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Notizie Radicali - 31 marzo 1977
Battuto il partito dell'immobilismo e dell'intolleranza

SOMMARIO: Conclusa positivamente la lotta nonviolenta dei radicali per la riforma e la smilitarizzazione del Corpo degli agenti di custodia dopo 73 giorni di digiuno. Un impegno del Presidente del Consiglio consente ad Emma Bonino di ritirare le dimissioni da deputata. L'impegno prevede per le carceri: immediatezza per le misure urgenti richieste dai comunisti e tempi brevi per la riforma del corpo degli agenti di custodia. Canea democristiana e comunista contro la deputata radicale. I comunisti avevano deciso di accoglierne le dimissioni, ma grazie ad un'iniziativa del PSI e al comportamento del Presidente della Camera Ingrao è stato battuto il partito dell'immobilismo e dell'intolleranza.

(NOTIZIE RADICALI N. 85, 31 marzo 1977)

La lotta non violenta condotta fuori del Parlamento con un lungo e rischioso digiuno, e la lotta condotta dall'interno dai deputati radicali che hanno messo in gioco il loro mandato e l'intera rappresentanza parlamentare si è conclusa con una vittoria.

Una vittoria certo non definitiva, che richiederà altre lotte, affidate questa volta non solo ai radicali ma innanzitutto ai diretti interessati: una vittoria morale, politica, di principio. Come tutte le lotte non violente dei radicali, anche questa è giunta, come ha detto Marco Pannella nel suo intervento in Parlamento, "all'esito della sua moralità". Ha raggiunto il suo scopo che era quello di richiamare le istituzioni ai loro doveri, agli impegni che si erano assunti: il Parlamento al dovere di far rispettare le deliberazioni approvate dalla sua maggioranza; il governo ad attuare quelle deliberazioni che si era impegnato a rispettare. E, come in tutti gli altri digiuni, lo scopo era quello di ottenere il raggiungimento di un adempimento dovuto e la fissazione di termine per il suo rispetto e la sua attuazione.

Il momento conclusivo si è avuto con le dimissioni di Emma Bonino da deputata al Parlamento, e con il dibattito che si è svolto su quelle dimissioni. Con un diverso comportamento del Presidente Ingrao, con diverso comportamento del Presidente del Consiglio Andreotti, senza l'iniziativa politica del gruppo parlamentare del PSI, l'esito di questa lotta sarebbe stato diverso: avremmo avuto la decapitazione della nostra rappresentanza parlamentare, perché i nostri compagni deputati non avrebbero ritirato, in assenza di quell'impegno, le loro dimissioni, e alle dimissioni di Emma Bonino sarebbero seguite una dietro l'altra le dimissioni degli altri; Adelaide Aglietta, Gianfranco Spadaccia, gli altri compagni che erano arrivati al 73· giorno di digiuno, la stessa Emma Bonino che era arrivata al 55·, e che lo aveva sospeso per una settimana sarebbero stati costretti a riprenderlo. Questa volta il regime, gli equilibri politici di questa legislatura, il partito dell'immobilismo e dell'intolleranza che è esploso così

violentemente nel dibattito sulle dimissioni di Emma, avrebbero con ogni probabilità preteso che qualche vittima della propria non violenza si aggiungesse alle vittime ogni giorno più numerose delle istituzioni che si diffonde a macchia d'olio nella società.

In questo numero del giornale ricostruiamo due giornate di confronto conclusivo avvenuto in Parlamento e cerchiamo di analizzare e di comprendere le ragioni dell'accanimento dei comunisti contro la nostra rappresentanza parlamentare e implicitamente contro gli obiettivi e i metodi della nostra lotta non violenta. Farlo è necessario per riflettere su quanto è accaduto per supplire nei limiti in cui possiamo all'informazione deformata e sommaria che ne è giunta all'opinione pubblica e che ha impedito ad alcuni degli stessi protagonisti di comprendere i reali termini della posta che si giocava intorno alle dimissioni di Emma Bonino.

 
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