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Pannella Marco - 15 agosto 1983
E intanto sparano titoli
"Il Giorno" contro Pertini

di Marco Pannella

SOMMARIO: "La massoneria ha fermato Pertini": il titolo de "Il Giorno" è di pretto stile mafioso. Il direttore ottimo giornalista, sorta di Starace della stampa e del giornalismo Dc. L'episodio della mancata partecipazione al meeting di Cl (a causa di una caviglia lussata) pretesto di un attacco volto a screditarlo, come responsabile di influenze massoniche o ostaggio.

(NOTIZIE RADICALI n. 34, 15 agosto 1983)

(" Pertini non correva alcun pericolo? Pannella è stato un folle irresponsabile a denunciare questi pericoli? Esagerazioni provocatorie come ha mostrato di ritenere gran parte della stampa e della classe politica, e perfino Capanna? O addirittura "notizie false e tendenziose", come ha suggerito il pduppino Milani?

Si era appena placata la polemica sulle dichiarazioni e gli interventi di Pannella, che l'Avanti! pubblicava la notizia di misure di sicurezza messe a punto in seguito alle segnalazioni di un possibile attentato al capo dello Stato.

Si era appena placata la polemica, e Pertini diventava - con il pretesto del suo mancato arrivo al Meeting del Movimento Popolare - oggetto di un violentissimo attacco rivolto a screditarlo. Da questo attacco il capo dello Stato usciva infatti o come il diretto responsabile di influenze massoniche o come l'inerme e impotente ostaggio nelle mani di una potente consorteria massonica che controllerebbe il Quirinale, un presidente insomma se non incapace di intendere e di volere, non libero delle sue azioni e delle sue decisioni.

Il via a questa campagna contro Pertini era dato dalle dichiarazioni di Formigoni e di Buttiglione, irritati per la disdetta partecipazione alla manifestazione di Movimento popolare e Comunione e Liberazione. Ma la punta di lancia ne diventava il giornale di Stato e di petrolio "Il Giorno", assegnato a titolo di lottizzazione alla Dc, e diretto dal democristiano ex direttore della Discussione Zucconi.

Pubblichiamo tre note di Notizie Radicali e di Marco Pannella sul ruolo giocato in questa vicenda da questo giornale e dal suo direttore. E Formigoni? E Buttiglione? E il Movimento popolare? E Comunione e Liberazione? Pannella ritiene che si siano mossi "in buona ed ottima fede". Può darsi. Ma si tratterebbe di una buona ed ottima fede ottenuta a prezzo di una gigantesca, totale e sistematica rimozione. Perché altrimenti con Gelli che entrava e usciva dallo studio di Andreotti, rapporti fra Piccoli e Ortolani, collaboratori di Cossiga, Forlani e Fanfani nelle liste di Gelli, con le vicende di Marcinkus e mons. Hilary, dell'Ior e di Calvi, parlare di massoneria e di Pidue in quegli ambienti dovrebbe essere come parlare di corda in casa dell'impiccato.")

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"N.R. - 30 agosto"

Basta sparare sul Presidente Pertini, basta comunque contribuire a liberarsene, per divenire benemeriti dello Stato e della Nazione. Meglio se si spara sull'immagine: se si spara direttamente sulla persona rischia di far martiri e guai.

Restiamo, dunque, in tema, a Ferragosto ormai lontano.

Aver pubblicato a pieno titolo in prima pagina la notizia: "La massoneria ha fermato Pertini", come ha fatto il giornale di Stato è un annuncio di pretto stile mafioso. Conferma i pericoli cui è esposto Pertini, se non si diventa tranquilli sulla sua successione: prima avviene meglio avviene, si cerca come si può d'accelerarla.

"Il Giorno", lo si sa, è fatto da un ottimo giornalista, che è anche una sorta di Starace della stampa e del giornalismo Dc.

Gioca ammirevolmente su titoli, sommari, occhielli, firme, per servire le menzogne e le necessità, anche le più basse, delle correnti democristiane di potere e di sottopotere; tutto, e qualcosa di più se necessario.

Ci si dirà: ma l'affermazione, la notizia non è del "Giorno", il titolo era virgolettato. Ma no! E di chi era "la notizia"? Di Buttiglione, che la maggior parte degli italiani e dei cattolici italiani credevano scomparso da quando aveva cessato di spacciarsi come "colonnello" con Arbore e Marenco ogni fine mattina dalle onde della Radio, con celeberrime popolari telefonate.

E quali "prove", le "prove" che si chiedono ad un Segretario di Partito, quando fa affermazioni fondate su prove logiche, contestabili ma esibite, quali "prove" "Il Giorno" ha chiesto e fornito? Le prove le cerca il giornale, le suggerisce, mobilitandosi alla ricerca di una caviglia: lussata o non lussata?

Pertini messo in fuga, che scappa, per non essere colto in flagrante; in flagrante viltà e menzogna.

Avevo ragione: già ieri si è sparato su Pertini. O si crede davvero che Dalla Chiesa e i Chinnici, i Terranova o i Mattarella non avessero prima ricevuto di tali avvisi? Che non si è tentato, a lungo e per prima cosa, di sparare sull'immagine, prima che direttamente sul bersaglio fisico?

Ma c'è da distinguere fra gli autori di questo tipo di servizi di sicurezza di Stato-dc, e coloro che hanno fornito l'occasione, il pretesto per tanta impresa.

Credo che gli amici di Cl, come tutti coloro cui la fede è non buona ma ottima, e le convinzioni esasperate fino al sospetto di un'oncia di fanatismo, non vadano confusi con gli Zucconi e con i suoi attendenti partitocratici.

Il problema che essi sollevano, non esito a dirlo, esiste. La P2, le P1 e le P3, non possono essersi limitate a inserire sul Quirinale un ex-commesso della Camera, per controllare e nuocere al loro maggiore nemico, come risulterebbe dalle "liste" di Gelli e dalle indagini successive.

Ho già ieri notato che Buttiglione, Formigoni e amici - se volessero verificare i loro sospetti - potrebbero correre da quel Monsignor Marcinkus che è stato il potentissimo alleato, complice, affarista della P2, amico dei massoni americani e italiani di ogni tipo e corrente. Di massonerie sa tutto. E "Il Sabato" - organo di Cl - si è distinto per la benevolenza con cui s'è impegnato in difesa dell'IOR e di Marcinkus stesso.

Ma sin dal tempo del caso D'Urso il Partito Radicale, con iniziative e denunce censurate gettò l'allarme sulle "massonerie" e la loro necessità di neutralizzare e comunque colpire il Presidente.

Non avemmo titoli: ma riflessi di paura, di censura, di complicità con coloro che denunciavamo.

Con il passare del tempo la spiegazione che ci siamo data è che - probabilmente - in Quirinale v'erano pochi burattini di Gelli perché - in ragione dei loro uffici - i burattinai di Gelli vi avevano pieno accesso, per di più essendo al di sopra di qualsiasi sospetto.

Chiediamo agli amici di Cl di cercare loro, se vogliono, di sapere di più: potrebbe intanto bastare fare l'elenco dei loro ospiti, di quest'anno e di quelli passati.

Ma intanto mi auguro che siano loro i primi a denunciare l'infamia delle speculazioni cui hanno dato la stura, e dissociarsene: la decenza glielo impone.

 
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