di Angiolo BandinelliSOMMARIO. Il fascismo fu "riappropriazione carismatica" di un diretto rapporto con le masse, che scavalcava le mediazioni delle "élites" e delle classi politiche. In ciò esso anticipò i modelli di Nasser e Gandhi. Ma non per questo esso deve essere giudicato di per sè "reazionario". Un giudizio automatico di questo tipo sarebbe profondamente antistorico.
(UNA "INUTILE STRAGE"?, Pironti editore, 1982 - Ripubblicato in "IL RADICALE IMPUNITO - Diritti civili, Nonviolenza, Europa", Stampa Alternativa, 1990)
Il fascismo fu certamente la riappropriazione "carismatica" di un diverso e diretto rapporto del duce verso le masse. Mussolini, come Nasser e Gandhi, contro le sorde élites sulle quali la politologia degli inizi del secolo costruiva complessi e dubitanti modelli pieni di pessimismo e di paure; o contro, anche, le grandi avventure intellettuali che hanno cercato di imporre alla Storia in mutamento le grandi opzioni della Ragione illuminata, confortata - per la prima volta da sempre - dalla forza del processo e dalla moltiplicazione delle risorse; e certo, anche, contro il progresso. Quindi, reazionario. Ma con un dato di verità al suo fianco che riduce, se non distrugge, l'infamia di quell'etichetta di irrazionale "carismaticità" che lo rende persino - e volutamente - incomprensibile e non giudicabile. Carisma è - non solo, ma anche - strumento di riappropriazione del politico, della parola, dell'individuale eticità da parte di masse secolarmente spossessate dalle mediazioni dei ceti e delle classi dominant
i. Nel tempo dei partiti nuovi, dei grandi partiti "etici", rivoluzionari, dei partiti della parola, dei partiti religiosi, il fascismo va restituito ad una intelligenza storica che, per essere drammatica, non può accettare le scorciatoie della demonizzazione e della rimozione. Fare questo, sarebbe esporci alla più cocente delle disillusioni.