Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 23 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Bandinelli Angiolo - 1 dicembre 1982
Diritti civili e persona
di Angiolo Bandinelli

SOMMARIO. La storia dell'occidente è la storia del moltiplicarsi delle "fedeltà" dell'individuo. "Non si è mai cittadini di un solo Stato e rispetto a una sola legge", la vera libertà dei moderni consiste nel non dovere "una fedeltà esclusiva", una "cittadinanza esclusiva" allo Stato. E' lo stesso problema che i radicali hanno sollevato con il tema della "doppia tessera". Essi si richiamano a Benedetto Croce (la storia d'Europa è storia del "conflitto" tra Stato e Chiesa) e a Bobbio. Attraverso questa analisi storica, si possono cogliere altri "nodi centrali" del nostro tempo, ed "approfondire" "il concetto di persona": "uno degli aspetti più intollerabili della violenza istituzionale è infatti...la negazione al diritto all'identità..." Le lotte per i diritti civili in America "hanno portato a far emergere l'identità e la soggettività negra..." e il loro modello è ancora attuale.

(DIRITTO DI RESISTENZA E NONVIOLENZA, Giornate di studio di Critica Liberale, Lavinio, dicembre 1982, Atti - Ripubblicato in "IL RADICALE IMPUNITO - Diritti civili, Nonviolenza, Europa", Stampa Alternativa, 1990)

Il fondamento della nonviolenza poggia sulla convinzione che nessuno - nemmeno lo Stato - sia titolato a chiedere al cittadino, all'uomo, una fedeltà esclusiva, diremmo una "tessera", una cittadinanza esclusiva. Non si è mai cittadini di un solo Stato e rispetto ad una sola legge. Almeno nella nostra storia occidentale la "doppia tessera" è fondamentale e costitutivo principio della persona. Benedetto Croce aveva ragione nell'affermare che la storia dell'Europa è storia del conflitto tra Stato e Chiesa: nel senso, proprio, che l'intera storia dell'occidente è storia del conflitto tra il diritto positivo dello Stato e quell'altro diritto, "eterno", che la identica storia ha elaborato ed elabora dal suo seno al fine di porre un freno - di cui avverte l'assoluta trascendente necessità - al diritto dello Stato, e di circoscriverne le pretese sulla coscienza. Le tesi di Bobbio circa la "fondazione" dei diritti dell'uomo ci hanno consentito insomma di riscoprire la teoria della doppia cittadinanza e della doppia l

egge, e di porla a fondamento della nonviolenza, del diritto di resistenza, della noncollaborazione, in termini moderni e attuali. Così, la radice della nonviolenza si inserisce durevolmente nella nostra storia e nella nostra cultura, né vi è ironia del realista o cinismo che possa strapparla via.

Attraverso queste analisi, mi illudo si possa arrivare a cogliere altri nodi centrali del nostro tempo. Ad esempio, per questa via ci è dato approfondire il concetto di persona. Pensiamo alla necessità di definire, nella teoria giuridica e nella prassi giudiziaria, il concetto di identità, il concetto e il valore dell'identità personale, oggi offesa e misconosciuta dalla violenza delle istituzioni, dalla crisi del diritto e dalla dilatazione di vecchi e nuovi corporativismi. Uno degli aspetti più intollerabili della violenza istituzionale è infatti, a nostro avviso, la negazione del diritto all'identità, del singolo come delle "persone" politiche e storiche. Intense battaglie per i diritti civili hanno, a guardar bene, avuto come loro obiettivo primario proprio la rimozione degli ostacoli che si frapponevano al riconoscimento di "persone", nuove o antiche, che si affacciavano alla ribalta della storia e della vita civile.

Esemplari, in tal senso, le lotte per i diritti civili in America, che hanno portato a fare emergere l'identità e la soggettività negra, l'identità e la soggettività di gruppi e classi di emarginati, portatori in quanto tali (oltreché come insiemi di cittadini) di diritti, nuovi diritti, per essere riconosciuti nella loro specificità storica: negri ed omosessuali, donne e consumatori di nondroghe portatori della richiesta del diritto ad una felicità non regolamentata da norme eteronome. E l'obiettore, categoria generalissima di queste altre categorie, l'obiettore di coscienza è appunto il portatore di una coscienza che non si riconosce in quella degli altri, e rivendica la propria identità anche rispetto alla legge, anche nel momento in cui le obbedisce.

 
Argomenti correlati:
diritti umani
bobbio norberto
stampa questo documento invia questa pagina per mail