L'Msi contro l'astensionismoSOMMARIO: "Chi si astiene è un disertore" dichiara Almirante. Il ruolo di alibi, necessaria foglia di fico del nuovo sistema di potere. Ieri zuavo pontificio, oggi ascaro dell'Italia partitocratico.
(NOTIZIE RADICALI N. 8, 2 maggio 1983)
Con una campagna giornalistica dalle colonne del "Secolo", con interviste e manifesti, Almirante si scaglia contro l'indicazione radicale di un voto di proposta. "Chi si astiene - ha detto - è un disertore".
Il linguaggio militaresco del segretario del MSI è più che un sintomo. Ancora una volta, Almirante svela la sua vocazione profonda, che è di essere sentinella al sistema partitocratico dei De Mita e dei Berlinguer, dei Craxi e degli Zanone, pronta a denunciare e sparare a vista sui quanti ne mettano a rischio i meccanismi di difesa e di autoconservazione. Per chi ha cercato di accreditare a sé il ruolo di "eversore" del sistema del "postfascismo", di vindice degli ideali e delle nostalgie, dei vagheggiamenti e delle frustrazioni - nelle loro singolarità persino rispettabili - di vecchie e nuove generazioni, la smentita non potrebbe essere più clamorosa.
Per noi non è nuova. Lo abbiamo detto da sempre, anche quando ci rifiutavamo di mettere Almirante e il MSI fuori gioco con leggi tanto antifasciste quanto incostituzionali e comunque inaccettabili: Almirante è null'altro che il necessario alibi, la necessaria foglia di fico del sistema del nuovo potere, insediatosi sulla continuità storica con quello mussoliniano, tanto più necessario quanto più questo calpestava i diritti più autentici dell'uomo, e magari le sue stesse istituzioni. A questo ruolo, Almirante non ha mai fatto mancare il suo zelo: ieri zuavo pontificio nelle vicende del divorzio e dell'aborto, oggi ascaro della patria partitocratica, pronto a denunciare e infamare, per reato di diserzione, chiunque sia sospetto di scarsa fedeltà, dopo la repubblica di Salò a questa "nuova Repubblica".