SOMMARIO: In un momento difficilissimo, segnato da eventi significativamente negativi, nel documento si insiste perché PCI, PDUP, Democrazia Proletaria, P. Radicale, organizzino nel paese "una risposta comune al governo Fanfani", e così "consentire al PSI di porsi nuovi punti di riferimento e di scelta".
(COMUNICATO STAMPA, 29 novembre 1982)
Mentre si registra la proposta di una scelta "storica" di alternativa democratica fatta dal Comitato Centrale del PCI al Partito in vista del Congresso; mentre appare chiaro che esistono forze internazionali e nazionali disposte a giocare la carta della destabilizzazione (in parte fallita malgrado le forti complicità e connivenze con la stagione terroristica) in termini di crisi economica e sociale; mentre è in atto un organico piano volto ad inserire l'Italia, non più in funzione marginale e sporadica, come ai tempi della Lockeed, al centro della politica industriale-militare e dei suoi disegni; mentre ogni giorno fatti di cronaca mostrano come criminalità politica di regime e la più selvaggia criminalità comune (droga, armi, mafia) sono intimamente legate e connesse; mentre l'iniziativa e l'istinto pacifista rischiano di essere traditi e sconfitti da linee attivistiche irresponsabili quando non dolosamente controproducenti; in questo quadro, dunque, insistiamo perchè PCI, PDUP, Democrazia Proletaria, Parti
to Radicale organizzino una risposta comune, in Parlamento e nel Paese, alla costituzione del Governo Fanfani, alle linee di bilancio e di legge finanziaria che esprime.
Solo con questa positiva, comune risposta si potrà consentire al PSI di porsi nuovi punti di riferimento e di scelta. Solo se questa risposta includerà prioritariamente concrete immediate, istituzionali lotte per la vita e la pace, per attuare qui ed oggi i valori, anche cristiani, calpestati dalla partitocrazia e dal suo regime, sarà possibile fare di questo schieramento il punto di unità di una vastissima maggioranza degli italiani".