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Notizie radicali - 28 maggio 1982
Est dossier (3): UN'ORGANIZZAZIONE LIBERTARIA

SOMMARIO: Storia e cronaca del lavoro militante clandestino necessario per preparare la manifestazione del 19 aprile 1982 nelle capitali del Patto di Varsavia. I contatti fuori d'Italia; la messa a punto di luoghi e modalità; l'autofinanziamento: un'operazione per sfondare la cortina di ferro.

(NOTIZIE RADICALI N. 6, 28 maggio 1982)

Fare una manifestazione a Mosca. Anzi, Marco Pannella dice "anche in Lituania ed in Estonia"... L'idea era venuta a Francesco Rutelli, insieme ad Ivan e Bruno, per reagire al sapore d'impotenza, che la manifestazione di protesta fatta davanti all'ambasciata Polacca, dopo il colpo di stato di Jaruzelski, aveva lasciato in bocca un po' a tutti.

I contenuti si erano "allargati" dopo la riunione fatta con Marco che vede sempre le cose in grande: si trattava di organizzarci insieme ai compagni di altre nazionalità per fare una manifestazione contemporanea nelle capitali dell'"Est". Avremmo manifestato nel quadro della campagna contro la fame nel mondo oltre che per il rispetto degli accordi di Helsinki e per la libertà della Polonia, di Walesa, di Shakarov. La decisione politica era presa; bisogna solo... fare tutto il resto.

Baldi e speranzosi abbiamo deciso che Frederique avrebbe seminato la "buona novella" andando in Spagna (i vangeli per colpa della curiosità della Polizia non si possono seminare per telefono); e sarebbe passata per il Belgio e per la Francia. Nel frattempo Stefano, che assieme a Gaetano aveva buttato giù una bozza di volantino, avrebbe raggiunto i francesi ed i begli per le prime "somme". Dovevano essere tre giorni a Parigi; fu una settimana in mezz'Europa. Ma il carcere era pieno: 8 belgi, 9 francesi, l'aiuto degli inglesi per la pubblicizzazione. Ci siamo rivisti a Roma anche con Frederique dopo un mese (ci portava gli spagnoli, un record!) per organizzare in pochi giorni una riunione a Marsiglia, contattare tedeschi ed olandesi, mettere a punto luoghi e modalità delle azioni, trovare i "soldi".

Era difficile scegliere da Roma il luogo delle manifestazioni nelle capitali dell'Est (centrale, vicino alla sede del Governo e all'hotel dove avremmo alloggiato, in modo da fare poca strada con lo striscione addosso, etc...) così come i viaggi (da dove partire, i treni meno cari, etc). Ma soprattutto cercavamo finanziamenti. Bisognava trovare disponibili finanziatori che ci pagassero oltre ai viaggi fatti per scovarli, anche quello all'Est.

intanto il primo marzo Frederique è a Marsiglia, Stefano arriva il 2; discutiamo due giorni con spagnoli, belgi e francesi per formare gruppi internazionali, stabilire "quote", fare un dossier. Questo sarebbe stato distribuito il giorno dell'azione (19 aprile) sia all'Ovest, durante una conferenza stampa fatta in ogni nazione, sia all'Est utilizzando le agenzie di stampa grazie ad un compagno che invece di manifestare avrebbe fatto le foto e mantenuto i contatti con Bruxelles e Roma. Approvammo pure il testo della lettera da consegnare ai capi si Stato o a chi ci arrestava, in cui chiedevamo 5.000 miliardi di stanziamento straordinario contro la fame nel mondo, ed il testo del volantino in cui invitiamo la popolazione a chiedere il disarmo unilaterale e la riconversione delle spese militari in civili e nella lotta contro l'olocausto.

Ci saremmo rivisti a Milano alla fine del mese per verificare l'organizzazione dei gruppi e "fare i conti".

Comunque a Roma attendevamo le registrazioni a Radio Radicale e Teleroma; nell'una c'era un'atmosfera da "opera postuma" (quando ci ascolterete saremo in carcere a Praga, ecc...); ma Guido tira fuori qualche "spinello" e l'atmosfera cambia. A Teleroma, invece, l'aria è nevrotizzante; Carlo Romeo ci sbatte su una sedia dietro a riflettori accecanti; tre minuti per dire "tutto". Ivan tenta di fare il patetico, Frederique con l'aria "francese" risulterà la più telegenica.

Nei giorni successivi, ultimando la bozza del dossier e trovando i soldi, finiamo di logorarci i nervi; comunque si arriva a Milano in un'atmosfera distesa. Non l'avessimo fatto! Gli spagnoli che sono rimasti in cinque decidono di portarsi su Berlino Est; ai francesi mancano i soldi; i belgi non sanno ancora quanti sono; il gruppo di Mosca doveva essere formato e "vistato" in due giorni se no addio... Riusciamo comunque a risolvere i problemi sul tappeto dopo due giorni di telefonate e discussioni continue; "quadreremo" anche i problemi di trasporto segreto del materiale (volantini e striscione e materiale per farli in loco) delle iniziative che intraprenderemo sul piano parlamentare europeo per appoggiare l'azione e la nostra speranza di ritornare a casa. Ci riusciremo, dopo numerosi "a quel paese", solo il 13 "impallinandolo" mentre vola tra Roma e Bruxelles. La notte c'è il tempo di battere le matrici dei volantini che porteremo di soppiatto all'Est. Cinque lingue a confronto delle quali l'ostrogoto sareb

be più semplice.

Il 14, prima della partenza di Stefano per Parigi, ci salutiamo tra noi con calore anche se di volata; ma non è finita. Bisogna aiutare, Stefano dalla Francia e Frederique da Roma, Francesco Rutelli a far partire al volo un gruppo di triestini per Sofia al posto degli spagnoli.

Poi un attimo di riflessione: in tre mesi, quasi senza soldi, usando le risicate strutture del Partito Radicale, abbiamo "messo su" un'operazione che sinora non era riuscita a nessuno: sfondare la cortina di ferro. Non sappiamo come andrà a finire, ma già alla partenza è qualcosa di cui essere fieri. No?

 
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