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Sciascia Leonardo - 3 maggio 1979
ELEZIONI - LEONARDO SCIASCIA: "CON IL P.R. PIU' LIBERTA'"

SOMMARIO: Intervistato da "Panorama" dopo aver accettato la candidatura nelle liste del Partito radicale, alla domanda se non si senta "strumentalizzato" risponde: "Le assicuro che nessuno e mai ci riuscirà". Si augura di poter far parte della Commissione d'Inchiesta sul caso Moro. Si dichiara non d'accordo con Pannella su alcuni temi, ma ritiene sia ingiusto il giudizio di Rodotà che accusa il leader radicale di anticomunismo. Solleva critiche al PCI ed al PSI.

(NOTIZIE RADICALI, 3 maggio 1979)

Roma, 3 maggio '79 - N.R. - Leonardo Sciascia ha rilasciato una intervista al settimanale "Panorama". "Notizie Radicali" ne riporta integralmente il testo.

Domanda: "Il suo nome sarà di grande richiamo per gli elettori: non crede di essere stato invitato a presentarsi dal PR solo per questa ragione? Non ha timore di essere strumentalizzato?"

Risposta: "Non so vedere il lettore che diventa elettore. Penso comunque che sì, un certo richiamo il mio nome può esercitarlo, ma non provocherà un grande movimento: non lo dico per fare il modesto, ma per esperienza e convinzione. Quanto allo strumentalizzarmi, le assicuro che nessuno e mai ci riuscirà.

D.: "Cosa spera di fare nel Parlamento italiano se verrà eletto?"

R.: "Se il Parlamento assomiglierà al consiglio comunale di Palermo poco o nulla. Mi piacerebbe far parte della commissione d'inchiesta sull'affare Moro: credo di poter dare qualche contributo".

D.: "Cosa le piace nel PR?"

R.: "Il fatto che non abbia una vita nel senso del partito burocratico, mentre ce l'ha nel senso della passione. E' un partito di indipendenti, e quindi penso ci sia molta più libertà che altrove. D'altronde io sono un vecchio radicale, e questa mia scelta non può essere che una continuazione".

D.: "Come giudica Pannella, i suoi recenti interventi sulla Resistenza, la sua posizione a favore dell'abbinamento delle elezioni, che ha avuto un sapore antisocialista?"

R.: "Non sono d'accordo con Pannella su tante cose, ma ritengo una speculazione ignobile il fatto di avergli attribuito una specie di vilipendio della Resistenza. Quanto alle elezioni, credo che si sarebbero dovute tenere prima le europee e poi le nazionali, e sono stato contro l'abbinamento in questo senso. Non so come la pensasse Pannella. Se la pensava nel senso delle decisioni che poi sono state prese, ritengo che abbia sbagliato, e direi anche con autolesionismo".

D.: "Stefano Rodotà, il giurista e commentatore politico che ha sempre fatto parte dell'area radical-socialista, non si presenta con il PR perché, sono le sue parole, i radicali hanno messo in uno dei primi punti del loro programma la polemica e la lotta con i comunisti..."

R.: "Non credo che le cose stiano in termini così semplici. Io penso, comunque che si possa dare battaglia a un certo PCI, ma non al PCI".

D.: "Che cosa l'ha deluso nei comunisti? E che cosa nei socialisti?"

R.: "Ho scritto `il Contesto' nel 1972 e poi sono stato consigliere comunale di Palermo, eletto nelle liste del PCI, per 18 mesi: forse mi sono fatto, da candidato nelle liste comuniste, qualche illusione; ma la delusione è stata più una riprova che una lacerazione. In quanto al PSI, nessuna delusione: penso soltanto che i socialisti abbiano commesso un gravissimo errore lasciando cadere il caso Moro".

D.: "Quale tipo di governo vede più volentieri dopo le elezioni?"

R.: "Un governo che debba fare i conti con una solida, ragionata, intelligente opposizione che non giochi al tanto peggio tanto meglio, e che non perdoni nulla che sia contro la legge e la Costituzione".

 
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