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Spadaccia Gianfranco - 15 dicembre 1981
Sì, un soldo in meno alle spese militari
di Gianfranco Spadaccia

SOMMARIO: Un accordo sottobanco fra governo e Partito comunista: salta il tetto di spesa di 50 mila miliardi. Operazione ipocrita e truffaldina di Andreotti. Non si trovano soldi nel bilancio dello Stato per salvare milioni di persone che stanno morendo pr fame, ma si troveranno i fondi per tante altre cose, anche giuste; soprattutto si trovano i fondi per le armi dell'Esercito italiano. Il bilancio della fame e della morte: 3.300 miliardi in più per il Ministero della Difesa, il 35%. Quanto basta per salvare milioni di vite umane. Il Ministro del Bilancio Andreatta è il difensore degli sperperi del Ministero della Difesa: queste risorse non servono alla sicurezza in ambito Nato, ma solo al rafforzamento dell'apparato militare come corpo separato. Gli altri sperperi di Andreatta: 3.500 miliardi per le aziende petrolchimiche di Rovelli (SIR). Le cattive gestioni di IRI, ENI, EFIM, ENEL, INPS.

(NOTIZIE RADICALI n. 42, 15 dicembre 1981)

Un accordo sottobanco tra governo e partito comunista si è realizzato nel corso del dibattito al Senato sulla legge finanziaria. Spadolini ha accettato di accantonare il famoso articolo 1 della legge, quello che fissa il tetto di spesa di 50 mila miliardi. E questo è l'unico atto parlamentare che i senatori hanno conosciuto. Per il resto è stata diffusa alla stampa, da esponenti del governo e da dirigenti comunisti, la notizia, che sarà assicurato nel 1982 un aumento degli stanziamenti del 16% ai Comuni. Come? Non attraverso la legge finanziaria, ma attraverso un decreto legge sulla finanza locale che dovrà essere presentato entro la fine dell'anno, e che consentirà ai Comuni la possibilità di accendere mutui per una cifra corrispondente al 16% di aumento richiesto dai comunisti.

Il governo quindi concede con una mano (il decreto e i mutui) quello che mostra di negare con l'altra (la legge finanziaria). Questa operazione ipocrita e truffaldina di Andreatta non può mascherare un fatto incontrovertibile: il tetto dei 50 mila miliardi è già stato sfondato.

Non è il primo sfondamento e non sarà l'ultimo. Del resto le cifre del tetto di 50 mila miliardi di indebitamento non figurano in nessuna parte della legge finanziaria, tanto meno nel famoso articolo 1. Essa è desunta dal ministro Andreatta da un sistema di compatibilità e da una "stima" della sfasatura fra impegni delle spese di competenza, autorizzazioni di cassa e effettiva erogazione. Essa è cioè soltanto nella mente di Andreatta, in nessun documento contabile del Parlamento: prima di questo episodio, poteva essere considerata tutt'al più una dichiarazione di volontà politica del ministro: non erogherò una lira di più dei 50 mila miliardi di indebitamento. Ora non è più neppure questo, perché Andreatta e Spadolini sanno benissimo che erogheranno più dei 50 mila miliardi.

Ciò che dunque non si è trovato e concesso per salvare milioni di persone che stanno morendo di fame e per intervenire a favore di popolazioni colpite dalla malnutrizione e dal sottosviluppo, si è trovato ed è stato concesso per i Comuni, si troverà e sarà concesso per molte altre cose: anche giuste. Ma soprattutto era già stato trovato per gli arsenali e le armi dell'esercito italiano.

Il bilancio della fame e della morte prevede infatti 3.300 (tremilatrecento) miliardi per l'aumento degli stanziamenti pari a un aumento del 35% del bilancio del Ministero della difesa. I tremila miliardi che avevamo chiesto per salvare milioni di vite sono tutti qui.

Quindi il discorso del tetto è una cazzata e una truffa. Sembrerebbe che il ministro Andreatta sia un rigoroso difensore della spesa pubblica, impegnato a impedire sperperi del denaro dei cittadini. E' esattamente il contrario. E' il difensore dell'aumento degli sperperi del Ministero della difesa. E' il ministro che insieme al suo collega Lagorio, riempie gli arsenali e svuota i granai e considera compatibile con il suo "tetto" riempire gli arsenali e svuotare i granai.

Per rendersi conto della gravità di queste cifre, occorre tenere presente che l'aumento del 35% deliberato quest'anno per il Ministero della difesa segue a un aumento del 27% deciso già per il 1981. Nel corso di due anni, il bilancio della difesa è praticamente raddoppiato, da meno di seimila miliardi a oltre diecimila. Poniamoci per un attimo nella mente folle dei nostri governanti. Diventiamo per un attimo sostenitori folli dell'equilibrio del terrore, sostenitori folli della NATO e degli euromissili, e poniamoci questa domanda. A cosa servono questi soldi per l'Italia, per la Nato, per la strategia della difesa e dell'equilibrio strategico internazionale? Nulla, assolutamente nulla.

Questi tremilatrecento miliardi in più sono dunque solo una spesa per il rafforzamento dell'apparato militare, per il rafforzamento di un corpo separato. Sono un enorme drenaggio di risorse sottratte a impieghi produttivi e a investimenti civili e sociali.

Ma non basta. Questo aumento del 35% per la difesa viene deciso dallo stesso governo che dichiara di battersi per contenere nel limite del 16% il ritmo dell'inflazione e chiede a tutti di comportarsi coerentemente con questa scelta. I sindacati hanno deciso di contenere in questo limite il maggior costo del lavoro determinato dalle rivendicazioni salariali. I Comuni erano stati tenuti fermi alle posizioni dello scorso anno e ora accedono all'aumento del 16%. Altre amministrazioni statali sono tenute entro questo limite. Sui bilanci dei cittadini si riversano nuove tasse, il ticket su medicinali, visite e ospedali, l'aumento delle tariffe. Solo il ministero della difesa vede accrescere il proprio bilancio del 35%.

Né queste sono le uniche spese di sperpero previste da questo governo e dal "rigore" di Andreatta. Lo Stato italiano ha già speso in pochi anni 3 mila miliardi per tenere in piedi l'eredità di Rovelli, cioè le dissestate aziende SIR, e poco più di 10 mila posti di lavoro. In un paese serio, con 3.500 miliardi si risanano e si industrializzano intere regioni depresse. Quanti soldi saranno sprecati per la petrolchimica della SIR, cioè per un settore produttivo che non ha alcuna prospettiva economica? E' difficile dirlo, perché questi soldi sono nascosti nelle pieghe dei fondi di dotazione, finanziati con i soldi dello Stato. Ma si può immaginare che saranno molte centinaia di miliardi, anche nel 1982. E altre migliaia ne saranno erogati per pagare i debiti delle cattive gestioni dell'IRI, dell'ENI, dell'EFIM, dell'ENEL, dell'INPS e degli altri carrozzoni di stato, senza nessun intervento risanatore.

Un bilancio, inoltre, non è fatto solo di spese. E' fatto anche di entrate. E mentre le entrate cresceranno, attraverso le nuove imposte indirette o attraverso la lievitazione delle aliquote dovuta all'inflazione, ai danni dei lavoratori dipendenti e di tutti coloro che non possono sfuggire al fisco, continueranno a registrare buchi paurosi a causa dell'evasione.

La politica dell'aumento dell'entrata non viene attivata da questo governo per colpire l'evasione, ma soltanto per aumentare le tasse che già si pagano e con maggiori oneri per chi già le paga. Sono invece ferme, a causa dell'ostruzionismo della maggioranza e della tiepidezza del ministro delle finanze Formica, le due leggi Reviglio sui registratori di cassa e per le "manette agli evasori". Alle evasioni fiscali si aggiungono le truffe allo stato sui rimborsi dell'IVA. E si aggiungono le evasioni contributive per migliaia di miliardi. Mentre le gestioni dell'INPS accumulano deficit e livelli di indebitamento paurosi, le evasioni contributive aumentano.

La documentazione potrebbe continuare a lungo. E' del resto l'oggetto delle proposte alternative presentate dai senatori radicali, sia in materia di entrate che di spese.

Ma la agghiacciante scelta a favore delle armi, degli arsenali della fame e della morte, contro le spese per la salvezza delle vite degli affamati, per la lotta al sottosviluppo, per l'autosufficienza alimentare di quelle popolazioni, è davvero emblematica di tutta l'impostazione del bilancio: è una scelta attiva per la guerra e la fame, è una scelta attiva di complicità nello sterminio.

 
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