In seguito alla denuncia presentata da Emma Bonino.Le due inchieste sommarie avviate ieri dal procuratore capo Giovanni De Matteo riguardano il Presidente della Repubblica e suo figlio Mauro
SOMMARIO: Il quotidiano La Stampa dà conto della denuncia per evasione fiscale presentata da Emma Bonino nei confronti del presidente della repubblica Giovanni Leone e di suo figlio Mauro. Risulta infatti che il presidente Leone avrebbe presentato una dichiarazione dei redditi incompatibile con l'acquisto di un casale del valore presunto di un miliardo, intestato peraltro al figlio. Le precisazioni del Quirinale.
(LA STAMPA, 13 giugno 1978)
Due inchieste sommarie sono state avviate ieri dal procuratore capo Giovanni De Matteo in seguito alla denuncia presentata venerdì scorso dalla radicale Emma Bonino contro il Presidente della Repubblica Giovanni Leone e suo figlio Mauro per "evasione fiscale". Sulla base dei dati forniti dall'esposto della parlamentare, il magistrato si prepara a disporre i controlli necessari presso l'Ufficio delle imposte e qualora venissero accertate irregolarità sui redditi dichiarati da Giovanni Leone, il fascicolo a lui dedicato prenderebbe la strada della commissione parlamentare inquirente mentre quello riguardante Mauro Leone rimarrebbe alla procura della Repubblica.
Le denunce presentate da Emma Bonino avevano preso il via dalle notizie pubblicate nell'ultimo numero dell'Espresso secondo cui per il 1973 il Presidente della Repubblica avrebbe dichiarato un reddito di 8 milioni 564 mila lire e per l'anno successivo 19 milioni e 308 mila lire. In quegli anni - sempre secondo il settimanale - i Leone avevano appena acquistato un casale alle "Rughe", una zona residenziale sulla via Cassia a pochi chilometri da Roma che "tra prezzo di acquisto e lavori successivamente eseguiti non può essere costato meno di un miliardo". Il casale fu intestato al figlio maggiore del Presidente, Mauro Leone, la cui denuncia dei redditi di quel periodo sfiorerebbe appena i 7 milioni.
In seguito alla denuncia radicale, il Quirinale aveva, la sera stessa, diffuso una nota ufficiosa con la quale sollecitava "gli uffici competenti a procedere al più presto ai necessari accertamenti" e, pur ammettendo come "veritiere" le cifre rese note, precisava che esse "non rispecchiano alcun reddito professionale o di lavoro dipendente giacché da quando ha assunto la sua carica di presidente, Leone gode solo di un assegno annuale non tassabile per legge".
Inoltre, secondo il comunicato, le proprietà immobiliari in questione sarebbero entrate a far parte del patrimonio della famiglia prima del 1960. Anche il professore Mauro Leone, con la stessa nota, faceva presente che il casale alle "Rughe" era stato acquistato nel 1969 e non nel '72 come scritto nella denuncia della Bonino e che i lavori di restauro erano stati terminati l'anno successivo.
s.m.