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Sciascia Leonardo - 1 novembre 1980
NOI E I FASCISTI: (28) Abbiamo confuso...
di Leonardo Sciascia

("L'Ora", 30 maggio 1978 e successivamente in "Nero su nero" Einaudi, Torino)

SOMMARIO: Una raccolta di scritti sull'antifascimo libertario dei radicali: riconoscere il fascismo vuol dire capire quello che è stato e soprattutto quello che può essere. Troppo spesso dietro l'antifascismo di facciata si copre la complicità con chi ha rappresentato la vera continuità con il fascismo, la riproposizione di leggi e di metodi propri di quel regime.

("NOI E I FASCISTI", L'antifascismo libertario dei radicali

a cura di Valter Vecellio, prefazione di Giuseppe Rippa - Edizioni di Quaderni Radicali/1, novembre 1980)

Abbiamo confuso, dice un autorevole uomo politico di sinistra, il governo con lo stato. Per anni, credo voglia dire, abbiamo mosso opposizione al governo come se la muovessimo allo stato, senza distinguerlo dallo stato. Ma io mi domando: è possibile vedere lo stato al di là del governo dello stato? E ancora: non si sta facendo ora una nuova e diversa confusione tra lo stato e la costituzione?

Quando andavo a scuola, tra i libri di testo ce n'era uno piccolo, dalla copertina bianca. Mi pare di ricordare fosse un estratto della voce "fascismo" dell'enciclopedia Treccani; voce compilata a due mani, da Mussolini e da Gentile. S'intitolava "Dottrina del fascismo", ed era materia d'esame. Su quel libretto è nata la mia avversione allo stato misticamente concepito, metafisicamente. Mi sollecitò a quella salutare avversione un altro piccolo libro, trovato in una piccola libreria di Caltanissetta, in cui era possibile trovare libri stampati anche cinquanta anni prima. Conservo ancora questo piccolo libro, così come l'ho trovato allora: slegato, la copertina staccata. Adriano Tigher, "Lo spaccio del bestione trionfante. Stroncatura di Giovanni Gentile. Un libro per filosofi e non-filosofi", Pier Gobetti editore, Torino, 1925.

E' un libretto che sarebbe opportuno ristampare in questo momento. Non che le condizioni siano oggi le stesse che nel 1925; ma non fa male dare una ripassatina a quel che accade quando si parla di stato e non di costituzione, quando lo stato comincia ad aprire non come un insieme e coordinamento di servizi, ma come un'entità "al di là del fisico", al di là dei bisogni.

("L'Ora", 30 maggio 1978 e successivamente in "Nero su nero" Einaudi, Torino)

 
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