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Sciascia Leonardo - 13 giugno 1979
ELEZIONI: PERCHE' IL PCI HA PERSO QUESTE ELEZIONI? RISPONDE LEONARDO SCIASCIA: "FINALMENTE IL PCI E' DIVENTATO COME GLI ALTRI, VIENE GIUDICATO PER QUELLO CHE FA".
di Leonardo Sciascia

SOMMARIO: Risposta ad una domanda posta da "L'Espresso" a diverse personalità: "Quali sono le principali ragioni del calo comunista?" Il PCI - dice Sciascia - è diventato un partito "laico" che va giudicato "per quello che fa". I comunisti dovrebbero rallegrarsene. Giudica severamente la campagna elettorale: "Tutto scontato..."

(NOTIZIE RADICALI, 13 giugno 1979)

Roma 13 giugno '79 - N.R. - Quali sono le principali ragioni del calo comunista? A questa domanda, il settimanale "L'Espresso" ha invitato a rispondere Giuliano Amato (socialista), Luigi Pintor (del "Manifesto"), Giorgio Bocca (socialista), Leonardo Sciascia (radicale), Fabio Mussi (comunista).

"Notizie Radicali" pubblica la risposta di Leonardo Sciascia:

"Le ragioni della sconfitta comunista? Quelle che da un paio d'anni vado dicendo, e non voglio qui ripetere, anche perché ormai sono diventate luoghi comuni. Comunque, il fatto di cui tutti, e specialmente i comunisti, dovremo tener conto è che con questo arretramento il partito comunista diventa un partito come tutti gli altri: un partito che viene giudicato per quello che fa, non sempre e fideisticamente assolto in base a quelli che la Chiesa appunto chiama "articoli di fede". E' diventato un partito laico: nel senso che da ora in poi va laicamente giudicato. A me pare che anche i comunisti, nella sconfitta di oggi e nella prospettiva di meglio operare, dovrebbero rallegrarsene. Comunque questa campagna elettorale non ha avuto nulla che mi abbia particolarmente, inaspettatamente colpito. Tutto scontato. Anche il dare addosso ai radicali alla cieca, irrazionalmente da parte di certa stampa, con grande disprezzo delle capacità critiche dei lettori e degli elettori. Tutto sommato, la cosa che più mi ha colpit

o è quel resoconto di un viaggio elettorale in terra andreottiana che Giampaolo Pansa ha fatto su "La Repubblica". Una "cosa vista" memorabile, da ritagliare e conservare.

 
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