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Notizie Radicali - 15 agosto 1983
Rientrare nell'alveo democratico
Proposta radicale al governo Craxi e alla partitocrazia

SOMMARIO: Subito dopo l'esposizione del programma di governo da parte del Presidente Bettino Craxi, i radicali hanno presentato una vera e propria mozione di fiducia in cui si ripropongono i temi di lotta caratterizzanti un anno di iniziative politiche radicali, la possibilità di un sostegno radicale al Governo. In questo articolo viene riportata l'intera mozione.

(NOTIZIE RADICALI N. 34, 15 agosto 1983)

("Subito dopo il discorso programmatico del Presidente Craxi, gli eletti radicali hanno presentato un loro documento: niente meno che una mozione di fiducia. L'iniziativa è stata da alcuni considerata come provocatoria; da altri invece considerata come un'offerta di disponibilità dei radicali ad essere arruolati nella maggioranza (ad "ammucchiarsi" nella maggioranza, ha detto Capanna).

La mozione di fiducia "radicale" ripropone pari pari i temi di lotta che hanno caratterizzato, anche con le petizioni popolari, un anno di iniziativa politica radicale: dalla proposta dei 3 milioni di vivi subito all'aumento dei minimi di pensione; dalla drastica limitazione delle immunità-impunità parlamentari alla riduzione (con graduale rientro nella legalità costituzionale) dei termini della carcerazione preventiva; dalla riforma-abolizione dell'Inquirente alla riforma della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Coincide insomma con le ragioni costitutive del Partito Radicale dell'83 e con l'essenziale della piattaforma programmatica elettorale, se ci fosse stato consentito di illustrarla e spiegarla anzi solo comunicarla, all'elettorato.

Offerte analoghe e analoghe disponibilità erano state manifestate, nella scorsa legislatura ai governi Cossiga (ed è tutto dire), Forlani, Spadolini 1 e 2, Fanfani. La stampa, che censurando l'opinione pubblica censura anche se stessa e la classe politica, le ha recepite invece questa volta come una novità assoluta e gli ha dato, in parte un rilievo maggiore. E non a torto. Perché la novità era rappresentata dalle condizioni assai più drammatiche cui la partitocrazia ha condotto la Repubblica; e dal fatto che ogni punto della "possibile" e "auspicata" mozione di fiducia radicale corrispondeva ad analoghe manifestazioni di intenzione e di buona volontà del Presidente del Consiglio, purtroppo contraddette dalle scelte indicate nella bozza programmatica allegata al discorso pronunciato in Parlamento.

Anche questa volta, come le precedenti, lo sforzo di dialogo, la ricerca di una unità fondata sui valori anziché sulla spartizione-occupazione del potere, non è, per ora, approdata a un risultato positivo. Ne riportiamo qui, oltre al testo della "mancata" mozione di fiducia radicale, altri documenti. Rimandiamo invece al prossimo numero una sintesi del contributo degli eletti radicali al dibattito sulla fiducia, svoltosi alla Camera e al Senato".)

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La "fiducia" dei radicali

La Camera, udite le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio; riconosciuto che corrisponde all'interesse e alle attese della Nazione:

- fronteggiare con inflessibile rigore e con immediati e adeguati interventi straordinari al flagello dello sterminio per fame in atto nel mondo; annunciare alla comunità internazionale l'impegno del Governo e del popolo italiano di salvare, entro i prossimi 12 mesi, almeno 3 milioni di persone altrimenti destinate a sicura morte; mobilitare tutte le forze e le risorse necessarie per arginare e vincere la morte che incalza e minaccia gran parte dell'umanità; dare immediata attuazione agli impegni assunti dal Parlamento italiano e dal Parlamento europeo negli anni scorsi; garantire progressivamente il minimo vitale ed assicurare condizioni di dignità e di solidarietà sociale ai cittadini anziani elevando sin dal prossimo anno le pensioni minime per coloro che non percepiscono altri redditi a 400 mila lire mensili;

riservatasi le opportune iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, vota a:

- riformare l'istituto delle autorizzazioni a procedere contro i membri del Parlamento e quello della messa in stato d'accusa dei membri del Governo;

- riformare la legislazione vigente in ordine allo status giuridico e al finanziamento pubblico dei partiti;

- riformare la legislazione penale esistente in attuazione ai dettati costituzionali in particolare stabilendo che la carcerazione preventiva non possa in alcun caso superare l'anno, come auspicato dal Presidente della Repubblica;

- abbreviare i tempi delle decisioni parlamentari garantendo per quanto gli compete che la Camera su tutte si esprima le proposte e sui disegni di legge nei termini stabiliti dal Regolamento;

- verificare la compatibilità fra i programmi di ammodernamento delle FF.AA, e le risorse disponibili nel quadro dell'impegno per il risanamento della finanza pubblica:

"le approva e accorda la fiducia al Governo della Repubblica".

Abbiamo proposto a Craxi

"NR-23 luglio 1983"

"Abbiamo comunicato al Presidente incaricato la possibilità di un sostegno politico e parlamentare del Partito Radicale al suo tentativo, al suo eventuale Governo alla sua maggioranza cosiddetta istituzionale (che chiaramente include il Partito Comunista sin dalle prime, infelici battute della legislatura).

Le ragioni e gli obiettivi, generali e specifici, di questo eventuale sostegno devono ora essere valutati dal Presidente incaricato e dai partiti che con il PSI costituiranno la coalizione di Governo.

Senza una rigorosa e vastissima unità democratica, che consenta al Governo già nei primi cinquanta giorni della sua attività e sin dal suo varo di mobilitare nel paese grandi speranze e responsabilità di ordine democratico e di civile confronto, di alternativa e di ricostruzione.

Questa prospettiva il Partito Radicale porterà comunque avanti, con la forza urgente e necessaria: con o contro questo possibile Governo. ``Con'' è la via più seria e difficile. Contro, in termini di parte, la più facile, redditizia, popolare".

Le ragioni della nostra politica

"NR-23 luglio 1983"

E' dal 1979, senza eccezioni, che il Partito Radicale ha preannunciato la sua disponibilità, ed il suo metodo, di ancorare i propri comportamenti parlamentari alla valutazione delle concrete e "puntuali" ambizioni dei Governi e delle maggioranze.

Che la reiterata presa di posizione, oggi, suoni come nuova ne dimostra la non meccanicità e la significanza.

Poiché la nostra politica non è quella del "tanto peggio tanto meglio", interveniamo oggi per fornire o tentare di fornire un rovesciamento del processo in atto, a partire non tanto dalla nostra forza politica e civile, ma da quella degli obiettivi e dei valori da realizzare per la vita, per il disarmo, per la giustizia, l'ordine e la libertà.

Unità democratica per una politica della vita

"NR-25 luglio 1983"

Fra tante "maggioranze" palesi e occulte, più o meno "bidone", volte a coprire la maggioranza di gestione partitocratica noi ne andiamo proponendo anche a livello di Governo e di maggioranza, sin dal 1979, una diversa: una maggioranza di unione democratica avente per ragione sociale e obiettivo politico una politica dei valori umani e umanistici, civili e giuridici. Una politica della vita e della qualità della vita.

Questa maggioranza di unione democratica, per una politica della vita e della qualità della vita, non può ambire nell'immediato a divenire formula di governo e discriminazione ufficiale per alleanze di legislatura. Essa può cominciare a prefigurarsi e a incardinare un rovesciamento del processo distruttivo della politica ufficiale attraverso singoli punti e obiettivi, a condizione che siano di entità e di portata tale da non prestarsi subito ad essere appiattiti e annientati al momento della loro realizzazione.

Come con tutti gli altri Presidenti incaricati, abbiamo esposto questo punto di vista e gli obiettivi possibili in cui si sostanzia a Bettino Craxi. Nei prossimi giorni, e ore, vedremo se potrà derivarne, questa volta, una vicenda positiva. La stessa partitocrazia ne ha bisogno. Essa non ha oramai altra scelta che la sua liquidazione dall'esterno, ad opera dei centri di potere parallelo che essa ha favorito e che sono oggi protesi a succederle, oppure il difficile tentativo del rientro nell'alveo democratico. L'eventuale presidenza Craxi risponderà comunque, lo voglia o no, a questa alternativa prima che ad ogni altra.

 
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