SOMMARIO: Dopo aver disertato la seduta inaugurale delle camere, gli eletti radicali intendono essere presenti in modo più puntuale nella lotta democratica; per tanto si sono recati nelle varie sedi di Corte d'Appello e hanno denunciato il carattere di associazione a delinquere assunto ormai dai partiti. Marco Pannella chiede l'applicazione della legge anti mafia, in quanto »nell'organizzazione dei partiti e nei rapporti tra di essi instauratisi si concretano quell'automatismo nel concorso di più persone nella commissione di reati, quella preventiva, astratta e scontata disponibilità alla partecipazione ad azioni delittuose di peculato, di corruzione, d'interessi privati in atti di ufficio, di concussione, di malversazione e di truffa ecc. che consente di parlare in senso stretto e piena certezza della sussistenza di tutti gli elementi necessari, del reato autonomo e strumentale di "associazione per delinquere" e più in particolare di "associazione di tipo mafioso" .
(NOTIZIE RADICALI, 23 giugno 1983)
(Gli eletti radicali presentano ai Procuratori generali delle Corti di appello le prime 455 mila firme della petizione contro la partitocrazia)
Gli eletti del Partito Radicale in Parlamento non hanno partecipato alla seduta inaugurale delle Camere. Per due motivi: primo, per sottolineare anche emblematicamente il rifiuto del sistematico sequestro di legalità democratica ad opera della partitocrazia, in particolare in tema di elezioni e di Parlamento; secondo, perché continuano ad essere in perfetto dissenso, come nel '76 e nel '79, sul carattere che viene dato alla seduta di apertura della legislatura.
Avendo deciso di essere assenti dal Palazzo, gli eletti radicali hanno inteso però essere presenti in modo più proprio e puntuale nella lotta democratica. Si sono recati nelle varie sedi di Corte d'Appello, e hanno presentato ai Procuratori Generali, con le prime firme della petizione contro la partitocrazia (455.000), un esposto firmato dal Segretario del PR con cui si denuncia il carattere di vera e propria associazione per delinquere ormai assunto dai partiti e dalle forze di regime.
"Avvenimenti recenti resi noti dalle cronache giudiziarie - si afferma nella lettera del Segretario del Pr consegnata ai Procuratori generali della Repubblica - ma assai più la comune conoscenza di episodi che quotidianamente sono oggetto dell'esperienza, si può dire, di ogni cittadino, consentono di affermare che una rete di criminalità e di corruzione si estende ormai fitta e pressoché uniforme in tutto il Paese. E' la rete di corruzione, di concussioni, di peculati che si riconnette al sistema politico e istituzionale, espressione della degenerazione della democrazia, delle idealità e delle tradizioni dei partiti, delle stesse strutture costituzionali della Repubblica che va sotto il nome di "partitocrazia".
"... La finalità di sovvenzione della macchina politica nelle sue varie articolazioni e ai suoi vari livelli - continua Marco Pannella - è un dato che accomuna una serie di diverse attività criminali realizzate da appartenenti alle stesse formazioni politiche investiti di pubblici poteri...".
Pannella chiede perciò l'applicazione della legge antimafia, già applicata in Liguria per il caso Teardo in un episodio specifico di criminalità partitocratica, in quanto "nell'organizzazione dei partiti e nei rapporti tra di essi instauratisi si concretano quell'automatismo nel concorso di più persone nella commissione di reati, quella preventiva, astratta e scontata disponibilità alla partecipazione ad azioni delittuose di peculato, di corruzione, d'interesse privato in atti d'ufficio, di concussione, di malversazione e di truffa ecc. che consente di parlare in senso stretto e piena certezza della sussistenza di tutti gli elementi necessari, del reato autonomo e strumentale di "associazione per delinquere" e più in particolare di "associazione di tipo mafioso"".