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Negri Tony - 16 maggio 1983
A TUTTI I COMPAGNI, A TUTTI GLI AMICI
di Toni Negri

SOMMARIO: Il voto al Partito della diversità, capace di denuncia, capace di non omologazione, di esprimere i bisogni dei poveri e degli sfruttati all'interno delle istituzioni. Alla diversità radicale corrisponde alla diversità nostra, nello stesso ruolo svolto dall'esterno delle istituzioni. Il regime non vuole perseguire eventuali nostri crimini, ma sanzionare come illegale la nostra esistenza attraverso l'omologazione criminale. Progetto non riuscito. Trattativa necessaria per l'uscita dall'emergenza. Il Partito radicale va votato perché esprime una possibilità di trattativa a livelli istituzionali su tre fatti: uscita dall'emergenza, eleiminazione del carcere, rifondazione delle istanze di comunità e di trasformazione. Il nodo attuale di fronte alla ristrutturazione capitalistica è quello della libertà. Chi ha perseguito da sempre il fine della liberazione dalle struttura capitalistiche di produzione non può essere insensibile alla generosità e all'intelligenza del messaggio radicale e delle sue proposte

di libertà, pace, umanità, lotta contro la povertà e la fame, contro le politiche di morte e di sterminio: termini che uniscono tutti i rivoluzionari e la gente onesta cristiana o comunista.

(NOTIZIE RADICALI N. 9, 16 maggio 1983)

Cari amici e compagni, Perché voto e invito a votare per il Partito Radicale? Perché i radicali sono "diversi" lo sono davvero in questo squallido orizzonte politico, lo sono perché hanno sviluppato una radicale denuncia, "dall'interno" delle istituzioni, di tutto quando c'è in esso di marcio. Sono veramente diversi perché hanno saputo spesso interpretare profonde esigenze di cambiamento civile ad hanno non solo le mani ma anche le orecchie pulite, nell'udire le esigenze e i bisogni dei poveri e degli sfruttati.

Anche noi siamo stati e siamo "diversi". Abbiamo nutrito e nutriamo un'utopia concreta di trasformazione e lo abbiamo fatto, come molti nostri compagni in tutta l'Europa, "dall'esterno" delle istituzioni. Con gli errori e i pericoli che questa collocazione determina ma anche con il radicalismo e la sincerità che permette. Ci siamo mossi in questo modo finché ci è stato possibile. Ad un certo punto il potere ci ha schiacciato, ci ha represso. Ma quello che vive non cede. Può vivere nascosto, ma riemerge. Le grandi forze storiche non smettono il loro destino.

Il 7 aprile 1979 una perversa opera di distruzione è stata messa in atto nei nostri confronti. Il problema era quello di omologarci attraverso la forza delle istituzioni. Non volevano punire eventuali delitti (cosa che avrebbero potuto fare altrimenti), volevano sanzionare come illegale, come criminale la nostra esistenza ed il nostro comportamento politico. Hanno tentato di schiacciarci attraverso "l'omolagazione criminale".

"Non ci sono riusciti". Non si eliminano le generazioni, non si distruggono le idee. Siamo riusciti, ovunque fossimo finiti (nel carcere o nel ghetto metropolitano), a mantenere la nostra identità politica, la dolcezza della nostra comunità, la speranza della nostra intelligenza. Siamo riusciti a dimostrare che l'autonomia non è mai stata la cerniera sociale del terrorismo. C'è una sola cerniera del terrorismo, è quella statale, è la P2, sono le stesse forze e gli stessi personaggi che hanno immaginato il 7 aprile, sono la corruzione partitocratica e le degenerazioni corporative del sistema. Le infinite istanze dell'autonomia sociale dei soggetti sfruttati, nuovi o vecchi che siano, continuano ad emergere e a ribellarsi. Basta con la povertà, con la vecchia e la nuova.

Oggi molti di noi sono in galera. Ma parimenti lo sono anche molti, troppi dei compagni e degli amici che non sono fisicamente qui con noi: lo sono ogni volta che non riescono a ribellarsi, a riprendere l'iniziativa rinnovatrice e la protesta. Abbiamo delle esigenze: fondamentalmente quella di trattare, con i politici, con l'amministrazione carceraria, con i magistrati che surrogano funzionalmente (e non per caso) il potere politico. E' una situazione soprattutto dei carcerati, ma noi crediamo che, in diverse galere, lo sia di tutti i poveri e gli sfruttati. E' una situazione proletaria, nella quale la nostra diversità si misura con il resto del mondo.

"La trattativa è necessaria". Badate bene: non è la nostra mancanza di forza che ci obbliga a questo - è soprattutto il fatto che non sono riusciti ad annullare la nostra esistenza e la nostra irreducibile presenza: questa è la nostra forza attuale.

Il Partito Radicale rappresenta la possibilità di affermare, "insieme", la nostra diversità e la nostra necessità di essere dentro livelli di trattativa istituzionale. "Votiamolo per questa ragione". Dobbiamo utilizzare questa scadenza elettorale facendo convergere la nostra attenzione: 1) sul problema dell'uscita dall'emergenza e dalla lurida paccottiglia di leggi che l'hanno contraddistinta (ricordando a tutti i partiti la loro responsabilità in questa operazione infame); 2) sul problema della tendenziale e necessaria riforma-soppressione del carcere; 3) sul problema della ripresa e rifondazione delle istanze di comunità e di trasformazione.

In Europa la tendenza soggettiva del movimento è quella di attestarsi su posizioni analoghe. I "Verdi" tedeschi, in particolare, che singolarmente hanno vissuto un'analoga esperienza di movimento, non a caso sostengono il valore politico della presentazione di compagni di movimento nelle liste del Partito Radicale. Dobbiamo sostenere questa linea. La ristrutturazione capitalistica ha riproposto, in avanti, dentro nuove condizioni sociali e politiche, "il problema della libertà". Noi che abbiamo sempre perseguito il fine della liberazione dalle strutture della produzione capitalistica, non possiamo non essere sensibili alla generosità e all'intelligenza del messaggio radicale che su questo terreno è trainante. Molti sono i nuovi bisogni che nella nuova fase si stanno liberando: dobbiamo confrontare e consolidare la necessità di trasformazione dentro nuove radicali dimensioni di libertà. Libertà, pace, umanità, lotta contro la povertà e la fame, difesa della vita contro le politiche di morte e di sterminio, so

no i termini che immediatamente uniscono tutti i rivoluzionari, tutta la gente onesta, cristiana o comunista.

"E' certo un passaggio". Tentiamo di far sì che sia un primo passo nella ricostruzione del movimento. Le strettoie della liberazione - per i singoli e per tutti i carcerati, per i poveri e per tutti gli sfruttati - vanno coraggiosamente percorse. Vi chiedo di votare Partito Radicale per ristabilire un realistico terreno di discussione sulla prospettiva politica. I radicali sono fra la pochissima gente pulita che c'è in giro - e ditemi se è poco! - sono i soli che abbiano dimostrato di rispettare la libertà di sviluppo e la speranza dell'autonomia e delle autonomie. Dobbiamo battere l'autocrazia contemporanea, la folle volontà di chiudere la libertà di tutti nei circuiti dell'informazione controllata e del "rigore" unilaterale, imposto dagli sfruttatori. L'autonomia delle libertà e dei diversi soggetti è oggi la parola d'ordine comune.

Viva dunque l'autonomia, viva dunque le autonomie sociali dei soggetti che dalla povertà e dallo sfruttamento vogliono liberarsi!

Diamo il voto al Partito Radicale!

A tutte le sorelle ed i fratelli, felicità e libertà.

 
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