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Arnao Giancarlo - 15 maggio 1978
DROGA LEGGERA: FRA PROIBIZIONE E LEGALIZZAZIONE
di Giancarlo Arnao

SOMMARIO: Sulla decriminalizzazione della della droga leggera Campbell esprime i suoi dubbi perchè ne incoraggerebbe l'uso. Bertrand è dell'opinione opposta. La proibizione è stata molto costosa. Le leggi che regolano la l'uso di cannabis devono adeguarsi a quelle di altre droghe come l'alcool. Vi è assenza di controllo del prezzo. La cannabis provoca effetti fisici e psichici limitati e non induce nè alla criminalità, nè all'uso di altre droghe. Il Governo federale dovrebbe regolamentare la vendita e l'uso della cannabis.

(ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L'ALTERNATIVA, Aprile-Maggio 1978, n. 7)

A tutto aprile del 1978, dieci stati USA (corrispondenti al 1/3 della popolazione americana) hanno "decriminalizzato" la droga leggera - intendendosi per "decriminalizzazione" che il possesso, e in qualche stato anche la cessione senza profitto, di non più di un'oncia di marijuana è punito con una multa. La stessa normativa vige in Olanda dal 1976. L'uso medico della marijuana è legalizzato nel New Mexico (USA) dal febbraio 1978. L'uso di hashish e marijuana continua a diffondersi in tutto il mondo occidentale, indipendentemente dalle leggi. Tutto ciò ripropone la prospettiva di una "legalizzazione", di un regime cioè in cui la produzione e il traffico della cannabis rientrino nella legalità.

Non mancano d'altra parte prese di posizione perché l'uso di cannabis rimanga in quella situazione di "proibizionismo" che, nonostante la nuova legge, è tuttora, in pratica, vigente in Italia.

Il Rapporto sulla cannabis pubblicato nel 1972 dalla Commissione governativa canadese aveva proposto la depenalizzazione del possesso e della coltivazione di cannabis per uso personale, rimanendo reati la produzione per uso di terzi e il traffico. Dalle proposte ufficiali di questo Rapporto si sono dissociati due - su sei - componenti della Commissione: I.L. Campbell (favorevole al proibizionismo) e M.A. Bertrand (favorevole alla legalizzazione). Le "conclusioni" personali di Campbell e Bertrand, di cui riportiamo ampi stralci, rappresentano in modo esemplare le posizioni contrapposte sul problema della legislazione relativa all'uso della droga leggera.

a) Conclusioni e raccomandazioni di I.L. Campbell

"La ragione principale del mio dissenso è il timore che la depenalizzazione potrebbe essere gravemente fraintesa, specialmente dai giovani... Tutto il dibattito sulla legalità della cannabis è stato basato sull'affermazione che la sostanza è innocua e quindi dovrebbe essere legalizzata e sulla controaffermazione che è molto pericolosa e quindi deve essere proibita. La depenalizzazione sarebbe certamente accettata come una prova della innocuità della cannabis (...). Io penso che vi sia anche il rischio che la depenalizzazione dell'uso di cannabis sarebbe, specialmente per i giovani, interpretata come un'intenzione da parte della società di perdonare e accettare uso di droga".

Dopo aver affermato che la depenalizzazione avrebbe provocato un forte aumento del numero dei consumatori (almeno mezzo milione in più rispetto a quelli attuali), Campbell espone un'altra argomentazione:

"La cannabis è percepita come una "droga", cosa che per l'alcool non accade... Un netto cambiamento nella politica sociale che abolisse la forte repressione contro l'uso di cannabis potrebbe alterare il significato generale del concetto di `droga' in maniera tale per cui potrebbe essere incoraggiata l'accettazione delle altre sostanze".

Rispondendo all'argomento della sproporzione della sanzione penale rispetto al reato, Campbell afferma:

"Mi sembra una proposta ineccepibile quella che dà alla maggioranza il diritto di proibire giustamente per legge una condotta che è manifestamente offensiva o disturbante per la maggioranza stessa, indipendentemente dal fatto che la condotta provochi o meno un danno ad altre persone: questo principio è riconosciuto nelle nostre leggi contro la nudità pubblica. Quindi non appare inopportuno che questo comportamento sia proibito per legge... Ma per quanto riguarda l'uso privato? Dovrebbe essere condonato come l'omosessualità privata fra adulti consenzienti? Qui la proibizione deve basarsi sulla percezione di una grave rischio di danno per l'individuo, e sul riconoscimento del diritto di proibire ad un cittadino di esporsi a questi rischi, sulla consapevolezza dei rischi verso gli altri e verso la perenne vitalità della società. Io vedo che l'uso di cannabis crea dei gravi ed evidenti pericoli per l'individuo e la società".

Dopo aver accennato alla tendenza dei giovani a drogarsi con alcool o cannabis, Campbell afferma che l'abuso di queste sostanze "diminuisce la capacità dell'individuo di realizzare una vita piena, ricca e creativa, e compromette il suo contributo potenziale alla società... Di conseguenza penso che la proibizione dovrebbe essere mantenuta".

Campbell polemizza poi con la posizione di J. Stuart Mill, che riteneva assurda una legge che previene il cittadino da un possibile danno limitato a lui solo:

"Anche se dovessi accettare in pieno la posizione di Mill, raccomanderei di mantenere la proibizione. L'uso di cannabis da parte dei giovani ha provocato e continua a provocare una vera e propria ferita nella vita di diecine di migliaia di genitori. Molti giovani consumatori di cannabis hanno dimostrato una mancanza di riguardo quasi cinica per le conseguenze del loro comportamento, un cinismo che mal si concilia con le loro prediche sull'amore e sul rispetto per gli altri".

Sul problema del diritto da parte degli adulti di imporre ai giovani certe scelte, in rapporto al diritto dei giovani di prendere le loro decisioni, Campbell afferma:

"Ci sono diritti, come quello basilare della vita, che vengono attribuiti all'individuo dal momento del concepimento. Ma la maggior parte dei diritti possono essere giustamente attribuiti ad un individuo soltanto quando egli maturi la sua capacità di esercitarli con un tollerabile livello di saggezza".

Sul problema del confronto fra alcool e cannabis nei suoi aspetti di conflitto generazionale (la cannabis come droga dei giovani, l'alcool come droga dei vecchi), Campbell risponde:

"... Questo argomento ha un fondamento morale e logico. Ma quasi ognuno è d'accordo che l'uso indiscriminato dell'alcool dovrebbe essere scoraggiato, anzi proibito per i giovani. Il fatto che moltissimi adulti si comportino stupidamente nel loro uso di alcool o di tabacco non è un argomento convincente per la depenalizzazione della cannabis, anche se ciò implica una certa dose di ipocrisia. Può darsi che quelli di noi che usano alcool e sostengono la proibizione della cannabis si dimostrino ipocriti; io direi piuttosto che noi dimostriamo soprattutto una cura per i giovani... Quando noi imploriamo i giovani `fate quello che diciamo, non quello che facciamo', mi sembra che noi ammettiamo la nostra mancanza di saggezza nell'uso degli intossicanti".

Parlando dei costi sociali dell'applicazione della legge, Campbell afferma che al contrario sarebbe la depenalizzazione a provocare costi più alti:

"L'onesta reazione della maggior parte dei genitori alla prospettiva dell'uso di cannabis da parte dei loro figli varia dalla preoccupazione all'angoscia e al terrore... Questo peso sarebbe più grande di quello cui sono sottoposte quelle migliaia di genitori che... sono stati costretti a vivere quasi quotidianamente con la possibilità di avere i propri figli arrestati per uso di cannabis".

Campbell afferma poi che la cannabis può provocare pericoli più gravi di quelli dell'alcool perché è più facilmente nascondibile, il suo uso non lascia traccia nel fiato, e il comportamento dell'intossicato è meno evidentemente alterato che nel caso dell'alcool.

Infine Campbell è preoccupato dalle conseguenze dell'incoraggiare una diffusione degli acquirenti legali di una sostanza che può essere procurata soltanto da un sistema di distribuzione illegale: ciò provocherebbe inevitabilmente uno sviluppo della criminalità organizzata. Di conseguenza, Campbell raccomanda che "la proibizione dell'uso di cannabis venga mantenuta, almeno per il momento, e che il possesso di cannabis sia punibile con una multa da 25 a 100 dollari" (Commission of Inquiry into the Non-medical Use of Drugs: "Cannabis", Information Canada, Ottawa 1972; pp. 310-316).

b) Conclusioni e raccomandazioni di M.A. Bertrand

I fatti su cui deve essere basata una politica sociale rispetto alla cannabis possono essere così schematizzati:

1) Almeno un canadese su 20 usa la cannabis occasionalmente. Escludendo le persone sopra i 60 anni e sotto i 6 anni, la proporzione è uno ogni sette o otto persone. In certi gruppi di popolazione, una persona su due usa cannabis.

2) Nella grande maggioranza dei casi, l'uso non determina difficoltà psicologiche gravi, né comportamento criminale né malattie.

3) Casi di uso abituale o eccessivo sono eccezionali.

4) Per quasi tutti i consumatori, i motivi sono: desiderio di esperimento, e ricerca di piacere o di svago.

Proibizione: costosa e inefficace

In Canada, l'applicazione della legge repressiva contro la cannabis si esercita - più o meno casualmente - su una proporzione minima dei consumatori (circa l'1%). I trafficanti sono soggetti a sanzioni più severe dei consumatori; ma il controllo del traffico non sembra adeguatamente efficiente, a giudicare dalla quantità di cannabis che è disponibile. I canadesi che coltivano la pianta lo fanno con un minimo rischio, almeno fin che non si cimentano in una attività su larga scala.

Per quanto riguarda il traffico, la polizia ha operato un gran numero di azioni di sequestro negli ultimi 18 mesi. Sfortunatamente, è difficile valutare la proporzione di importatori che è stata interessata da queste azioni, ma, considerando i quantitativi di cannabis che sono in circolazione, sembra che l'applicazione della legge non abbia avuto molto successo.

Oltre ad essere inefficace, l'applicazione della legge è stata molto costosa. Infatti, almeno 10.000 arrestati e 8.000 condanne contro i consumatori hanno avuto luogo negli ultimi 12 mesi. Alla Commissione è stato riferito che l'azione contro una sola rete di importatori ha richiesto il lavoro di parecchi mesi da parte degli agenti di polizia. I costi totali da considerare includono il tempo impiegato dalla polizia e dai magistrati, e i costi della detenzione nelle carceri dei condannati.

Il carattere non-educativo della legge

Per avere un'azione educativa, una legge dovrebbe essere coerente e basarsi su principi basilari. Il principio più comunemente invocato è quello del pericolo sociale: l'uso di forze repressive e le sanzioni penali sono generalmente limitate ai comportamenti che sono causa di reali e gravi pericoli per gli altri.

Se le leggi relative all'uso di cannabis debbono essere efficaci ed avere un valore educativo, esse debbono essere coerenti con le leggi che regolano l'uso e la vendita di altre droghe, come l'alcool, che hanno una nocività potenziale almeno pari a quella della cannabis.

Un altro importante fattore è il progressivo mutamento di opinione sulla pericolosità di questa sostanza da parte dei canadesi: l'evidenza scientifica - che la cannabis non è stupefacente, che non induce dipendenza - è stata diffusamente accettata... Tuttavia, il fatto che la cannabis sia tuttora proibita ha determinato, in molti consumatori, una generalizzata mancanza di rispetto per la legge.

Assenza di controllo sul prezzo, sulla qualità, sulla potenza

Con l'attuale legislazione, ogni congettura sugli aspetti economici e sul controllo della qualità nella distribuzione della cannabis è impossibile. Per quanto riguarda la qualità, la clandestinità del traffico rende impossibile ogni tipo di analisi e di controllo. I dati esistenti indicano che le varie forme di cannabis disponibili illecitamente in Canada hanno un contenuto di THC che varia enormemente, e che i consumatori non hanno alcuna base per valutare in anticipo la potenza delle diverse preparazioni. Questa imprevedibile variabilità accresce indubbiamente la possibilità di effetti indesiderabili. Una cannabis standardizzata di potenza uniforme renderebbe possibile ai consumatori di prevedere più facilmente le conseguenza dell'uso, e di imparare a regolarsi sui quantitativi di sostanza da usare.

Queste sono alcune delle considerazioni che mi hanno condotto alla conclusione che non solo la detenzione di cannabis dovrebbe essere depenalizzata, ma che la distribuzione della cannabis dovrebbe essere organizzata legalmente.

I pericoli della cannabis

Quali sono gli effetti fisici e psichici della cannabis? In una inchiesta condotta da cinque persone è inevitabile che l'interpretazione dei dati varii da un membro all'altro della Commissione. Io ho interpretato i risultati delle diverse ricerche sugli effetti fisici e psichici della cannabis come segue.

a) "Effetti sulle funzioni sensoriali, cognitive e psicomotorie"

Molti studi citati nelle pagine precedenti... stabiliscono che... si ha generalmente qualche alterazione nella percezione, una diminuzione di certe funzioni cognitive, come la memoria a breve termine. Per quanto riguarda l'attenzione e la vigilanza, specialmente importante nel maneggiare macchinari complessi, i due esperimenti condotti dalla Commissione hanno portato a conclusioni contraddittorie...

A basse dosi, la grande maggioranza degli effetti che abbiamo citato sono assenti o minimi, e spesso impossibili da controllare. Occasionalmente, dosi basse possono aumentare le capacità.

Riguardo alle attitudini psicomotorie, dagli esperimenti della Commissione non risulta che la marijuana influenzi negativamente la velocità di risposta o il tempo di reazione. Vi era un percettibile deterioramento in qualche aspetto delle prestazioni di puntamento con l'assorbimento di dosi più alte, ma non con quantità più limitate. L'uso combinato di alcool e cannabis può modificare ancora di più le funzioni psicomotorie.

Potrà l'uso di cannabis determinare un aumento dei rischi del traffico? Sembra che l'uso di cannabis possa diminuire le prestazioni di guida dei veicoli, ma la relativa diminuzione è collegata con la dose e probabilmente con l'esperienza del soggetto di guidare "da fumato" ed altri fattori. Anche se è chiaro che guidare in stato di intossicazione da cannabis è un rischio da evitare, non è dimostrato che la cannabis costituisca un grave aumento dei rischi del traffico.

Nessuno può sottovalutare il rischio che un auto o un aereo vengano guidati in stato di intossicazione da qualsivoglia sostanza... Tuttavia, non vi è alcuna ragione di preoccuparsi per la cannabis... Occorre ricordare inoltre che il codice penale canadese prevede sanzioni contro chi guida in modo pericoloso: a mio parere, questo è sufficiente. Molti altri tipi di condizioni umane, non misurabili con il "breathalyzer". possono rendere pericolosa la manovra di ogni tipo di macchina... Inoltre, l'indebolimento delle capacità di guida può essere determinato da una varietà di altre droghe, mediche e non, per cui non vi sono convenienti sistemi di rilevazione.

b) "Possibili effetti sulla maturazione"

La cannabis può alterare la memoria, l'attenzione, la percezione di sé e la percezione della realtà esterna. La vigilanza e la coscienza sono modificate. Ma in realtà questi effetti acuti durano al massimo per qualche ora. Tuttavia sembra che un grave stato di ansia, anche se temporaneo, e mutamenti nella percezione di sé e degli altri, potrebbero avere un effetto più grave negli adolescenti che in persone più mature... Ma non vi è indicazione che queste difficoltà possano avere degli effetti permanenti o irreversibili. Abbiamo quindi pochi dati che avallino l'ipotesi di una inadeguata maturazione collegata con un uso prematuro di cannabis.

c) "Cannabis e criminalità"

Per 75 anni, i principali studi e rapporti nazionali sull'uso di cannabis hanno concluso che non vi è rapporto di causalità fra l'uso di cannabis e criminalità. E' anche evidente che la cannabis non aumenta l'aggressività. Le droghe che più inducono alla criminalità sono l'alcool e, sotto certi aspetti, le amfetamine e, per ragioni molto diverse, l'eroina.

Tuttavia, la legge stessa, e la proibizione con sanzioni molto severe, generano un certo tipo di criminalità. In effetti, vi è una tale domanda di cannabis che molti giovani canadesi hanno scoperto che possono guadagnare grandi somme vendendola. Il commercio illecito ha tutte le caratteristiche di un "mercato nero": i compratori sono occasionalmente ingannati, ...ecc. Inoltre i venditori offrono spesso anche altre droghe oltre alla cannabis ai loro clienti.

d) "Escalation"

E' evidente che la cannabis non "induce" all'uso di altre droghe, ma è vero, come le nostre inchieste rivelano, che una certa proporzione di consumatori di cannabis prende altre droghe.

Questo non è un fenomeno limitato alla cannabis, LSD e amfetamine (che sono usate in combinazione ma solo da una minoranza), ma riguarda l'uso quasi indiscriminato di sostanze psicotrope che è tipico della nostra società. "Se noi includiamo l'alcool, possiamo dire che i canadesi consumano grandi quantità di una varietà di sostanze psicoattive, anche escludendo la cannabis".

Una connessione fra l'uso di cannabis e l'uso di altre droghe illegali può essere almeno in parte determinata dallo stato illegale della cannabis che costringe i consumatori a contatti con una rete distributiva illegale la quale è spesso coinvolta con lo spaccio di altre droghe.

Argomenti contro la legalizzazione

a) "Il numero dei consumatori sarà raddoppiato". Questa affermazione è probabilmente ragionevole... Non v'è dubbio che la legalizzazione sarebbe presto seguita da un grande aumento nel numero dei consumatori, ma possiamo affermare che questo aumento è destinato a continuare? Alcuni proveranno la cannabis, e poi torneranno all'alcool e al tabacco. Altri la useranno, come è pratica diffusa adesso, soltanto quando ne avranno l'occasione.

b) "Un'altra droga è di troppo; ce ne sono già abbastanza". A questo io rispondo che l'uso di cannabis è già un fatto compiuto; non sarà la legalizzazione a realizzarlo.

c) "L'uso di droga dovrebbe essere scoraggiato". L'uso imprudente od eccessivo di droghe determina gravi conseguenze all'individuo, alla famiglia, alla società. Ma "noi non possiamo eliminare l'uso di sostanze psicotrope in Canada". Noi dobbiamo quindi usare il più possibile l'arma dell'educazione piuttosto che il codice penale. Sembra più saggio basare le nostre speranze e i nostri sforzi sul programma di informazione obiettiva per creare l'aspirazione alla moderazione e all'autocontrollo. La legalizzazione faciliterà l'educazione, ed il controllo personale e sociale.

d) "Le persone dipendenti dall'hashish non sarebbero soddisfatte dalla marijuana e continuerebbero ad alimentare un notevole mercato illecito". L'uso di hashish prevale su quello di marijuana in molte aree del Canada soltanto perché è un prodotto più conveniente da distribuire illegalmente. Non abbiamo le prove che una significativa porzione di consumatori di cannabis hanno sviluppato un'abitudine irreversibile all'hashish avendo a disposizione forme giustamente potenti di marijuana.

e) "Sarebbe necessaria l'importazione di prodotti stranieri". Recenti ricerche botaniche eseguite ad Ottawa indicano che una buona marijuana può essere cresciuta in Canada. Sebbene sarebbero necessarie ulteriori ricerche per una produzione su larga scala, è evidente che non sarebbe necessaria alcuna importazione per soddisfare la domanda.

f) "La produzione di un prodotto standardizzato sarebbe impossibile". Un prodotto con un contenuto moderato ed uniforme di delta-9-THC potrebbe essere ottenuto mescolando marijuana di ceppi ad alto tasso di THC con materiale di bassa potenza... Oppure una forma stabile di THC puro potrebbe essere impregnato ad un materiale inattivo. La produzione di hashish standardizzato presenterebbe difficoltà materiali maggiori di quella della marijuana, ma non può essere esclusa.

Conclusioni

Io non credo che sia ragionevole sostenere che è sufficiente decriminalizzare l'uso di cannabis. Una importante attività economica si sta sviluppando in questo paese e continuerà a svilupparsi senza controlli sui prezzi sulla qualità o sul coinvolgimento con la criminalità organizzata (la decriminalizzazione dell'uso espanderebbe inevitabilmente il mercato illecito e incoraggerebbe questo coinvolgimento). I consumatori di cannabis continueranno ad essere riforniti da distributori che venderebbero indubbiamente prodotti più pericolosi assieme alla cannabis. I consumatori dovranno affrontare questa situazione senza l'assistenza della società o delle sue leggi.

Raccomandazioni

Il governo federale dovrebbe cancellare la cannabis dalla legge sulle droghe ("Narcotic Control Act"), come la Commissione ha raccomandato nel suo "Interim Report".

Il governo federale dovrebbe iniziare immediatamente colloqui con i governi provinciali per sottoporre la vendita e l'uso di cannabis a regolamentazione simile a quella in vigore per la vendita e l'uso di alcool, con proibizione legale della distribuzione non autorizzata e restrizioni sull'età dei consumatori. Inoltre, la cannabis distribuita dal governo dovrebbe avere una quantità ed un prezzo tali da rendere il mercato nero della droga un'impresa non conveniente.

Il governo federale dovrebbe iniziare un programma per elaborare sistemi efficaci e pratici di produzione e distribuzione della cannabis in Canada. Un tipo standardizzato di marijuana naturale sembra per ora la soluzione più praticabile, ma dovrebbe essere tentata anche la preparazione di hashish o di prodotti sintetici.

Il governo federale dovrebbe iniziare ricerche epidemiologiche multidisciplinari per controllare e valutare le evoluzioni dell'estensione e della modalità di uso della cannabis e delle altre droghe, e per indagare sulle possibili conseguenze della distribuzione legale di cannabis sulla salute e sul comportamento individuale e sociale.

Tutti gli stadi della produzione e della vendita della cannabis dovrebbero essere gestiti dalle autorità federali e/ o provinciali. ("op. cit"., pp. 303-310)

 
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