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Cicciomessere Roberto - 1 luglio 1982
L'ITALIA ARMATA: Capitolo 5 - Marina Militare (cap. 4031)

SOMMARIO: Tre imbrogli alla base della legge n. 57 del 1975 per la costruzione e l'ammodernamento dei mezzi navali militari: sottostima dell'onere per la realizzazione del programma; tonnellaggio delle nuove unità valutato sottraendo il peso di carburante, viveri e acqua; mancata verifica dei tonnellaggi delle unità nel decennio di attuazione della legge. - Grazie a questi sistemi fraudolenti e di trucco sistematico l'incrociatore portaelicotteri »Giuseppe Garibaldi di 10.000 tonn. diventa una portaerei di 13.000 tonnellate, che però ha soltanto una funzione simbolica e velleitaria, essendo destinata a restare immobilizzata in arsenale. - Alla resa dei conti, la spesa preventivata di 1000 miliardi risulta, secondo calcoli al risparmio, di 3774 miliardi. - Il ministro Lagorio, nella relazione al bilancio 1981, rattoppa la situazione compiendo due violazioni sulla legge: ne prolunga l'attuazione oltre i dieci anni fissati, e incrementa la spesa pluriennale per i »programmi ordinari , né conosciuti né autorizz

ati dal Parlamento. - Ribaltate le previsioni e smentite le affermazioni e assicurazioni dello Stato Maggiore della Marina. Secondo quest'organismo le spese per le piattaforme navali sarebbero state di gran lunga superiori alle spese per i sistemi di combattimento. Al contrario queste ultime sono pari al 60 per cento del costo globale delle unità navali. Sempre secondo lo SMM i quattrini sarebbero stati spesi tutti in Italia, più o meno pariteticamente tra le aree industriali del Nord e del Sud. Invece dal giorno dell'approvazione della legge promozionale (1975) all'agosto del 1981 sono stati spesi all'estero 242,5 miliardi su 1710,5; inoltre, con le imprese meridionali sono stati stipulati contratti per complessivi 99,5 miliardi su 1709, cioè per un massimo del 5,8 per cento della spesa. - Due clamorosi esempi di incompetenza e irresponsabilità: i sommergibili Nazario Sauro e Fecia di Cossato, entrambi della classe »Sauro . Il primo fu approntato per le prove con 553 giorni di ritardo, e il secondo con 694

giorni. Di circa altri 300 giorni si prolungarono poi le prove. Nonostante ciò con la Società Italcantieri, cui erano commessi i lavori, fu stipulato un nuovo contratto per ancora due unità subacquee: il »Leonardo da Vinci e il »Guglielmo Marconi , sempre della classe »Sauro , in tutto e per tutto simili ai precedenti, salvo un maggiore allungamento, il che significava che le precedenti unità erano troppo corte. Frattanto, causa i prolungamenti, i costi lievitavano fino a raggiungere i 300 miliardi, e ciò per un prodotto superato e inservibile. Infatti i moderni sottomarini degli altri paesi hanno la capacità di immergersi silenziosamente fino a 800-900 metri a una velocità di 40-50 nodi, e sono dotati di apparecchi e sistemi d'arma molto sofisticati, per cui ne è pressoché impossibile la scoperta; i nostri sommergibili »Sauro , invece, possono immergersi, beninteso fragorosamente, fino a un massimo di 300 metri alla velocità di non più di 20-21 nodi. Il che è come dire che sarebbe delittuoso farli navigare

, essendo facili prede per qualunque avversario. Ciò non poteva non influire negativamente sulla nostra credibilità in fatto di mezzi navali subacquei, e la conseguenza fu la cancellazione di un contratto con la Marina Indiana che era già definito e pressoché concluso.

("L'ITALIA ARMATA" - Rapporto sul ministero della guerra - di Roberto Cicciomessere - Gammalibri, Milano, luglio 1982)

Tre imbrogli alla base della legge navale

Con legge 22 marzo 1975, n. 57 (Costruzione e ammodernamento di mezzi navali della Marina Militare) (*) il Parlamento autorizzò il Ministero della Difesa »ad assumere impegni fino alla concorrenza dell'importo di lire mille miliardi per la predisposizione e la realizzazione di un programma di costruzione e di ammodernamento di mezzi navali della Marina militare . La legge prevedeva inoltre che »tale programma verrà comunicato al Parlamento dal Ministro della Difesa entro sei mesi dalla entrata in vigore della presente legge .

Successivamente, il 9 luglio 1975, fu presentato il programma associato alla »legge navale con il quale si prevedeva di costruire, nell'ambito dei 1.000 miliardi assegnati dalla legge, il seguente naviglio:

- 8 "Fregate Missilistiche", da circa 2.600 tonn. - in sostituzione di 4 unità tipo ``Cigno'' e 4 unità tipo ``Bergamini'', di prevista radiazione nei prossimi anni - con funzioni essenzialmente antisommergibili, ma idonee alla protezione del traffico mercantile anche contro la minaccia aerea e di superficie;

- 6 "Aliscafi Missilistici", da 60 tonn. - in sostituzione di 6 motosiluranti già radiate e di 2 da radiare - con funzioni di contrasto ad eventuali azioni ostili contro le nostre coste e di protezione dei passaggi obbligati e ristretti (canali di Sardegna, Sicilia, Otranto);

- 2 "Sommergibili Classe ``Sauro''", da circa 1.300 tonn. - a parziale sostituzione dei sommergibili ex USA classe ``Gazzana'' e classe ``Piomarta'' da radiare - con compiti primari di contrasto antisommergibili e possibilità di impiego antinave;

- 2 "Cacciatorpediniere Missilistici", da circa 4.400 tonn. - in sostituzione di 4 cacciatorpediniere classe ``Impavido'' e ``Indomito'' - idonei per operazioni a lungo raggio ed atti a conferire ai gruppi navali di impiego una più spiccata capacità di difesa antiaerea;

- 1 "Incrociatore Leggero Antisom Portaelicotteri", da circa 10.000 tonn. - che dovrà sostituire verso la metà degli anni '80 gli incrociatori ``Doria'' e ``Duilio'' - dotato di tutte le attrezzature di scoperta e di comunicazioni idonee a consentire il coordinamento delle attività delle forze operanti;

- 10 "Unità per la caccia alle mine", da circa 500 tonn. - per compensare almeno in parte la radiazione dalla linea di 29 dragamine oceanici, costieri e litoranei;

- 1 "Unità da Trasporto per Operazioni Anfibie", da circa 8.000 tonn. - in sostituzione di 2 unità trasporto in fase di radiazione, ``Etna'' e ``Bafile'', e di 2 unità trasporto classe ``Grado'', da radiare;

- 1 "Nave Logistica", da circa 8.000 tonn. - in sostituzione di una unità logistica già radiata - dotata delle apparecchiature per il rifornimento in mare di combustibile e materiale vario;

- 1 "Nave di Salvataggio", da circa 2.500 tonn. - in sostituzione del ``Proteo'' di prevista prossima radiazione - attrezzata anche per il soccorso a sommergibili sinistrati;

- 36 "Elicotteri imbarcati AB 212" - a completamento della linea necessaria ed in sostituzione degli elicotteri che gradualmente usciranno dalla linea.

[Fonte: Libro bianco della difesa edito dal Ministero della difesa, gennaio 1977.]

L'obiettivo della »legge navale per quanto riguarda il dislocamento della componente operativa delle forze navali, era di 105.000 tonnellate per il 1985.

Il primo »imbroglio è costituito da una vergognosa sottostima dell'onere conseguente alla realizzazione del programma. Nello stesso allegato allo stato di previsione del 1978 per il Ministero della Difesa si afferma infatti che »le valutazioni dei costi - prese a base per la legge navale - risalgono alla fine del 1973, quando cioè i tassi di inflazione prevedibili erano piuttosto modesti . Nel 1975 perciò il Governo fornisce al Parlamento cifre »truccate , molto al di sotto della realtà, al solo scopo di ottenere l'avallo ai programmi di riarmo della Marina Militare.

Il secondo »imbroglio , denunciato dal collega Accame, riguarda il tonnellaggio del naviglio da sostituire che viene valutato a pieno carico (full load) mentre quello delle unità del nuovo programma viene effettuato sottraendo il peso del carburante, acqua e viveri (standard) al fine di imporre un »programma di costruzioni gonfiato. Se, infatti, si usano criteri omogenei e si confronta il dislocamento delle unità del programma della legge navale a »pieno carico emerge una differenza di circa 11.000 tonnellate. Quanto basta per costruire una portaerei (66.000 tonn. full load e 77.688 standard).

Il terzo »imbroglio è costituito dalla mancata verifica degli effettivi tonnellaggi delle unità navali operative nei dieci anni di sviluppo della »legge navale e delle nuove unità che sarebbero entrate in servizio negli stessi anni.

Alleghiamo al proposito (5.2) uno schema estratto dagli »indirizzi di politica militare e una interrogazione (5.3) presentata sull'argomento nella quale si dimostra, sulla base di un documento ufficiale - l'Almanacco navale - che la sottostima viene operata anche sul dislocamento del naviglio operativo; per cui, già nel 1981 il tonnellaggio della componente operativa della Marina Militare sarebbe di 145.000 (dislocamento a pieno carico) o 110.000 (dislocamento standard) tonn., e cioè superiore all'obiettivo finale della legge navale.

Note

(*) La legge fu approvata, in sede legislativa, nelle rispettive commissioni difesa dalla Camera e dal Senato. Votarono a favore i parlamentari del Msi, Pli, Psi, Psdi, Pri, Dc, contrari i parlamentari del Pci. I radicali non erano rappresentati in Parlamento.

Come una portaelicotteri diventa portaerei

Non è comunque ammissibile, sempre in termini militari, proporre una pura e semplice sostituzione del naviglio secondo il criterio del peso delle unità da radiare, perché la potenzialità difensiva e offensiva dei sistemi d'arma imbarcati rappresenta l'unico indicatore realmente confrontabile.

Come è infatti possibile mettere sullo stesso piano un incrociatore tradizionale di molte migliaia di tonnellate, armato con cannoni tradizionali capaci di colpire, con i sistemi ottici, gli obiettivi a poche miglia, con una fregata della classe »Lupo di sole 2.500 tonnellate che, con i suoi missili »Otomat e i sistemi di guida elettronici, può centrare il bersaglio ad una distanza di 120 chilometri?

E' evidente che una simile unità »copre una zona di mare ben più vasta del precedente naviglio di maggiore dislocamento.

Le riserve che poi vengono avanzate da colleghi con una competenza specifica, come Falco Accame, sulla effettiva capacità del personale in forza alla Marina militare di utilizzare appieno l'armamento e i sistemi elettronici sofisticati collocati sulle piattaforme navali, non intacca le precedenti considerazioni ma, casomai, consiglia la costruzione di unità meno complesse, meno costose e meno soggette alle lunghe soste per riparazioni negli arsenali. Esse sarebbero inoltre più utili per il soccorso in mare.

Per quanto riguarda i due documenti allegati (5.2; 5.3) è bene segnalare il fatto che l'interrogazione presentata l'11 gennaio 1982 non ha ancora trovato risposta da parte del Ministro della difesa, nonostante siano scaduti i termini regolamentari dei quindici giorni dalla data di pubblicazione sul resoconto sommario.

L'unico errore contenuto nella interrogazione allegata è relativo alla radiazione del Dragamine litoraneo »Granchio , avvenuta il 30 novembre 1981, ma non segnalata nell'Almanacco navale. In ogni caso l'errore comporta una riduzione di sole 26 tonnellate sul totale.

E' invece assolutamente contestabile il rilievo avanzato dallo Stato Maggiore della Marina, secondo cui non sarebbe corretto inserire nell'elenco del naviglio operativo le navi rifornimento, sia perché queste unità sono essenziali per l'effettiva operatività della squadra navale, sia perché lo stesso ministero della difesa le include nella »componente operativa della Marina militare indicata nel »Libro bianco della difesa (pagina 171).

Fa sempre parte di questo secondo »imbroglio la modifica successiva delle specifiche tecniche e del tonnellaggio delle navi, rispetto a quello indicato nel programma del 1975. Alleghiamo al proposito una interrogazione sull'incrociatore leggero portaelicotteri da circa 10.000 tonnellate che, successivamente, si trasforma in una nave portaerei da 13.000 tonnellate. Anche questa interrogazione non ha ricevuto risposta.

CICCIOMESSERE. - "Al Ministro della difesa". - Per sapere - premesso che:

a) il programma associato alla legge 22 marzo 1975, n. 57, prevede, fra i programmi già avviati, la costruzione di un »incrociatore leggero portaelicotteri da circa 10.000 tonnellate "standard" ;

b) l'almanacco navale 1981-82, edito dall'Istituto idrografico della marina, definisce la stessa unità come »incrociatore portaeromobili , senza quindi specificare se gli aeromobili sono ad ala rotante o fissa (V/STOL), indicando invece con precisione il dislocamento: 13.250 tonnellate. La stessa pubblicazione afferma poi che il "Garibaldi" sarà attrezzato con piattaforma di lancio Ski-jump, essenziale per agevolare il decollo degli aerei V/STOL -

in quale sede è stato deciso di predisporre sui "Garibaldi" strutture che consentano l'imbarco di aerei d'attacco V/STOL;

quale aeromobile è stato orientativamente prescelto per l'armamento del "Garibaldi"; il costo prevedibile dei citati aerei.

(5-02723)

E' bene soffermarsi su questa vicenda dell'incrociatore »Giuseppe Garibaldi perché rappresenta un esempio patente delle velleità e delle incompetenze che sovraintendono alle decisioni degli Stati Maggiori della Marina.

Solo motivi di »prestigio giustificano la programmazione di una nave da 13.000 tonnellate che, nel corso della sua costruzione, si trasforma da »portaelicotteri in »portaeromobili . I nostri ammiragli non potevano, insomma, affrontare la vergogna di non potersi insediare sulla tolda di una portaerei che perfino i colleghi spagnoli possono esibire. Con il solito trucco delle »tre carte , da tempo avallato entusiasticamente dal Parlamento, si bara sul dislocamento e sulle caratteristiche della nave.

Per quanto riguarda gli Harrier (velivoli a decollo corto e verticale già adottati dalle altre unità Nato con le stesse specifiche) che dovranno essere acquisiti in un prossimo futuro, già il capo di Stato Maggiore della Marina ha preparato il terreno favorevole, richiedendo esplicitamente che la M.M. sia dotata di una »componente aerea .

Ma che senso ha organizzare la squadra navale italiana su una sola portaerei che, per periodi non inferiori all'anno, rimarrà immobilizzata per riparazioni e revisioni nell'arsenale?

A prescindere dalla ridicola situazione di una flotta che, nella maggior parte dei casi, risulterà priva della nave comando su cui è organizzata, quale ruolo s'intende attribuire, nel Mediterraneo, alla flotta italiana?

Le alternative, a questo punto, sono due: o costruire altre portaerei dal costo di circa 500 miliardi per esemplare, o ridurre questo costoso giocattolo della Garibaldi ad unità di rappresentanza da mostrare con orgoglio ai bambini delle scuole elementari.

L'una e l'altra opzione sono, letteralmente, frutto di una decisione senile e irresponsabile. Ma il giudizio definitivo sulla follia della Giuseppe Garibaldi viene proprio da un articolo pubblicato su la »rivista aeronautica e cioè dalla pubblicazione ufficiale dell'Aeronautica militare italiana. Scrive infatti il generale Antonio Pelliccia sul n. 2 del 1982 che »nonostante le polemiche all'interno della forza armata, sulla stampa e in Parlamento, la nave fu messa in cantiere con la denominazione di ``portaelicotteri''. Ma fu subito chiaro a tutti che la Marina intendeva armarla con aviogetti a decollo verticale, tanto più che non era passato inosservato il rafforzamento del ponte di volo della nave . Prosegue poi Pelliccia »affondando la portaerei italiana e contestando le ambizioni aeronautiche della Marina Militare sulla base di considerazioni strettamente militari: »contro quali navi e quali aerei essi ipotizzano di combattere? Gli aerei italiani imbarcati dovrebbero difendere i convogli da attacchi ae

rei provenienti da quali basi aeree nemiche o da quali portaerei nemiche? La presenza nel Mediterraneo di una marina da guerra ostile dotata di portaerei può aver senso e potenzialità offensiva soltanto se essa dispone di numerosi approdi sicuri, strategicamente selezionati, e di tempo e spazio sufficienti per parare l'offesa aerospaziale dell'avversario. Per questi motivi la VI Flotta americana si guarda bene dal penetrare nel Mar Nero e per gli stessi motivi quella sovietica si guarderebbe dal restare in Mediterraneo in previsione di un conflitto globale, pena la sua distruzione immediata. La verità è che l'una e l'altra assolvono in tempo di pace una funzione precipuamente politica: `to show the flag', mostrare la bandiera! Un ruolo che svolgono tutte le marine delle grandi potenze in funzione dei fini politici nazionali ai quali vanno correlati, naturalmente, tipo, dimensioni e numero delle flotte navali. Escluso che l'Italia possa e voglia fare una politica di potenza e ridimensionata la ``minaccia'' de

lla flotta sovietica, qualsiasi argomentazione relativa alla tempestività d'intervento dell'aviazione amica di base a terra, oppure alla necessità dell'ombrello di caccia appare anacronistica e pretestuosa .

La guerra per il possesso delle Falkland, l'uso delle navi da guerra e il loro affondamento da parte di un paese con modeste capacità militari, hanno confermato tragicamente le tesi di Pelliccia.

Quadruplicata la spesa autorizzata dal Parlamento

Riprendiamo l'analisi storica della »legge navale .

La prima conseguenza dell'incompatibilità del programma presentato il 9 luglio 1975 con la dotazione di bilancio fu lo sviluppo di un programma più limitato costituito dalle seguenti unità:

- n. 1 Nave logistica di circa 8.000 tonnellate.

- n. 6 Aliscafi da 60 tonnellate - classe »SPARVIERO .

- n. 2 Sommergibili da 1.300 tonnellate - classe »SAURO .

- n. 1 Nave di salvataggio in mare da circa 2.800 tonnellate.

- n. 27 Elicotteri Augusta AB-212 A/S.

- n. 6 Fregate missilistiche A/S da 2.600 tonnellate.

- n. 1 Incrociatore leggero p.e. A/S da circa 10.000 tonnellate standard.

- n. 4-5 Cacciamine da circa 500 tonnellate.

Rimanevano quindi da avviare le seguenti unità previste nel programma originario che solo successivamente vengono inserite nel programma di spesa:

a) n. 2 fregate missilistiche A/S;

b) n. 2 cacciatorpediniere lanciamissili;

c) n. 5-6 cacciamine;

d) n. 1 unità da trasporto per operazioni anfibie;

e) n. 9 elicotteri.

Seguiamo adesso i conteggi effettuati dal deputato comunista Cerquetti nella sua relazione »Commissione d'inchiesta e di studio sulle commesse di armi e mezzi ad uso militare e sugli approvvigionamenti , relativamente allo sviluppo della spesa per i due programmi nel corso degli anni (nella prima tabella sono state fatte alcune correzioni, mentre la seconda è una stima):

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TABELLA N. 26

In miliardi di lire

1975 1979 1980 1981

- n. 1 Nave logistica di circa 8.000 tonnellate 22,495 29,477 30,201 30,290

- n. 6 Aliscafi da 60 tonnellate - classe »SPARVIERO 70,357 120,395 153,276 153,915

- n. 2 Sommergibili da 1.300 tonnellate - classe »SAURO 83,875 146,835 180,061 181,229

- n. 1 Nave di salvataggio in mare da circa 2.800 tonnellate 25,212 29,787 33,448 32,720

- n. 6 Fregate missilistiche A/S da 2.600 tonnellate 509,932 720,008 1.047,830 1.101,169

- n. 27 Elicotteri Agusta AB-212 A/S 50,000 62,600 84,260 85,254

- n. 4-5 Cacciamine da circa 500 tonnellate 74,143 100,612 140,323 141,168

- n. 1 Incrociatore leggero p.e. A/S da circa 10.000

tonnellate standard 163,986 249,623 415,410 427,999

1.000,000 1.459,337 2.084,809 2.153,74

a) n. 2 fregate missilistiche A/S 210,842 289,342 374,777

b) n. 2 cacciatorpediniere lanciamissili 426,175 652,994 831,053

c) n. 5-6 cacciamine 125,774 156,469 173,346

d) n. 1 unità da trasporto per operazioni anfibie 64,468 174,935 212,438

e) n. 9 elicotteri 19,800 26,050 29,329

947,059 1.299,740 1.620,940

TOTALE 3.774,684

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Dalla spesa preventivata di 1.000 miliardi del 1975 per la realizzazione del programma di costruzioni navali comunicato alle Camere si è giunti nel 1981 alla cifra complessiva di 3.774 miliardi; che, in ogni caso, appare ancora sottostimata rispetto agli effettivi costi del programma.

Questi rilievi sono compiutamente confermati anche dall'analisi della spesa complessiva a prezzi costanti 1976.

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TABELLA N. 27

In miliardi di lire:

1975 1979 1980 1981

moneta corrente 1.000 2.406 3.335 3.774

moneta costante 1.570 1.795 1.710

(1976)

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Il lieve assestamento del 1981 corrisponde alla decisione di dilazionare ulteriormente i tempi di realizzazione del programma e della spesa. In questi casi è procedura costante dell'Amministrazione sottostimare i preventivi di spesa.

Ma in ogni caso il Ministro della difesa, con il bilancio di previsione del 1981, compie due contemporanee violazioni della legge: prolunga, oltre i dieci anni stabiliti dalla legge N. 57 del 1975 (scadenza esercizio 1984), la programmazione della spesa per la realizzazione dei programmi prima indicati, incrementando nel contempo la spesa pluriennale per i »programmi ordinari (cioè quelli che non sono stati né conosciuti, né autorizzati dal Parlamento).

Vediamo la progressione della spesa per i cosiddetti programmi »ordinari , corrispondente alla regressione della spesa per i programmi associati alla »legge navale che vengono dilazionati nel tempo, come rivela una tabella approntata dal deputato Enea Cerquetti:

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TABELLA N. 28

Stanziamento Fabbisogno per la Disponibilità

Capitoli legge navale a per program-

programmi mi paralleli

agosto 80 agosto 81 detti di bila-

4032 4031 ncio ordinario

(legge nav.) (-1981)

1975 30

1976 50 15,770 80 80 15

1977 80 11,536 80 80 11

1978 135 18,499 137 137 16

1979 295 20,814 295 279 36

1980 474 353 386 98

1981 448 356 338 110

1982 494 443 276 218

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Se quindi fosse stato rispettato il programma di spesa deciso anteriormente al 1981 non ci sarebbe stata disponibilità finanziaria per avviare i nuovi programmi.

L'ulteriore conseguenza del prolungamento illegale dei programmi della »legge navale oltre il 1984 è rappresentata dall'aumento dei prezzi finali di ogni singola unità, conseguente al processo inflattivo.

Ricordiamo ancora che nessuna indicazione è stata data fino ad oggi sui cosiddetti programmi ordinari. L'allegato F alla tabella 12 dello stato di previsione della spesa per il Ministero della difesa per il 1982 fornisce solo l'elenco di alcuni contratti esaminati dal Comitato, in conformità a quanto stabilito dall'art. 72 della legge di bilancio 30 aprile 1980, n. 149, che aveva esteso le funzioni consultive del citato Comitato anche alle spese »ordinarie gravanti sul capitolo 4031.

Alleghiamo anche gli »appunti consegnati dal sottosegretario Bandiera nel 1981 ad alcuni deputati della Commissione difesa della Camera, che contengono elementi utili di valutazione dei nuovi programmi ordinari (All. 5.1).

In ogni caso non è dato di sapere perché la programmazione »ordinaria di due nuovi sommergibili non debba essere sottoposta alle stesse procedure di legge disposte per i due sommergibili compresi nel programma della legge navale.

Smentite le previsioni dello Stato Maggiore della Marina

Vediamo adesso come le »promesse dello Stato Maggiore della Marina sono state smentite interamente dai consuntivi di spesa della legge navale.

Lo Stato Maggiore della Marina scriveva nel 1974 sulla »Rivista Marittima che, »tenuto conto che il costo dello scafo e dell'apparato di propulsione incide per il 60% sul totale dell'impresa, il settore cantieristico dovrebbe assorbire circa 600 miliardi da suddividere tra industrie del nord e industrie meridionali. Poiché risulta che i cantieri navali di Riva Trigoso e Muggiano potrebbero sostenere nel decennio (considerando il processo di trasformazione in corso) la costruzione di circa 26.000 ton., in aggiunta alle 14.000 già programmate per la Marina italiana e quella peruviana, i cantieri meridionali dovrebbero assorbire la differenza di 24.000 ton. Dal punto di vista finanziario, 312 miliardi dovrebbero essere destinati alle industrie del nord (52%) e 288 miliardi a quelle del sud (48%) .

Proseguivano i militari affermando che a sulle navi militari sono installati gli equipaggiamenti speciali occorrenti per assolvere la loro missione specifica. Si tratta di armi ed apparecchiature complesse e di alta qualità il cui valore è in media circa 2/5 del costo complessivo della nave. Si può dire, perciò, che nell'arco di 10 anni in cui dovrebbe trovare applicazione la ``legge navale'' ci saranno circa 400 miliardi in più che andranno ad alimentare le nostre industrie specializzate in elettronica, avionica, elettromeccanica e meccanica di precisione . ... »Secondo stime attendibili, questi 400 miliardi verrebbero così suddivisi: 255 al nord (64%) e 145 al sud (36%). Alle industrie degli armamenti andrebbero 260 miliardi (230 al nord e 30 al sud), alle industrie elettriche ed elettroniche ne andrebbero 140 (115 al sud e 25 al nord). Complessivamente si metterebbero in movimento 4.658.000 giornate-operaio di cui 3.188.000 al nord e 1.470.000 al sud . ... »Globalmente, dunque, le risorse finanziarie da a

ssegnare con la ``legge navale'' verrebbero attribuite alle industrie del nord per il 56,7% (567 miliardi) e a quelle del sud per il 43,3% (433 miliardi) .

Più cauto il Ministro della Difesa che nell'intervista pubblicata da »Il Messaggero di giovedì 4 marzo 1982 afferma che »nel quinquennio 1975-1979 le commesse della difesa all'industria sono aumentate a 4.500 miliardi di lire, di cui l'85% in ambito nazionale. Nel 1980 sono state di 1.700 miliardi, di cui il 70% in Italia; il 25% è andato alle industrie del Mezzogiorno .

Verifichiamo adesso queste premesse sulla base degli allegati al bilancio della difesa così come sono stati elaborati dal deputato Cerquetti:

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TABELLA N. 29

Prezzi dell'agosto 1981, in miliardi di lire (previsioni), per:

Piattaforme Sistema di combattimento

(esclusi gli elicotteri

imbarcati per 115 miliardi)

6 fregate 326,400 774,769

2 fregate 167,200 207,000

6 aliscafi 62,728 91,186

2 sommergibili 74,033 107,195

1 incrociatore 121,506 306,493

4 cacciamine 64,072 77,095

1 nave log. 22,020 8,269

1 nave salvat. 24,296 8,424

1 nave sbarco 162,500 49,938

2 cacciatorpediniere 350,000 481,049

1.374,775 2.111,418

(39%) (61%)

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Risulta evidente dalla lettura di questa tabella che si è verificato il ribaltamento delle previsioni iniziali dello Stato Maggiore della Marina. E' infatti il sistema di combattimento che incide al 60% sul costo preventivato delle unità navali: esattamente il contrario di quanto veniva sostenuto. Ciò probabilmente deriva dalla tradizionale abitudine delle industrie militari e dell'amministrazione della difesa di aggiungere, subito dopo l'approvazione del progetto iniziale, nuovi sistemi d'arma sofisticati che incidono pesantemente sul costo globale dell'unità. Ci troviamo di fronte, ancora una volta, ad una truffa esercitata nei confronti del Parlamento, a cui erano stati sottoposti altri progetti di spesa. Anche le previsioni relative alle commesse che sarebbero state assegnate al Mezzogiorno vengono smentite dalle cifre. Se analizziamo infatti i contratti stipulati fino alla metà del 1981, si rileva che solo 99,5 miliardi su 1.709 miliardi relativi a contratti stipulati hanno interessato l'area industrial

e del Sud (5,8%).

Verifichiamo adesso la consistenza dell'importazione di sistemi d'arma e di componenti dall'estero. Sempre secondo lo Stato Maggiore della Marina tutti i fondi della legge navale sarebbero spesi in Italia. Dall'approvazione della legge promozionale marina all'agosto 1981 sono stati invece stipulati contratti con ditte estere per un valore pari a 242,5 miliardi, su un totale di 1710,5.

Per la Marina quindi l'importo rappresenta il 14,1% della spesa globale. Poiché l'import incide soprattutto sul sistema di combattimento, più che sulle piattaforme, è prevedibile che la quota dell'importazione sia destinata ad aumentare col tempo. L'armamento delle unità navali considerate nel programma è stato infatti realizzato solo al 30,5%, mentre la costruzione delle piattaforme è oggi al 75%.

Un'altra grave anomalia è costituita dal fatto che il Comitato incaricato dell'esame dei contratti per la legge navale, oltre a non considerare quelli al di sotto dei 300 milioni, non esamina le revisioni di prezzo. Negli anni tra il 1975 e il 1980 gli importi contrattuali non sottoposti al comitato hanno oscillato tra 800 milioni e 8,8 miliardi. Improvvisamente nel periodo 80-81 balzano a 185,2 miliardi (di cui 171 per revisioni prezzi).

Scrive a questo proposito Cerquetti: »E' molto evidente che ormai si impone una riconsiderazione del problema, tanto più che le stime delle revisioni di prezzo formulate nei vari anni sono state così indicate:

al 15 agosto 1979:

468 miliardi su 1.000 di importi contr. (46%)

al 15 agosto 1980:

627,5 miliardi su 1.310 di importi contr. (47,5%)

al 15 agosto 1981:

722,5 miliardi su 1.728 di importi contr. (42%)

Prima del 1979, mai sono state indicate stime per revisioni, in quanto si tendeva ad ottenere un massimo di avvio di attività contrattuale, in attesa di ``sistemazioni'' successive. Pertanto sulle disponibilità finanziarie dei prossimi anni peseranno sempre più oneri di revisione, dei quali non si conosce quanto sia dovuto al ritardo col quale gli oneri medesimi sono stati e soprattutto saranno riconosciuti e liquidati. E' dunque in atto una spirale perversa che dobbiamo identificare come principale prodotto delle scelte generali compiute: l'avvio di lavori per nuovi contratti dovrà essere proposto per pagare interessi passivi di previsioni ritardate .

Probabilmente una componente di queste revisioni è costituita dagli »aggiornamenti dei programmi iniziali. Abbiamo già visto la vicenda della nave portaelicotteri »Giuseppe Garibaldi che, nel corso degli anni, si trasforma in nave portaerei con dislocamento maggiore e quindi con costi aggiuntivi.

Due clamorosi esempi di incompetenza e irresponsabilità

Per concludere questo capitolo sulla Marina, riportiamo due documenti del deputato Falco Accame sui sommergibili classe »Sauro e sulla vicenda delle navi cacciamine commissionate all'Intermarine.

Rappresentano due storie significative; la prima, dell'incompetenza e scarsa responsabilità dei militari preposti alla acquisizione dei mezzi navali, la seconda, del clima di complicità e degli interessi che si muovono attorno alle commesse belliche.

Nota aggiuntiva

Nel prima citato documento contenente »Elementi per le relazioni parlamentari sullo stato di previsione per l'anno 1982 sono contenute altre tabelle sui programmi »ordinari di riarmo della Marina (allegato n. 5.6) e la previsione di entrata in servizio di alcune unità (allegato n. 5.7).

I dati precedentemente contenuti nel documento »Bandiera sono, ancora una volta, modificati. Rinunciamo ad ogni commento su questo »programma perché ormai ci troviamo di fronte al »gioco delle tre carte , e sarebbe poco serio parteciparvi.

 
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