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Notizie Radicali - 21 luglio 1977
La mozione del consiglio federativo

SOMMARIO: La mozione del Consiglio federativo del Pr con la quale, prendendo atto della decisione del Segretario e Tesoriere di sospendere le attività del partito, indica gli obiettivi e gli impegni per superare la situazione di indebitamento che ha determinato la sospensione.

(NOTIZIE RADICALI n. 164, 21 luglio 1977)

"Il Consiglio Federativo del Partito Radicale prende atto della decisione della Segretaria nazionale e del Tesoriere nazionale di sospendere l'attività politica nazionale del Partito e di chiudere e sospendere gli strumenti ed anche le sedi fisiche di queste attività; decisione resa necessaria dalla situazione di indebitamento accumulato per assicurare il successo e il compimento della campagna dei referendum."

Rileva "che se questa sospensione e chiusura dovesse protrarsi si priverebbe il partito e l'opposizione democratica degli strumenti essenziali per far fronte alla gravità dei processi politici in corso dopo le recenti scelte del PCI e del PSI e la firma degli accordi programmatici dei sei partiti del cosiddetto arco costituzionale."

Delibera "pertanto per superare questa situazione:

a) un'autotassazione straordinaria di tutti gli iscritti da un minimo di lire 15.000 in su a seconda delle possibilità e dei redditi di ciascuno, da realizzare subito entro il mese di luglio con l'azione coordinata del tesoriere nazionale e dei segretari e tesorieri regionali e con le associazioni radicali;

b) l'adempimento della parte rimasta di autofinanziamento con l'obiettivo di raggiungere 150 milioni entro il 15 ottobre;

c) attuare una campagna di tesseramento, fino ad oggi trascurata a causa degli impegni di lotta del partito, con l'obiettivo di raggiungere 5 mila nuovi iscritti entro il Congresso di novembre, valutando che questo obiettivo è corrispondente allo sviluppo delle adesioni, dei militanti e dei sottoscrittori che si è verificato intorno al partito durante la campagna dei referendum."

Rivolge "un appello, a tutti gli iscritti, a tutti i simpatizzanti, ai firmatari dei referendum perché rendano possibile, nonostante l'estate, ancora una volta, con il loro impegno e sostegno, che si è già in grande e a volte eccezionale misura verificato durante la campagna dei referendum, il raggiungimento di questi obiettivi e, con essi, la possibilità di far fronte ai compiti e alle responsabilità cui il PR deve far fronte per assicurare l'esercizio dell'opposizione democratica.

Il CF" ritiene "infatti che di fronte alla situazione politica determinata dai recenti accordi di vertice dei sei partiti e caratterizzata da misure e leggi che costituiscono un attacco insensato e senza precedenti alla Costituzione e ai diritti civili dei cittadini il PR non possa sottrarsi alla responsabilità di organizzare l'opposizione nel paese a cui è purtroppo l'unico in grado di dare espressione, consistenza e sbocco politico.

Il CF" individua "nella difesa degli 8 referendum contro i prevedibili tentativi di sottrarli al paese, uno strumento centrale di questa opposizione e indice fin d'ora dal 15 settembre al 15 ottobre un mese di mobilitazione democratica per l'alternativa, che dovrà concretarsi in nuove iniziative di carattere popolare, nazionali e regionali, su cui chiedere il consenso di vaste masse di cittadini, nelle strade e nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro."

Rivolge "un appello ai 700.000 firmatari dei referendum perché si costituisca in tutto il paese una rete di Comitati per il SI all'abrogazione delle leggi che sono oggetto delle relative richieste di referendum."

Da mandato, "infine, alla segreteria e ad una commissione eletta dal Consiglio Federativo di definire, nell'ambito del mese di mobilitazione, oltre ai contenuti dei progetti di iniziativa popolare, un programma di manifestazioni, di dibattiti e di iniziative pubblicistiche ed editoriali per documentare e denunciare il progresso di deterioramento delle istituzioni repubblicane e di integrazione delle maggiori forze politiche e sociali che alterano il quadro costituzionale e rendono impossibile il corretto funzionamento e sviluppo della democrazia politica in Italia"."

La mozione è stata approvata all'unanimità

 
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