MA TU CREDI DAVVERO CHE PROPRIO I RADICALI VOGLIONO ABROGARE LA LEGGE SULL'ABORTO?SOMMARIO: Volantino in difesa della posizione assunta dal partito radicale sul referendum per l'aborto, posizione attaccata dall'UDI, ecc., e indicata come vicina a quella del Movimento per la Vita antiabortista. Invece, è la legge votata in parlamento ad essere inadeguata: essa lascia fuori almeno 600.000 casi di aborto, che vengono effettuati ancora da mammane e in situazioni igieniche inadeguate. I radicali, con il loro referendum, hanno proposto l'eliminazione dalla legge degli articoli più "restrittivi e ambigui". E tuttavia essi rivendicano, paradossalmente, il merito di aver promosso, appoggiato più di ogni altro, e difeso contro gli attacchi dei clericali, la legge vigente. Se oggi essi hanno presentato il loro referendum,, è per impedire accordi sotterranei e peggiorativi tra la DC e i laici pronti a ogni patteggiamento. Se peraltro, come si dice, si vuole davvero migliorare la legge attuale, basta apportare ad essa "modifiche che vanno nel senso indicato dal referendum".
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Hanno detto, e dicono, che siamo gli affossatori di questa legge sull'aborto. Che vogliamo far tornare le donne all'aborto clandestino e di classe, alle mammane, ai cucchiai d'oro. Ma come credere che proprio i radicali, che per anni si sono battuti per l'aborto libero con i digiuni, la galera, le autodenunce, le raccolte di firme per i referendum, siano oggi improvvisamente schierati con il Movimento per la vita allo scopo di far tornare le donne al regime della clandestinità della vergogna?
HANNO FATTO QUESTA LEGGE SOSTENENDO CHE AVREBBE CONDOTTO ALL'ABORTO "GRATUITO E ASSISTITO":
CI TROVIAMO INVECE ANCORA A DOVER LOTTARE CONTRO L'ABORTO CLANDESTINO DI CLASSE.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Sanità gli aborti effettuati nelle strutture pubbliche sono circa 180.000 ogni anno, mentre se anche in Italia, come negli altri paesi europei, vale la proporzione di un aborto per ogni nato vivo, dovrebbero essere circa 800.000, Sono quindi 600.000 le donne che ogni anno continuano a ricorrere alle mammane e ai cucchiai d'oro, e sono sempre le più sprovvedute, povere, disinformate; le minorenni, le nubili, le donne del Sud. Sono cioè proprio quelle che volevamo sottrarre alla clandestinità, per cui abbiamo lottato. L'aborto "gratuito e assistito" è dunque ancora un privilegio di classe.
La legge infatti è formulata in modo tale che solo 964 medici in tutta Italia sono abilitati ad effettuare le interruzioni di gravidanza: e se davvero tutte le donne che vogliono abortire si riversassero nelle strutture previste dalla legge, gli ospedali rimarrebbero completamente paralizzati.
Il preteso funzionamento della legge si fonda quindi sulla esclusione dei tre quarti delle donne dalla possibilità di usufruirne.
PERCHE' IL REFERENDUM?
Perchè, coerentemente con la decisione di votare contro questa legge, abbiamo tentato l'unica strada per migliorarla, proponendo l'eliminazione degli articoli più restrittivi e ambigui attraverso il ricorso alla volontà popolare.
Per abolire la casistica, che umilia la donna; il divieto per le minorenni, che le espone ai gravi rischi della clandestinità; le norme che puniscono le donne che si sottopongono ad un intervento abortivo aldifuori delle strutture previste dalla legge, anche quando magari queste strutture non esistono; l'obbligo ad eseguire gli interventi di interruzione di gravidanza in sedi estremamente limitate, cosa che non avviene per nessuna altra operazione e nemmeno per il parto, e che provoca il non funzionamento della legge e garantisce l'efficacia ostruzionistica della falsa obiezione di coscienza messa in atto dalle baronie clericali che gestiscono l'assistenza in Italia.
Attraverso il referendum diamo la possibilità ai cittadini di esprimersi direttamente, e alle donne, che in questo momento tutti affermano di rappresentare, di far pesare la voce.
MA NONOSTANTE TUTTO, RESTIAMO GLI UNICI DIFENSORI DI QUESTA LEGGE...
Sembra paradossale: eppure, nonostante la nostra valutazione pesantemente negativa su questa legge, rimaniamo comunque gli unici che l'hanno davvero difesa. L'abbiamo promossa, costringendo il parlamento, con le nostre lotte e soprattutto col primo referendum sull'aborto, a discutere a votare una legge. L'abbiamo difesa dagli attacchi del papa; la difendiamo oggi dai referendum clericali e dai possibili interventi della Corte Costituzionale.
Abbiamo presentato il nostro referendum, nel 1979, perchè il Movimento per la Vita aveva ufficialmente proclamato la propria intenzione di ricorrere ad un referendum che avrebbe ulteriormente ristretto, o addirittura abolito, i già scarsi margini di praticabilità dell'aborto. Se oggi non ci fosse il nostro referendum, di fronte all'attacco dei referendum clericali la sinistra e i partiti laici cercherebbero subito di accordarsi con la DC per modificare la legge in senso peggiorativo, e di "difesa della legge" non si parlerebbe nemmeno. Anche oggi, di fronte alla Corte Costituzionale che deve esprimersi sulle eccezioni di incostituzionalità presentate dai clericali, l'unica voce che si leva, nel silenzio generale, è la nostra...
A CHI PARLA DI "DIFESA DELLA LEGGE", A CHI PARLA DI MIGLIORAMENTI SENZA BISOGNO DI RICORRERE AL REFERENDUM, RISPONDIAMO:
Benissimo. Si vuole evitare il referendum? Lo si può fare, se si apportano alla legge modifiche che vanno nel senso indicato dal referendum stesso. Quale più favorevole occasione, per migliorare la legge? Invece di ripetere che "questa legge è brutta ma va difesa" perchè non migliorarla finalmente, e affrontare compatti, ricreando lo schieramento che vinse sul divorzio, i referendum clericali? Non è certo il nostro referendum che minaccia questa legge: è invece la vocazione al compromesso con la DC, la vocazione alla rinuncia e alla sconfitta della sinistra italiana; e dall'altra parte la comprensibile baldanza clericale di fronte ad un avversario così disposto a capitolare.
Cambiare la legge, o dire si al referendum radicale: questa è la scelta da fare se non si vuole consumare l'ennesima truffa ai danni delle donne.