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Ceccarelli Felice - 25 gennaio 1982
PREGO, NON SI ACCOMODI.
Dopo la domanda di iscrizione di Pannella al PSI.

di Felice Ceccarelli

SOMMARIO: La minoranza vorrebbe il segretario radicale nel Psi, ma Craxi è perplesso: può dire di si a gente che vede nella sua politica "i segni caratterizzanti del nazionalsocialismo"?

(PANORAMA, 25 gennaio 1982)

"Insomma, me la date o no questa cazzo di tessera?". Sorriso sgargiante e battute a effetto, passeggiando in elegante completo grigio per il Transatlantico di Montecitorio. Marco Pannella, leader radicale, ha preso a salutare più o meno così tutti i socialisti che gli si parano davanti. Anche quelli con i quali non aveva scambiato una parola.

Colto in contropiede, il ministro del commercio estero Nicola Capria è rimasto un attimo pietrificato. "Se dipendesse da me, sì" gli ha risposto alla fine con un sorriso mite. "Io non te la darei" ha confessato invece Luigi Dino Felisetti, Presidente della Commissione Giustizia della Camera. "Caro Marco" ha ribattuto con un filo di soddisfazione Nevol Querci, oppositore della segreteria Craxi "di sicuro hai messo in grosso imbarazzo Bettino e i suoi".

Da una ventina di giorni la domanda di iscrizione di Pannella, che dal novembre scorso è segretario del partito radicale, è appesa nella bacheca della sezione "Pietro Nenni", 400 iscritti circa, una delle pochissime, a Roma, dove i craxiani sono in minoranza. Ma una copia della richiesta è anche sul tavolo di Bettino Craxi: toccherà infatti a lui dare una risposta definitiva.

Il pressing di Pannella nei confronti del PSI è cominciato la mattina del 28 dicembre. Il leader radicale, dopo essersi letto e riletto lo statuto socialista, si è presentato alla sezione Roma centro. Ad accoglierlo c'erano il segretario della sezione, Ettore Carettoni, e alcune donne socialiste che già lo conoscevano e gli hanno fatto molte feste.

"L'atmosfera era familiare" racconta Carettoni "io però ero un pò preoccupato perchè non volevo dar adito a nessun tipo di speculazione o provocazione". Pannella ha firmato i moduli, ha abbracciato e baciato le compagne e se ne è andato via.

Immediatamente, però, un ciclone si è abbattuto sulla sezione Roma centro. Alla fine, con sette voti contro sei, la sezione "Pietro Nenni" ha dato il proprio parere positivo e la domanda di Pannella, come prevede lo Statuto, è stata inoltrata all'istanza superiore, la federazione romana.

Teorico della doppia e tripla tessera ("Se fosse possibile chiederei anche l'iscrizione al PCI"), tutt'altro che nuovo alle scorribande nei partiti degli altri (nel '75 dichiarò pubblicamente di appoggiare alle comunali a Roma un mini drappello di candidati repubblicani; sei mesi più tardi chiese invano l'iscrizione al Psi), oggi Marco Pannella giustifica la sua scelta con la convinzione che, di fronte al rischio concreto di elezioni politiche anticipate, la divaricazione nella sinistra diventi irreparabile. E, di conseguenza, si allontani di anni luce la grande forza politica socialista (laica, libertaria, pacifista) in grado di costruire l'alternativa al sistema di potere dc: una prospettiva di cui proprio Pannella ha parlato in una lettera dai toni ispirati spediti a Craxi e a Enrico Berlinguer.

L'improvvisa sassata nello stagno, però, almeno per il momento, non sembra aver procurato effetti distensivi nei già complicati rapporti tra il partito della rosa e quello del garofano. Anzi, paiono piuttosto lontani i tempi in cui, intorno al 1980, radicali e socialisti erano impegnati nella raccolta delle firme per i referendum e, con la decisione di astenersi alle amministrative, il Pr favorì indirettamente il successo radicale di Craxi (12,7 per cento).

"Pannella nel Psi? Qui c'è un diffuso atteggiamento negativo" preannuncia Gennaro Acquaviva, capo della segreteria politica di Craxi: "Per noi il partito radicale è un partito concorrente". "L'iscrizione dovrà seguire le procedure" osserva Rino Formica. "Il nostro partito non è come una bouvette dove si entra e si esce".

Sono segnali evidenti che Bettino, pur essendo da sempre in ottimi rapporti col leader radicale, non si fida. "E fa male" accusa Francesco Rutelli, vicesegretario del Pr. "Se Craxi pensa di papparsi il nostro patrimonio elettorale ha fatto male i conti. Siamo in buona salute. E' il Psi, invece, ad avere una pessima immagine".

La diffidenza dei socialisti nei confronti delle iniziative radicali, d'altra parte, è più che giustificata. Da un anno a questa parte dirigenti e parlamentari del Pr, senza escludere Pannella, non hanno infatti perso occasione per sparare alzo zero sulla politica del Psi. Non è difficile mettere insieme un campionario di bordate. Ha dichiarato una volta l'ex capogruppo Adelaide Aglietta: "Sempre più la politica di Craxi rievoca i segni caratterizzanti del nazionalsocialismo". Si è divertito un'altra volta il deputato Marcello Crivellini: "Il Psi ha assunto come comandamento il principio di partecipare a qualsiasi spartizione possibile e immaginabile di tutto ciò che in Italia è divisibile per numero intero".

Ha scritto il vicesegretario Giovanni Negri: "Il nostro Paese ha già conosciuto un direttore dell'Avanti! negli anni Venti (Benito Mussolini, ndr)". E via di questo passo: Lagorio aumenta le spese militari? "E' un'offesa e una vergogna nei confronti del popolo italiano"; il Tg2 censura i radicali? "E' il Psi a guidare questa infame crociata"; Craxi lascia al suo posto di capogruppo Silvano Labriola? I radicali dicono subito che il segretario socialista "favorisce e difende la politica della doppia tessera: quella del Psi e quella della P2".

 
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