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Archivio Partito radicale
Lancini Giancarlo - 20 settembre 1977
IL PARTITO RADICALE VERSO IL CONGRESSO (8)
Giancarlo Lancini, Pavia,

del Partito Radicale della Lombardia

SOMMARIO: Il primo obiettivo del Pr deve essere l'attuazione dello statuto in particolare per quanto riguarda la costituzione dei partiti regionali. La necessità di trovare un equlibrio tra la mobilitazione decisa dal "centro" e l'attività delle organizzazioni federate e territoriali.

(ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L'ALTERNATIVA, Agosto-Novembre 1977, n.3-4)

Almeno per quanto mi riguarda è scontato che obiettivo principale, nell'attuale fase di sviluppo del Partito Radicale, deve essere la realizzazione e l'attuazione integrale dello statuto. Con il conseguente sforzo di volontà politica e di fantasia necessari per inventare e costruire realtà e rapporti concreti per dar corpo ad uno statuto necessariamente schematico e formale.

In quali aspetti la realtà del partito si discosta dallo schema previsto e quali sono le iniziative più urgenti?

a) Innanzitutto il "luogo" dell'iniziativa politica: non vi è dubbio infatti che nel partito libertario e federativo i partiti regionali e le associazioni dovrebbero essere i centri principali di iniziativa; al contrario questo ruolo è svolto prevalentemente dal centro. Non

basta però lamentare le carenze e le debolezze della periferia: è necessario che programmaticamente l'attività dei compagni più preparati e più impegnati, quella della segreteria nazionale e del consiglio federativo sia dedicata più a suscitare iniziative periferiche che a proporre iniziative dal centro.

b) Questo impegno degli organi centrali (ma ovviamente non solo di questi) contribuirebbe decisamente a "ricostruire una cultura politica omogenea" obiettivo certamente fondamentale dato l'eccessivo ricambio di iscritti e militanti. E l'impegno non può certo limitarsi alla pur necessaria migliore circolazione dell'informazione "stampata" (Notizie Radicali, ecc.).

c) Al fine di favorire e sviluppare la capacità di autonomia e di iniziativa periferiche bisognerebbe forse avere il coraggio, al limite, di rinunciare per un paio d'anni ai progetti estremamente impegnativi, come ad esempio quello degli otto referendum; è infatti illusorio, e può essere mistificante, pretendere autonomia ed iniziativa politica nei partiti regionali, quando questi sono impegnati in progetti di dimensioni tali da essere forzatamente totalizzanti, sia in termini di lavoro che finanziariamente.

d) Con questo non intendo proporre di rinunciare ad essere un "partito di mobilitazione su progetti". Sottolineo soltanto la necessità di trovare un equilibrio, una misura di compromesso tra i due aspetti parzialmente antitetici del partito di mobilitazione su iniziative unitarie, e quindi forzatamente centrali, e la federazione di partiti ed associazioni prevista dallo statuto.

e) E' il congresso che statutariamente stabilisce questo equilibrio vincolando gli organi del partito alle sole deliberazioni prese con la larga maggioranza dei tre quarti. Ma, a questo punto, è assolutamente vitale per il partito che il congresso sia un luogo di reale dibattito e di decisioni autenticamente collettive. E' compito fondamentale del Consiglio federativo provvedere anche tecnicamente affinché questo avvenga, compiendo le pur difficili scelte necessarie (congresso per delegati? congresso per "delegati a parlare" e militanti con diritto di voto? Commissioni tradizionali? Commissioni ampie ed aperte ma con l'incarico di predisporre le mozioni finali?).

f) Rivitalizzare il concetto della segreteria come "segreteria di servizi" per tutto il partito. Ad esempio non solo il Consiglio federativo, come proposto, ma ogni associazione radicale deve poter accedere agli strumenti tecnici collettivi, come gli indirizzari.

g) Concludo (per rimanere nello spazio concesso) accennando brevemente ad un problema che richiederebbe una discussione approfondita: la necessità di un regolamento finanziario che obblighi alla compilazione di bilanci preventivi, che stabilisca con chiarezza quali organi e persone possono prendere decisioni di spesa (sia nell'ambito, che in deroga ai bilanci preventivi), entro quali limiti ecc.

Sarebbe una buona occasione per riesaminare concretamente i rapporti tesoreria-segreteria e gli altri organi centrali del partito.

 
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