volta e sempre, miracoli. Continuiamo a sperare che lo slogan congressuale indichi la strada che riusciremo al percorrere: quella che va dall'antagonista radicale al protagonista socialista.

 
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