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Teodori Massimo - 18 marzo 1983
E la loggia P2 sciolse le camere
di Massimo Teodori

SOOMARIO: Non si spiega la crisi senza comporre nel "puzzle" politico anche l' "affaire" P2. In ogni capitolo della P2 emerge lo stretto intreccio fra sistema piduista e sistema partitocratico. P2 e partitocrazia sono le due faccie della stessa medaglia. I partiti sono stati oggetto della ragnatela P2, ma anche i soggetti di quel sistema di corruzione che ha consentito alla P2 di prosperare dentro lo Stato. Con le elzioni si vuole spazzare via tutte le acquisizioni di un gran lavoro di scavo e di indagine. La Dc ripresenta ministri e parlamentari piduisti, mentre Andreotti celebra il suo quarantennale; Piccoli è al suo posto malgrado i rapporti con Calvi e Ortolani; il Psi di Craxi, Martelli e Formica tenta di tagliare i suoi legami con il sistema P2 attraverso queste elezioni in cui ripresenta tutti isuoi piduisti, a cominciare dal capogruppo Labriola e dal Presidente della Regione Liguria Teardo. I radicali soli a poter parlare in verità di politica e di politici. Rifiutiamo l'unità omertosa della sinistra

.

(NOTIZIE RADICALI N. 7, 18 marzo 1983)

La convocazione improvvisa delle elezioni non si spiega senza considerare l'"affaire P2", perché i socialisti hanno voluto sciogliere brutalmente il Parlamento? E perché la Democrazia Cristiana ha accettato? Questi interrogativi non possono restare senza risposta. La deflagrazione della questione P2 che ha portato alla luce, pur se parzialmente, la "vera" storia della Repubblica dell'ultimo decennio ha campeggiato durante la VIII legislatura, dal 1979 ad oggi. Il Psi ha dovuto provocare lo scioglimento perché ormai, giorno dopo giorno, si andavano accumulando gli elementi di quel "puzzle" che è appunto la scoperta dei meccanismi del sistema di potere di questi anni, in cui campeggia la P2 e dintorni. I socialisti sono stati consapevoli che se la commissione P2 avesse continuato a funzionare, insieme con l'opera di quei giudici che rappresentano elementi eterodossi al regime e quindi non rispettano le regole dell'omertà e dell'insabbiamento, se il corso delle cose fosse proseguito, la assai scarsa credibilità

del neo socialismo craxiano avrebbe subito ulteriori colpi.

Occorreva così chiudere la brutta parentesi di questa legislatura marcata dalla P2 e tentare di fare piazza pulita. Anche la Dc, che apparentemente ha fatto buon viso a cattivo gioco per lo scioglimento anticipato, ha colto l'occasione per porre fine, o almeno una tregua, alla serie di scoperte che riguardavano il suo sistema di potere che ha infradiciato istituzioni e società, e di cui la questione petroli è solo l'ultimo esempio di ciò che è potuto fiorire all'insegna della P2. Non a caso negli ultimi 4 mesi l'assalto dei Dc per tappare la bocca al lavoro della commissione d'inchiesta è stato massiccio e condotto direttamente dai rappresentanti del nuovo segretario De Mita, impegnato a ricostruire una plastica facciale al partito per eccellenza del regime.

Sono note le tante vicende del bosco P2. Quel che non è stato colto è il fatto che in ogni singolo capitolo della P2 ciò che emerge è lo "stretto intreccio fra sistema piduistico e sistema partitocratico". La storia Rizzoli-Corriere della Sera, fin dal 1975 è esemplare di come Gelli e Piccoli, Ortolani e Craxi hanno di fatto proceduto di pari passo per infeudare la maggiore impresa editoriale italiana, per corromperne la struttura e la gestione e quindi per gettarla nelle mani ricattatorie dei partiti di regime e dei piduisti, conviventi su tutti i fronti. E, ancora, non è stato messo in evidenza a sufficienza che servizi segreti e forze armate sono state nella quasi totalità dei vertici piduisti - e probabilmente continuando ad esserlo pur se sotto diverse sembianze - perché partiti e uomini di Governo si sono costantemente serviti di questi corpi dello stato a fini di banda privata, e quindi le bande di sono organizzate per conto proprio legando ricattati e ricattatori in un vincolo solidale per distrugger

e trasparenza e funzioni istituzionali. La finanza dei piduisti bancarottieri, con Calvi successore di Sindona, ma anche di altri istituti di credito, come la Bnl e il Monte dei Paschi di Siena, solo per fare esempi meno noti ma altrettanto eclatanti dell'Ambrosiano, è stata finanza usata al fine del potere piduista ma al tempo stesso finanza che ha foraggiato partiti e giornali, dalla Dc al Psi, ma anche il Pci e giornali come "Paese Sera" ad esso collegati. Calvi ha potuto rubare, o farsi rubare, che è la stessa cosa, migliaia di miliardi sottraendoli alla comunità sol perché sapeva levati i Piccoli, i Craxi, e i Longo a difenderlo comunque, e sol perché sapeva che poteva continuare a finanziare i partiti, tutti, dalla Dc al Pci, magari offrendo un affidamento "pluralista" il Corriere della Sera. Gli esempi potrebbero continuare ad oltranza: quel che voglio dire è che "partitocrazia e P2 sono le sue facce della stessa medaglia", cioè un sistema generalizzato di coinvolgimenti, corruzioni e di mediazioni ch

e ha riguardato democristiani, socialisti e socialdemocratici (magari con appendici negli altri partiti minori) e che ha visto i comunisti certamente peccare per omissione di opposizione e di controllo in nome della "ragion di partito" e della "ragion degli equilibri politici". Perché fino all'autunno 1980, mai, il Pci ha denunciato il sistema P2 di cui un siffatto partito, che è presente in ogni angolo dello Stato e del paese, sicuramente era a conoscenza? "I partiti sono stati sì oggetto della ragnatela P2 ed in essa son stati avviluppati, ma anche i soggetti di quel sistema di corruzione partitocratica che ha consentito alla P2 di prosperare dentro lo Stato".

Con le nuove elezioni si vuole spazzar via tutto quel che con gran lotta si è scavato in questi due ani da quando, nell'ambito dell'inchiesta Sindona, furono ritrovate le liste di Gelli nel marzo 1981. La Dc ripresenta i suoi ministri e parlamentari piduisti; Andreotti al centro di tante vicende P2 celebra il quarantennale della sua politica; Piccoli è lì al suo posto nonostante le responsabilità dirette nei rapporti con Calvi, Ortolani e Pazienza, ecc.; la banda fanfaniana che ha mantenuto sempre strette connessioni con massoneria e piduismo è al vertice dello stato. I Martelli, i Craxi e i Formica, con l'arroganza malavitosa di chi licenzia il Parlamento, tentano di spazzar via ogni ulteriore possibilità di dipanare i fili che li hanno stretti e li stringono al sistema P2 e ripresentano anch'essi, arrogantemente, nuovi e vecchi piduisti, dal capogruppo alla Camera Labriola, al presidente della regione ligure Teardo. Il Psdi con i piduisti Longo e Belluscio prosegue nel suo cammino con la candidatura di pol

iziotti legati a trame internazionali e indiziati di torture...

Noi radicali siamo stati e siamo gli unici a potere denunciare e scoprire la vera storia di questa repubblica malavitosa della P2. Anche in campagna elettorale, ancora una volta, possiamo dire queste semplici ma rivoluzionarie verità su uomini, partiti e vicende. E siamo soli perché le tattiche e gli accordi per non disturbare il vicino o l'avversario coinvolgono ancor una volta tutti i partiti della partitocrazia, compreso il Pci che nulla potrà dire e fare a proposito dei coinvolgimenti socialisti. A questa "unità" della sinistra costruita sull'omertà non si stiamo! E' dovere nostro, dei radicali, andare avanti in questa battaglia che è stata e sarà lunga, dura, decisiva.

 
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