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Pannella Marco - 5 luglio 1982
PANNELLA: SIAMO LIETI DEL FATTO CHE PERTINI ABBIA PRESO COSCIENZA DELLA CORRUZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE CUI APPARTIENE, MA ...

SOMMARIO: Nel corso della sua visita in Francia, il Presidente della repubblica Pertini ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia certa corruzione della classe dirigente e politica italiana. M. Pannella avverte che simili dichiarazioni "non possono restare senza seguito parlamentare e politico". Quando, infatti, "si lanciano accuse così gravi ... è evidente che si hanno le prove". Sono dunque necessarie "assunzioni di coscienza e di responsabilità", ma anche la formale smentita di una parte della dichiarazione, poiché "è offensivo affermare che gran parte dei parlamentari italiani lo avevano eletto contando ... su sue ipotetiche servitù o subalternanze...".

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(COMUNICATO STAMPA, 5 luglio 1982)

Le dichiarazioni alla stampa francese del Presidente Pertini non possono restare senza seguito parlamentare e politico, mere parole in libertà.

Premetto che il Partito Radicale aveva avanzato la sua candidatura a Presidente delle Repubblica sin dal novembre del 1971 e che l'abbiamo incessantemente riproposta fino alla sua elezione. Lo rifaremmo. E' anche noto che il Partito Radicale, sin dalla sua fondazione, ha condotto e conduce la lotta per la moralizzazione della vita pubblica, in alcuni casi con clamorosi successi; che è sua espressa convinzione che non solamente il partito di maggioranza relativa, ma tutti i partiti di potere siano spesso costituiti e operino come vere e proprie associazioni per delinquere; che P.P. Pasolini pubblicizzò la richiesta del PR di un vero processo per i profitti e i delitti di regime, da noi avanzata in tutte le sedi: parlamentare, giudiziaria, politica.

Ciò detto, quale Segretario del Partito Radicale, devo rispettosamente fare osservare al Presidente della Repubblica, e - per altri versi al "responsabile" costituzionalmente Presidente del Consiglio - che quando si lanciano accuse così gravi, solenni, clamorose, soprattutto all'estero, è evidente che si hanno le prove, oltre che le convinzioni di quanto si afferma. Siamo lieti di apprendere che il Presidente della Repubblica condivide nostre accuse e tesi: ma anch'egli ha il dovere, a questo punto, di mostrare a tutti che le sue non sono affermazioni demagogiche ma assunzioni di coscienza e di responsabilità. Ci appare anzi, francamente incredibile che il Presidente abbia finora taciuto e - fino a prova del contrario - omesso di fare checchessia e di operare perchè gli uomini al potere che denuncia vadano in effetti in galera. Inoltre è offensivo affermare che gran parte dei parlamentari italiani lo avevano eletto contando non sulla sua indipendenza ma su sue ipotetiche servitù o subalternanze a questo o a

quel partito.

Ci auguriamo quindi che il Presidente Pertini voglia subito smentire quanto va certamente smentito nella sua intervista, per la sua e nostra dignità. E che usi, piuttosto che tribune internazionali, anche gli strumenti costituzionali che gli sono assegnati per esprimere convinzioni e preoccupazioni così gravi e così lodevoli se responsabilmente sostenute e documentate.

 
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