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Spadaccia Gianfranco - 1 giugno 1982
Raccogliamo le bandiere del socialismo libertario
La risposta radicale alla "grinta" di Craxi

di Gianfranco Spadaccia

SOMMARIO: Bettino Craxi l'avversario decisivo della lotta contro lo sterminio per fame. Il nuovo corso socialista: le scelte riarmiste del Ministro Lagorio, a favore di un complesso militare - industriale tutto italiano; la difesa della P2 e dei personaggi socialisti ad esa legati; la copertura degli affari di regime giunti alla Commissione Inquirente; la lottizzazione nella Rai e nelle Partecipazioni Statali. Dov'e' finito il partito che rivendicava il "socialismo dal volto umano"?

(NOTIZIE RADICALI N. 7, 1 giungo 1982)

Nel momento decisivo della lotta di queste settimane contro lo sterminio di 3 milioni di vite, ci siamo trovati di fronte - come avversario decisivo - Bettino Craxi. E il leader socialista che ha personalmente ridato forza e fiato al partito fino ad allora occulto che si opponeva all'intervento straordinario contro lo sterminio.

Da socialisti può dispiacerci, e certamente di dispiace. Ma la politica non si fa con i sentimenti e con i desideri. Prima di questa vicenda la realtà ci aveva mostrato i lineamenti più precisi dell'identikit del nuovo corso socialista: l'avevamo visto delinearsi con chiarezza e durezza, mese dopo mese, con le scelte di Lagorio in tema di riarmo e di ipoteca delle risorse future del paese a favore di un "complesso militare-industriale" tutto italiano; con la difesa della P2 e dei personaggi appartenenti al PSI; con la copertura di tutti gli "affari" di regime giunti all'Inquirente; con lo spregiudicato gioco di lottizzazione soprattutto nell'informazione, nella RAI, nelle Partecipazioni Statali; con il gioco dei ricatti reciproci che abbiamo visto svilupparsi fra PSI e DC ai margini dell'affare ENI-Petronim o dell'affare Calvi; con la pretesa di risolvere i problemi della giustizia e della responsabilità dei magistrati con una subordinazione al potere politico delle Procure della Repubblica. Dov'è finito il

partito che riscopriva Proudhon contro il leninismo, che rivendicava la continuità con il riformismo turatiano, o che sembrava ricercare - sul caso Moro e sul caso D'Urso, nella difficile lotta contro il terrorismo e contro la "fermezza" - le linee e l'immagine di un "socialismo dal volto umano"? E' difficile ritrovarlo in una governabilità che non diventa mai "politica di governo" della polis, ma solo politica di potere e di sottopotere; nella protervia e nella "grinta" degli attuali dirigenti socialisti; o nelle alleanze di classe ricercate da Martelli nei convegni sul "Made in Italy".

Al socialismo di Nenni e di De Martino, che ci offriva ogni giorno, insieme alle sue debolezze e alle sue subalternità, contraddizioni vitali e positive, potevamo richiedere ed offrire - con i diritti civili, con l'umanesimo socialista, con il laicismo, con l'internazionalismo e l'antimilitarismo - la proposta e la prospettiva di una rifondazione "mitterrandiana": quella disegnata appunto nel simbolo della "rosa nel pugno". Ai socialisti di oggi possiamo offrire solo una promessa e un impegno; che sapremo raccogliere con le nostre lotte, una per una, le bandiere del socialismo libertario e alternativo che essi lasciano cadere dalle loro mani e non si accorgono di calpestare con i loro piedi.

Questa "grinta" sarà davvero premiata? Si costituirà una forte area socialista e laica, in antagonismo con la DC? Può essere. Per effetto delle nostre lotte, accade nel 1975 e nel 1976 uno spostamento senza precedenti a favore dei partiti cosiddetti laici e della sinistra. Ciò che avevamo tanto a lungo sperato si verificava, ma sapevamo che - per gli errori della sinistra allora egemonizzata dal compromesso storico del PCI, per i tradimenti dei cosiddetti laici - si sarebbe rivelata una occasione perduta. Dobbiamo batterci per impedire una seconda occasione perduta. E oggi come allora, per farlo, bisogna sconfiggere la politica sbagliata che la prepara.

 
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