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Partito radicale - 10 febbraio 1979
NO AI CONCORDATI VECCHI E NUOVI

SOMMARIO: [Volantino a stampa, febbraio 1979]. Invito a partecipare il 10 febbraio alla "marcia popolare nonviolenta" da Porta Pia a Piazza Navona, in protesta contro i tentativi del governo Andreotti di rinnovare il Concordato. Si fa una sintetica storia dei rapporti Stato-Chiesa dal 1929 ad oggi.

[RECTO]

NO AI CONCORDATI VECCHI E NUOVI

MARCIA POPOLARE NONVIOLENTA

SABATO 10 FEBBRAIO ORE 15,30

DA PORTA PIA A PIAZZA NAVONA

ORE 18 A PIAZZA NAVONA COMIZIO DI MARCO PANNELLA

[VERSO]

Perché diciamo NO ai concordati, vecchi e nuovi

L'11 febbraio 1929 Benito Mussolini e il card. Pietro Gasparri firmavano i Patti Lateranensi fra l'Italia e la Chiesa Cattolica, consistenti in un Trattato, un Concordato ed una convenzione finanziaria. Con questi accordi il fascismo si assicurava un solido appoggio dal clero (in particolare alle sue sanguinarie aggressioni in Etiopia e al governo democratico spagnolo) mentre il Vaticano riacquistava una parte di quel potere temporale che la presa di Roma, il 20 settembre 1870, aveva soppresso.

Alla caduta del fascismo i laici democratici, gran parte di coloro che erano stati in carcere o al confino, si attendevano che questo patto scellerato fosse dichiarato decaduto. Nulla di questo avvenne: da una parte la Democrazia Cristiana, erede materiale del fascismo, dall'altra il Partito Comunista, sempre alla ricerca di »compromessi , non solo fecero mantenere questi Patti, ma addirittura li inserirono nella Costituzione, rendendoli pressoché intoccabili.

E se durante i primi 15 anni di vita di questo Concordato il Vaticano si trovò a dover contendere con il fascismo questa o quella fetta di potere, nei 35 anni successivi, con la complicità dei governi clericali, che si sono susseguiti ininterrottamente, ha avuto via libera per compiere le peggiori ingerenze nella vita politica italiana.

Oggi, a 50 anni di distanza da quell'11 febbraio, la Chiesa cattolica e l'Italia si preparano a »revisionare quel Concordato.

In questi mesi il governo Andreotti ha steso diversi progetti che hanno una sola caratteristica: quella di assicurare al Vaticano ancora più potere, politico ed economico, e garantirgli maggiore impunità per le sue quotidiane ingerenze nella vita italiana. Questo Concordato concede alla Chiesa cattolica nuovi privilegi nel campo dell'assistenza, dell'istruzione, della finanza. Non è un caso che proprio in questi giorni lo stesso papa Woytila sia intervenuto pesantemente per impedire che la gestione di migliaia di enti assistenziali passi con il relativo patrimonio di miliardi (sottratti alla collettività) alle Regioni, com'è stabilito per legge.

Non è la libertà religiosa dei cattolici che preoccupa il Vaticano, una libertà religiosa da nessuno minacciata se non dalle stesse gerarchie ecclesiastiche. Ciò che preoccupa il Vaticano è che si interrompa il fiume di miliardi che in questi anni è scorso dalle tasche degli italiani, tutti gli italiani, cattolici o atei, protestanti o ebrei, nei suoi forzieri attraverso le esenzioni fiscali, le esportazioni di capitali, le speculazioni edilizie, lo sfruttamento dell'assistenza ai bambini, ai malati, ai vecchi, agli handicappati, le scuole private.

Di fronte a questi scandali i cosiddetti »partiti laici tacciono e acconsentono; sostengono tutti, dal PCI al PRI, dal PSI al PSDI, il progetto della »revisione sperando di ottenere qualche briciola di sottopotere in cambio dello strapotere che offrono, su un piatto d'argento, al Vaticano.

Il Partito Radicale invita tutti i cittadini autenticamente laici e sinceramente credenti a scendere in piazza sabato 10 febbraio, alle ore 15,30 per partecipare alla Marcia popolare nonviolenta che partirà da Porta Pia per dire "NO ai Concordati", vecchi e nuovi.

 
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