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Prova Radicale - 30 dicembre 1976
LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA

SOMMARIO: L'analisi delle minoranze linguistiche in IOtalia.

(PROVA RADICALE, dicembre 1976)

MINORANZA DI LINGUA ALBANESE

La lingua albanese è ancora parzialmente parlata in 46 piccole isole linguistiche (a livello di singolo comune) disseminate in sette regioni: Abruzzo (1), Basilicata (5), Calabria (26), Campania (1), Molise (4), Puglia (4) e Sicilia (5). Nel censimento del 1921, 80.282 cittadini italiani si dichiararono di lingua albanese. Oggi, il loro numero è calcolato in circa 100.000. Sono i discendenti di albanesi immigrati in Italia dall'attuale Albania e dalla Grecia in un arco di tempo che va dal XV al XIX secolo. Non godono di nessuna tutela costituzionale. Gli italo-albanesi hanno fruito e fruiscono a livello scritto, delle varianti locali della microkoiné tosca, che forma la base dell'attuale lingua albanese, in uso nella Repubblica popolare di Albania, la cui normalizzazione è avvenuta in questi ultimi anni. A tale normalizzazione si ispirano gli scrittori più giovani.

MINORANZA DI LINGUA CATALANA

Un dialetto catalano orientale è ancora parzialmente parlato nel comune di Alghero in Sardegna. Nel censimento del 1921, 12.236 cittadini italiani si dichiararono di lingua catalana. Oggi, il loro numero è calcolato in circa 15.000. La loro parlata risale all'integrale ripopolamento con catalani della cittadina sarda avvenuto nel XIV secolo. Non godono di nessuna tutela costituzionale. I catalani algheresi usano, a livello scritto, la Koiné catalana contemporanea promulgata nei primi decenni del nostro secolo ed usata nei territori catalani degli Stati spagnolo e francese.

MINORANZA DI LINGUA FRANCESE

Dialetti franco-provenzali, che molti glottologi fanno rientrare nel sistema dialettale francese, sono parlati in una grande penisola delle Alpi occidentali che comprende 71 comuni della Valle d'Aosta e 53 comuni della provincia di Torino (Piemonte) nonché in una piccola isola composta da due comuni di Puglia.

Queste parlate sono autoctone nella penisola alpina e derivano da una immigrazione del XIV secolo nell'isola pugliese. Nel secolo XVI, la lingua francese fu assunta come ufficiale nella Valle d'Aosta e in alcune valli della provincia di Torino. Oggi, lo Stato italiano tutela soltanto i valdostani con minoranza di lingua francese. Tutti gli altri franco-provenzali appaiono privi di ogni tutela costituzionale. Il numero complessivo dei cittadini italiani di parlata franco-provenzale è valutato oggi in circa 100.000. Esistono esempi di uso a livello scritto dei diversi patois, anche non valdostani, ed esperimenti recentissimi di una Koiné franco-provenzale autonoma dalla lingua francese che è stata chiamata "arpitana".

MINORANZA DI LINGUA GRECA

Dialetti neo-greci sono ancora oggi parzialmente parlati in due isole dell'Italia meridionale: una composta da 9 comuni, nella provincia di Lecce (Puglia) e l'altra, composta da 5 comuni, nella provincia di Reggio (Calabria). Nel censimento del 1921, 19.721 cittadini italiani si dichiararono di lingua greca. Oggi il loro numero è all'incirca lo stesso. I pareri circa le loro origini sono discordi. C'è chi la fa risalire ad una colonizzazione bizantina e chi la considera invece come un relitto della Magna Grecia. I greci d'Italia non godono di alcuna tutela costituzionale. A livello scritto, essi usano i loro dialetti. Recentemente tuttavia i più giovani hanno cominciato ad ispirarsi alle norme in uso nella Grecia.

MINORANZA DI LINGUA LADINA DOLOMITICA

Parlate ladine centrali sono tuttora fruite in alcune valli dolomitiche. Si tratta di un paio di isole, la più estesa delle quali comprende 8 comuni della provincia di Bolzano, 7 comuni della provincia di Trento (tutti così nella regione Trentino-Alto Adige) e due comuni della provincia di Belluno (regione Veneto); l'altra, 7 comuni ancora della provincia di Belluno. Il numero complessivo dei ladino parlanti è valutato in circa 30.000 persone. Le loro parlate sono autoctone. I ladini della provincia di Bolzano sono tutelati costituzionalmente. Quelli della provincia di Trento lo sono in misura molto minore e quasi soltanto formale. Quelle del bellunese sono del tutto privi di tutela. A livello scritto si usano ufficialmente le varianti gradanese e badiotta, ufficiosamente la fassana e la fodoma. Le parlate ladine dolomitiche sono dunque priva di qualsiasi Koiné.

MINORANZA DI LINGUA LADINA FRIULANA

Parlate ladine orientali, o friulane, caratterizzano ancora la quasi totalità della provincia di Udine, buone parti della provincia di Pordenone (42 comuni) e di Gorizia (15 comuni), nonché 7 comuni della provincia di Venezia. I friulano parlanti sono oggi valutati in circa 700.000: si tratta di una grande isola linguistica autoctona, che non gode di alcuna tutela costituzionale. A livello scritto, si usano varianti di una Koiné non ancora normalizzata basata sul friulano centrale e, sporadicamente, i vari dialetti.

MINORANZA DI LINGUA OCCITANA

Dialetti della lingua d'oc sono ancora parzialmente parlati in una grande penisola delle Alpi occidentali che comprende 29 comuni della provincia di Torino e 50 comuni della provincia di Cuneo (tutti nella regione Piemonte) nonché in due piccole penisole, una ancora in provincia di Cuneo (Piemonte), l'altra in provincia d'Imperia (Liguria) ed in una isola in Calabria. I cittadini italiani di lingua occitanica sono oggi calcolati in circa duecentomila. Essi sono autoctoni nelle penisole alpine e risalgono ad una immigrazione del XIV secolo nell'isola calabrese. Non godono di nessuna tutela. Gli occitani d'Italia usano, a livello scritto, varianti locali del dialetto detto, al di là delle Alpi, gavot. I più giovani si ispirano, almeno nella grafia, alla Koiné indicativa usata attualmente nell'Occitania francese ed ispirata alla lingua trovadorica. Limitatamente alle Valli Valdesi, alcuni occitani usano anche la lingua francese.

MINORANZA DI LINGUA SARDA

La grande maggioranza dei sardi usa ancora, a livello parlato, dialetti neolatini particolari, assolutamente originali nell'ambito delle lingue romanze, che i glottologi considerano facenti parte di un complesso di parlate autonome: il sardo romanzo. La Sardegna appare così una grande isola sia dal punto di vista della geografia fisica che da quello della linguistica. Le sue parlate sono autoctone ed il numero dei loro attuali fruitori è calcolato in circa 1.500.000. Nonostante si tratti della più grossa minoranza linguistica dello Stato italiano, essi non sono tutelati costituzionalmente. I sardi usano a livello scritto i vari dialetti, ma anche una Koiné isolata, non normalizzata, basata sulla parlata logudarese ed una ininterrotta tradizione di scritture che risale al X secolo.

MINORANZA DI LINGUA SERBOCROATA

Un dialetto croato di tipo dalmatico è parzialmente ancora parlato in una piccola isola composta da tre comuni del Molise. Nel censimento del 1921, 3.443 abitanti di quest'isola si dichiararono di lingua slava. I cittadini italiani di lingua serbocroata sono oggi circa 4.000. La loro parlata deriva da una immigrazione probabilmente del XVI secolo. I croati del Molise non godono di alcuna tutela costituzionale. Essi cominciano talvolta ad impiegare, a livello scritto, la micro Koiné croata in uso nella Repubblica Jugoslava di Croazia.

MINORANZA DI LINGUA SLOVENA

Dialetti sloveni orientali sono ancora fruiti in una grande penisola composta da 19 comuni della provincia di Udine, 7 comuni della provincia di Gorizia e 6 comuni della provincia di Trieste, tutti nella regione Friuli-Venezia Giulia. Nonostante la comune appartenenza regionale, soltanto gli sloveni triestini appaiono linguisticamente tutelati in una maniera soddisfacente. Gli sloveni del goriziano sono tutelati soltanto a livello scolastico e quelli di Udine sono assolutamente privi di ogni tutela. Il numero complessivo degli italiani sloveno parlanti è calcolato oggi in circa 100.000. La loro immigrazione risale ad un periodo che va dal V al X secolo. Nel triestino e nel goriziano, essi usano la recente Koiné in uso nella Repubblica jugoslava di Slovenia. Nell'udinese, accanto alla Koiné, anche i dialetti locali di tipo arcaico.

MINORANZA DI LINGUA TEDESCA

Parlate tedesche caratterizzano una grande penisola alpina che forma la provincia di Bolzano (regione Trentino-Alto Adige); alcune piccole penisole ed isole per un totale di 3 comuni nella Valle d'Aosta, 2 comuni in provincia di Novara, 3 comuni in provincia di Vercelli (regione Piemonte); due piccole isole in provincia di Trento (una composta di 4 ed una di 1 comune); 3 piccole isole nel Veneto (1 composta di 1 comune in provincia di Verona, la seconda di due comuni in provincia di Vicenza, la terza di 1 comune in provincia di Belluno); 3 piccole penisole in provincia di Udine (regione Friuli-Venezia Giulia) per un totale di 4 comuni. Nel censimento del 1921, 193.271 cittadini italiani si dichiararono di lingua tedesca. Oggi il loro numero è calcolato in circa trecentomila. La loro immigrazione risale ad un periodo che va dal VI al XVI secolo. Soltanto la penisola balzanina è tutelata costituzionalmente; anzi, dopo l'entrata in vigore del "pacchetto" (1974), si tratta della porzione di minoranza linguistica

meglio tutelata in Italia. Tutte le altre isole e penisole (comprese quelle della provincia di Trento che fanno parte del Trentino-Alto Adige come la provincia di Bolzano) sono assolutamente prive di ogni tutela costituzionale. I sudtirolesi fruiscono pienamente della Koiné tedesca: gli altri germanofoni italiani usano, a livello scritto, le parlate locali, caratterizzate da un altro grado di arcaicità.

Questo elenco è tratto da "Le minoranze linguistiche in Italia" di Sergio Salvi. La situazione di alcune minoranze è migliorata, in misura ancora insufficiente, con i nuovi statuti regionali (delle regioni a statuto ordinario). La popolazione di alcune minoranze, come quella di lingua greca, è nel frattempo diminuita o piuttosto si è spostata in altre sedi. C'è poi in Sardegna una minoranza che parla ligure: i tabarchini di Carloforte. Problemi particolari pongono gli zingari, nomadi senza territorio. Ancora diversi i problemi di altre comunità, come gli israelitici e gli afasici.

 
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