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Pannella Marco - 8 gennaio 1978
REFERENDUM: UNA DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA IN RISPOSTA ALL'"UNITA"'

SOMMARIO: Rispondendo a quanto affermato da Enzo Roggi in un articolo pubblicato da L'Unità ("Il problema politico dei referendum - Una 'mina vagante' che rischia di fare il giuoco della destra" - Testo n. 3739), Pannella afferma che "L'attacco ai referendum non riesce più a celare il protervo avvallo, confermato ora attivamente, alle leggi fasciste del PNF e della DC, che evidentemente il PCI ritiene prudente serbare anche in vista dell'illusoria sua prospettiva di governo". "Non è con gli insulti o peggio (come oggi l'"Unità"), con polemiche fondate sui falsi e la menzogna che questa realtà può essere esorcizzata"

(NOTIZIE RADICALI N. 8, 8 gennaio 1978)

Roma, 8 gennaio 1978 (N.R.) - Rispondendo all'Unità di stamane, "Marco Pannella" ha dichiarato:

"Compiremo d'urgenza passi presso il Presidente della Repubblica e i Presidenti delle Camere per esporre loro la nostra convinzione che si stia in questi giorni compiendo passi definitivi di liquidazione della Costituzione e, in primo luogo delle prerogative del Parlamento".

"Di fronte alla crisi, se non ancora allo sfacelo, della sua politica, (concausa di quello del Paese), il PCI sta imponendo una logica ferrea alla tendenza trentennale dei partiti ufficiali per la quale l'alveo costituzionale e il gioco politico e parlamentare democratico vengono ignorati e colpiti".

"Alla crisi del trentennale regime DC, il PCI risponde oggi assumendone una violenta difesa, suggerendo alla DC stessa di superarla accentuandone il carattere autoritario incostituzionale e antidemocratico".

"E' un gioco al massacro, di stampo staliniano, rivolto ad usare il potere contro le masse dei cittadini sospettate di immaturità o di non voler obbedire tacendo e lavorando agli ordini centralisti del "partito".

"Tutto fa paura, ormai, al vertice del PCI: elezioni, referendum, le prerogative del Parlamento, un uso costituzionale democratico dell'informazione, gli scrupoli e le velleità "democraticistiche" di socialisti, liberali, e anche non poco democristiani".

"Pur di escludere gli sparuti gruppi dell'opposizione parlamentare di qualsiasi esercizio dei loro diritti-doveri, il PCI e la DC, con le loro correnti esterne, annunciano oggi la convocazione di "quasi tutti" i presidenti dei gruppi parlamentari per approntare (fuori dalle sedi costituzionali e regolamentari), il calendario dei lavori di cui all'art. 24 del regolamento della Camera".

"Si annulla il Parlamento, con tale metodo di "crisi pilotata", si usa il servizio di Stato RAI-TV attribuendo quotidianamente dinanzi al Paese ogni prorogativa e valore e compito del Parlamento ai "vertici" partitici. L'attacco ai referendum non riesce più a celare il protervo avvallo, confermato ora attivamente, alle leggi fasciste del PNF e della DC, che evidentemente il PCI ritiene prudente serbare anche in vista dell'illusoria sua prospettiva di governo".

"Questo è quanto accade sotto gli occhi di tutti coloro che vivono in posti di responsabilità la vita delle istituzioni".

"Non è con gli insulti o peggio (come oggi l'"Unità"), con polemiche fondate sui falsi e la menzogna che questa realtà può essere esorcizzata".

 
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